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La "Giornata mondiale dell'acqua", l'umanità al bivio

Aggiornamento: 1 lug 2023

di Germana Tappero Merlo


“22 marzo, Giornata mondiale dell'acqua", occasione per riflettere sulle criticità idriche che sono in aumento, anche in territorio italiano se, come si evince da ultimi dati, il Piemonte “rischia un’estate da Protezione civile” (Paolo Romano, Presidente Smat). Da anni, tuttavia, alle guerre per l'acqua non viene dedicata la giusta attenzione perché, stoltamente, non viene riconosciuto quell'appeal strategico che possiedono conflitti maggiori. Eppure sono, a tutti gli effetti, importanti e devastanti tanto quanto quelle per il petrolio e il gas. E poi perché le guerre per l'acqua, almeno sino ad ora, fra Medio Oriente, Africa e Centro Asia, sono state lontane da noi. Eppure gli effetti di uno stress idrico globale, anche qui, da noi, li abbiamo già subiti e ne sono testimonianza, fra le altre, le grandi fughe di coloro che poi saranno immigrati clandestini sulle nostre coste.

In proposito, ricordavo tre anni fa proprio da questo sito lo scontro in atto tra Egitto e Etiopia per il controllo della capacità idrica del Nilo, fiume su cui gli egiziani hanno riversato e concentrato tutta la loro ricchezza, a partire dal Canale di Suez.

Un'analisi accompagnata da un altro elemento non secondario: il progressivo aumento demografico del continente africano, dello sfruttamento, spreco e abuso delle sue enormi ricchezze (le acque del Nilo, in terra egiziana, sono inquinate da flussi fognari e l’immondizia naviga nei canali di irrigazione), così come dei cambiamenti climatici che, con l’aumento delle temperature, contribuiscono ad accrescere il livello del mare tanto da erodere spiagge e spingere le acque salate all’interno, compromettendone quelle dolci e inaridendo di conseguenza, porzioni di terre fertili. Tutto ciò fa presagire, in quella parte di Africa, carenze idriche importanti dal 2025.[1]

Nelle foto alcuni dati (Princeton University), come il fatto che ogni minuto, nel mondo, muoiono 7 persone per scarsità o pessima qualità dell'acqua; così come l'ampliamento delle regioni a stress idrico, soprattutto in Africa, là dove, peraltro, vi è una ricchezza ineguagliabile di bacini acquiferi sotterranei, in parte già sfruttati, ma parecchi ancora inavvicinabili per mancanza di infrastrutture adeguate. La mappa del National Geographic evidenzia come il 30 percento dell'acqua dolce disponibile del pianeta si trovi appunto nelle riserve sotterranee: falde acquifere, bacini e altre fonti. Ragionare sui nostri problemi quotidiani dovrebbe significare anche prendere maggior coscienza delle criticità idriche e delle soluzioni che, a quanto pare, sono più a portata di mano di quanto si immagini. Piani di sviluppo e finanziamenti, quindi, a grandi strutture di estrazione dell'oro blu africano o di altrove possono essere la soluzione, evitando però l' accaparramento violento, selvaggio e corrotto, come da sempre accade quando si tratta di risorse strategiche. Che almeno si inizi a lavorare, a progettare, ma con la coscienza che l'acqua è un bene dell'umanità tutta da cui dipendono - e prendiamone atto una volta per tutte - anche la stabilità e la sicurezza del nostro Paese.


Note

[1]https://www.laportadivetro.com/post/il-nilo-conteso-tra-egitto-e-etiopia

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