L'opinione dell'esperto. La guerra condotta dall'Ucraina: strategie e scenari prossimi
Aggiornamento: 25 giu 2023
di Michele Corrado*
Le notizie sulle Forze Armate ucraine (entità, catena di comando e controllo, dislocazione, capacità operativa, ecc.), sono sempre state molto assenti su quasi tutte le piattaforme mediatiche. Si è sempre privilegiato dare spazio a notizie relative all'esercito aggressore del Cremlino. Visti gli attuali posizionamenti degli schieramenti contrapposti sul terreno, vediamo, molto sinteticamente, lo sviluppo delle operazioni dalla parte degli ucraini.
Situazione attuale
Le Forze ucraine, dottrinalmente, sono in controffensiva in quasi tutte le aree di contatto con gli avversari; localmente, dove i russi sono costretti a mantenere le posizioni raggiunte, se realizzano rapporti di forze favorevoli, prendono l’iniziativa riconquistando porzioni di territorio; massimo risultato tangibile, è l’aver costretto le Forze russe ad abbandonare le aree ad occidente del fiume Dnipro e la città di Kherson. Attualmente, il corso del fiume Dnipro rappresenta la parte maggiore della linea di contatto fra i due schieramenti (un po’ come il fiume Piave durante la Prima Guerra Mondiale sul Fronte italiano).
Possibili evoluzioni e scenari
Se continuerà il supporto della Nato, in termini di incremento delle capacità di difesa aerea alle basse quote ed addestramento al raggiungimento della FOC (Full Operational Capability), da parte di un numero minimo, almeno dieci, di Brigate meccanizzate ucraine secondo lo standard Nato, la situazione oggi favorevole agli ucraini non dovrebbe venire meno.
Se poi si volessero iniziare operazioni al di là del fiume Dnipro, mirate alla riconquista dei territori perduti con l'invasione del 24 febbraio, e ricacciare l'esercito russo fino ai suoi confini statuali, sarà necessario per gli ucraini poter raggiungere una permanente superiorità aerea su quei territori e disporre di un numero minimo (almeno cinque) di Brigate corazzate.
Entrambe queste ipotesi (le uniche che allo stato attuale consentirebbero un significativo sforzo offensivo di breve durata coronato da successi), sono di difficile realizzazione, dal momento che dovrebbero essere sostenute da equipaggiamenti, velivoli avanzati e carri armati di ultima generazione che, numericamente, la Nato non dispone e dunque non è in grado di consegnare all'Ucraina.
Operazioni in letargo
Vi è poi anche l'ulteriore opzione, ipotesi dalle cause imponderabili e dalle molteplici implicazioni non soltanto sul piano militare, che le forze armate russe collassino. In altri termini, che non riescano a mantenere gli attuali livelli di capacità operativa (capacità di mantenere le posizioni raggiunte in un contesto offensivo), sia per mancanza di truppe ed equipaggiamenti, sia per un cedimento morale delle stesse (un po’ come accadde alle Forze austroungariche nell’autunno del 1918 che portarono al cedimento e alla disfatta di Vittorio Veneto, in ultimo alla resa del 4 novembre).
Quale considerazione finale, è plausibile che nel breve periodo (le prossime settimane), non molto (a livello tattico), dovrebbe accadere con l’arrivo del periodo invernale, stagione ben conosciuta in quelle zone da entrambi i contendenti che porta ad un naturale rallentamento di qualsiasi tipologia di attività militare su larga scala. È anche possibile che gli ucraini mantengano l’iniziativa in limitati settori per rimarcare un periodo di operazioni controffensive e tenere sotto pressione le Forze russe dove possibile e conveniente (sempre in funzione dei rapporti di forza che possono localmente delinearsi).
* Col. in Ausiliaria Esercito Italiano
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