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L'OPINIONE DELL'ESPERTO. Bakhmut, città contesa per caso

di Michele Corrado*


Gli scontri, di una violenza senza pari secondo le ultime testimonianze, che coinvolgono la città di Bakhmut, si avvierebbero all'epilogo. Proviamo allora a sintetizzarli con una narrazione militare e di trarne qualche considerazione.

Gli attori. I russi, nella persona del capo della milizia Wagner, Evgenij Prigozhin, gli ucraini nella persona del presidente Zelensky; le truppe sul terreno: per i russi Gruppo Wagner e due Brigate aviotrasportate, per gli ucraini non ci sono fonti aperte al riguardo, non si hanno notizie specifiche, si presume unità appartenenti all’esercito di campagna ucraino.

Le missioni assegnate. Per i russi, la cittadina è stata presentata come un obiettivo altamente remunerativo ai fini della loro successiva progressione offensiva verso ovest, dunque, l'imperativo è stato quello di attaccare ed occupare. Per gli ucraini, che inizialmente non sembravano avere intenzione di irrigidirsi significativamente per tenere Bakhmut, successivamente la denominano “Fortezza Bakhmut” e decidono di negare ad ogni costo ai russi la possibilità di occuparla.

Situazione tattica. L’abitato di Bakhmut, un'area pari a quella di Pavia e con simile popolazione (circa 70 mila residenti al 2020, ora ne avrebbe 6mila), non riveste particolare importanza ai fini sia della progressione russa, sia della resistenza ad oltranza ucraina. In realtà, sembra che sia cresciuta di importanza nell’immaginario dei contendenti senza una ragione specifica, quasi creata ad arte per ragioni propagandistiche. Il che la dice anche lunga sul significato di questa guerra, al di là dei prezzi pagati dai combattenti e dalla popolazione civile, non dimentichiamolo neppure per un istante, dal momento che nei fatti - si veda le immagini dell'invio di semoventi su treno di passaggio alla stazione di Udine diventato virale sui social [1] - ci riguarda direttamente.

Evoluzione della situazione. L’aumento di importanza degli scontri è stata determinata dalla scelta dei russi di effettuare, durante il periodo invernale, uno sforzo principale su Bakhmut che poteva presentarsi, nelle intenzioni, con poco impegno di risorse, come il risultato di rilievo dell’avanzata russa nell’ovest ucraino nonostante le sfavorevoli condizioni meteo e del terreno.

La Dottrina. Condurre operazioni offensive dirette all’interno di centri urbani è sempre da evitarsi; in particolare quando presidiati dall’avversario. In tali contesti si aggira da entrambi i lati l’agglomerato urbano per poi ricongiungersi oltre. In tale caso si dice che l’abitato è “caduto per manovra”, essendo isolato all’interno del territorio occupato dall’avversario.

Analisi tattica. Considerando che non si hanno notizie sull’entità e tipologia delle truppe ucraine impiegate e del livello di perdite subite, ci dobbiamo basare sulle notizie disponibili sulle Forze russe. Secondo quanto dichiarato, i russi hanno prima attaccato frontalmente l’abitato (con il Gruppo Wagner) e successivamente, visto il bassissimo livello di progressione sul terreno dato dallo sfruttamento dell’abitato come se fosse un ostacolo passivo da parte degli ucraini, sono stati supportati lateralmente da due Brigate aviotrasportate che hanno permesso al Gruppo Wagner di concentrarsi su una ridotta fronte di spinta che con l’andare delle settimane ha costretto gli ucraini ad arretrare costantemente. Questo tipo di manovra, quando si superano i due terzi della profondità dell’abitato provoca il rapido cedimento delle forze in difensiva a causa dei ridotti spazi di manovra a disposizione. Ritrovandosi in tale contesto viene naturale abbandonare le posizioni a contatto e defluire da tergo per evitare di essere intrappolati dalle forze avvolgenti (le Brigate aviotrasportate), che supportano lo pressione del Gruppo Wagner. Se gli ucraini non iniziano per tempo tale ripiegamento andrebbero verso la distruzione e la cattura delle loro Forze.

Considerazioni. I russi hanno impiegato il meglio dei reparti a disposizione in tutto il territorio ucraino occupato. Hanno addirittura deciso di utilizzare due Brigate aviotrasportate (che sono il meglio delle truppe a disposizione dei russi, dottrinalmente da impiegarsi per operazioni operativo/strategiche), sostenendo perdite significative e comunque di molto superiori a quelle ucraine. Va anche sottolineato che il combattimento negli abitati è quanto di più logorante esista per le truppe di terra e gli ucraini (forse inconsapevolmente), hanno attirato l’attenzione dei russi su una cittadina di scarsa importanza ai fini globali delle operazioni sul proprio suolo, facendo in modo da distogliere Forze e risorse da altri settori di operazione.

Conclusioni. I combattimenti per il possesso della “Fortezza Bakhmut”, come definita dagli ucraini, ha tenuto per mesi il focus dell’attenzione internazionale. Forse è stata un'operazione di propaganda voluta, in attesa della preparazione delle Forze corazzate equipaggiate con carri Leopard 2 inviati dalla Germania, che dovrebbero costituire lo sforzo principale della controffensiva di primavera. Controffensiva annunciata da mesi, contro cui lo Stato maggiore russo potrebbe anche opporre i suoi aviogetti Sukoi e Mig per contrastare dal cielo i mezzi corazzati avversari. Per contro risposta, gli ucraini potrebbero far decollare gli aerei ricevuti dalla Polonia e da altri Paesi Nato, sempre che l'addestramento dei suoi piloti sia ritenuto ottimale. Se ne deduce che la guerra aumenterebbe, e di molto, la sua valenza di attrito tra le parti, con esiti devastanti per entrambi e con il rischio di una reale escalation militare incontrollata, qualora Mosca temesse un'invasione del proprio territorio.

Di certo, fin qui, per rimanere nei sobborghi di Bakhmut, i russi, ma è una loro tradizione, hanno speso molte risorse in truppe e materiali per ottenere molto poco. L’unico che ha guadagnato, anche sotto il profilo personale e politico, in tutta questa vicenda è Prigozhin, che si è magistralmente accreditato (presso i media), come “uomo di guerra” che nel bisogno dà l’esempio e rimane con i suoi uomini fino alla “vittoria” finale.

Non si può capire se questa sia la realtà oppure un’azione di propaganda particolarmente ben riuscita; sta di fatto che al momento così appare. Soltanto dopo il completo abbandono di Bakhmut da parte degli ucraini si capirà se i russi avranno la possibilità e le Forze per effettuare una rapida avanzata oltre la città, oppure si limiteranno a consolidarsi in quel cumulo di macerie, non avendo risorse ulteriori da impiegare.


* Col. in Ausiliaria Esercito Italiano


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