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L'EDITORIALE DELLA DOMENICA. Dalla Pasqua le "sorprese" del cambiamento

di Stefano Capello


Oggi è Pasqua e per chi come me, ha fede, è il giorno dei giorni, il giorno della Resurrezione. Che Gesù sia realmente vissuto, sia stato un grande uomo e che sia morto è una verità storica, che sia poi anche risorto è una verità di fede. Fatte queste debite premesse però, credo che i giorni della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù, contengano delle verità che possono contemplare tutti, credenti e non, specialmente in questo tempo così difficile che ci spinge a contemplare solo noi stessi e le nostre presunte verità.

Come da tradizione, questa mattina, i bambini più fortunati, hanno aperto le uova di Pasqua cercandovi all’interno le sorprese. Loro le hanno trovate ed ora si stanno facendo aiutare dai grandi ad assemblare i pezzi dei giochini o indossare ed usare collanine portachiavi e gadget vari. Anche noi grandi in questa Pasqua abbiamo bisogno di sorpresa, di sorprese, di sorprenderci ancora, per poter attendere un futuro migliore. Cerchiamo nell’uovo le parole della Pasqua.

La prima parola è Quaresima Nell’uovo dovremmo trovare il tempo che ognuno si deve dare per riflettere sulla propria vita e convertirsi. La Quaresima lo ricorda ai cristiani, ma credo lo possa dire a tutti; a noi cittadini, ma anche a chi ci governa. Prendiamoci del tempo per pensare, per analizzare e poi per convertirci. La conversione significa che se mi accorgo di percorrere una strada sbagliata, una via che non porta a nulla, occorre cambiare rotta anche se dovessi fare una inversione ad “u”. I grandi temi della politica dovrebbero farlo, non agire sempre di pancia, rendendo emergenza il quotidiano e dando risposte che non parlano al futuro, ma bofonchiano parole vuote, complici e parziali.

La seconda parola è Passione che a Pasqua ha due significati: il dolore, ma anche l’appassionarsi, essere così appassionati, innamorati dei nostri compiti tanto da poterli vivere con Passione, cioè essere disposti a soffrire, dimenticando il proprio io rendendo il potere un servizio e non un privilegio .

La terza parola è morte, nella Pasqua è un vocabolo che non deve farci paura perché significa partenza e non arrivo. La morte ferma i corpi, ma non le idee ed i sogni che quei corpi hanno abitato, anzi li amplifica e li riveste di immortalità. Gesù è stato messo a morte per farlo tacere, per cancellarlo dalla storia, ma temo che non siano riusciti nel loro intento. Quante guerre e quanti genocidi ieri ed oggi hanno questa presunzione, cancellare persone per oscurare le loro idee, eliminare i popoli e con essi  la loro memoria, ma la morte non ha questo potere.

La quarta parola è resurrezione. Questa è una storia potente che parla all’umanità, che conferisce una grande dignità all’uomo, Gesù infatti Risorge ferito. Gesù attraversando la morte e risorgendo non ha voluto cancellare le ferite ed all’incredulo Tommaso ha chiesto di mettere il dito in esse. Questo dice ai credenti che Dio è misericordia, ma dice a tutti il valore immenso dell’umanità, proprio perché è  ferita. Tutti siamo uomini feriti, feriti dagli altri e feriti soprattutto da noi stessi, ma queste ferite ci rendono unici e degni di amore.

Dalla Resurrezione di un Dio che risorge ferito, nasce la dignità dell’uomo, di quello sui barconi, di quello che non trova posto all’ospedale, di quel bambino che sfonda la soglia del 30% di prima gli italiani e che dovrà cambiare scuola, di chi si trova in carcere guardia o carcerato che sia. Dalla Resurrezione di un Dio che risorge ferito, nasce la possibilità di cambiare, di imparare a riflettere, di cambiare strada, soprattutto di morire a sé stessi.

Questa Pasqua riguarda tutti perché tutti siamo feriti, tutti desideriamo conversione, tutti speriamo che si possa riscoprire la dignità dell’uomo, dell’umanità oserei dire. Dobbiamo appassionarci e costringere la politica a convertirsi, a ripartire dall’uomo, a morire a sé stessa, dobbiamo costringerla ad una progettualità, ad avere un senso e non solo un presunto consenso.

“Ecce homo” i credenti si inginocchino al risorto ferito, tutti sentano la loro umanità ritrovata .

 

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