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Jasmine Paolini, anche sconfitta rimane una gigante

Vice

Aggiornamento: 13 lug 2024

di Vice


La "piccoletta", come la chiama insieme alle altre azzurre la capitana non giocatrice Tathiana Garbin della squadra nazionale, rimane una gigante. Anche se ha perduto la finale a Wimbledon contro la ceca Krejcikova, il meraviglioso sorriso di Jasmine Paolini ha incantato la platea internazionale. "Vi amo tutti", ha detto al microfono nell'intervista di rito al termine dell'incontro arrivato al terzo set (6-2; 2-6; 6-4), scatenando l'ovazione del pubblico, e ancor più strappando un sorriso e l'applauso sinceri di Tom Cruise, uno che di "mission impossible" se ne intende, quando ha aggiunto "non vi dimenticherò", che per un attore è come far parlare il cuore. Jasmine comunque è riuscita nella sua personalissima missione impossibile, perché non era mai accaduto che nel più antico e prestigioso torneo mondiale di tennis (1877) arrivasse in finale, e prima ancora in semifinale, una giocatrice italiana.

"Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere", canticchiava il complesso inglese dei Rokes negli anni Sessanta. Ma Jasmine, che è arrivata anche in finale al Roland Garros, ma non ha stretto il trofeo tra le sue mani, nel settimo gioco del terzo set ha dato la sensazione di essere lì lì per rovesciare il motivetto. Lei era pronta, come a Dubai nel febbraio scorso, a saper vincere. Non c'è riuscita per un niente. Come al decimo gioco che sul 40 pari l'avrebbe riportata in partita sul 5 a 5. Ma nel tennis un niente è tanto, e due niente sono una sconfitta e lo si è capito dall'emozione che per un attimo ha sopraffatto anche lei, miss smile da Castelnuovo di Garfagnana, numero cinque al mondo nel ranking della Wta.

L'avventura e il sogno di vederla sempre più in alto, che di torneo in torneo Jasmine continua a regalarsi e a regalare allo sport italiano, trae vigore dalla sua abnegazione e dal suo spirito di sacrificio, e dalla sua passione per lo sport. Ma, pensiamo, anche dalla capacità di investire sul suo talento che non ha mai abbandonato la sua famiglia, e dalla stessa intelligenza e intuito della diretta interessata all'ascolto e nell'affidarsi a chi avrebbe, e vi è riuscito, a migliorarla, come l'ex tennista Renzo Furlan e ad altri collaboratori. E qui, il pensiero corre ad un altro talento al femminile del nostro tennis, cui è mancata la continuità per diventare una autentica fuoriclasse, forse vittima di una sorta di "autarchia" familiare nel seguire le indicazioni paterne. Parliamo di Camila Giorgi, cui è rimasta soltanto l'avvenenza, che può servire nella promozione di linee d'abbigliamento, ma che con le vittorie nel tennis non ha nessun legame.

 
 
 

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