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Iran e Albania ai ferri corti: da Tirana nuovi attacchi informatici agli ayatollah

Aggiornamento: 3 feb 2023


Il governo degli ayatollah è sotto attacco informatico di hacker con base in Albania. La notizia arriva direttamente dai vertici di Teheran. Ma non è la prima volta che i due Paesi si ritrovano ai ferri corti. Nel luglio scorso, tra Albania e Iran si era già registrato un pesante scambio di accuse con l'esecutivo albanese guidato da Edi Rama che denunciava un massiccio attacco informatico coordinato dagli iraniani. A loro volta, questi ultimi avevano rimandato al mittente le proteste, ma avevano dovuto successivamente incassare gli arresti di un numero imprecisato di presunte spie iraniane.[1]


Ora, sotto la spinta delle manifestazioni e delle rivolte popolari in tutto l'Iran contro il regime e il presidente della Repubblica islamica Ebrahim Raisi, colpevole di aver oscurato Internet, gli hacker "albanesi" hanno cominciato un'offensiva informatica che sta producendo più di un effetto, primo tra tutto un palese nervosismo dei servizi di sicurezza iraniani. A provocare la "guerra informatica"sarebbero con molto probabilità un gruppo che si richiama ai Mojaheddin-e Khalq (MEK), radicali in passato sostenuti dall'amministrazione Trump, che da mesi sostengono la propaganda antigovernativa nelle principali città dell'Iran.

Intanto, nel 28° giorno consecutivo di protesta, secondo il Consiglio nazionale della Resistenza iraniana il vento della protesta si è esteso a più di 171 città in 31 regioni dello Stato. Ma il bilancio di morti è pesantissimo. Sarebbero, infatti, oltre 400 le persone uccise dalle forze di sicurezza dei mullah. E ad oggi, 206 degli assassinati dal regime sono stati identificati dalla principale opposizione. Altre fonti, parlano di circa 20 mila oltre arresti, mentre le strada sono pattugliate da polizia e pasdaran per intimidire, picchiare, sparare gas lacrimogeni al primo accenno di dissenso pubblico. La sfida al regime è portata da donne, lavoratori e in particolare dagli studenti, universitari e liceali, che al grido di "Abbasso il dittatore" e "Abbasso l’oppressore, che sia scià o mullah!" contestano la "Guida suprema" del regime, Ali Khamenei. La repressione, tra l'altro, comincia ad assumere tratti feroci nel Kurdistan iraniano.


Sul fronte della diplomazia internazionale, gli ayatollah sono costretti a incassare, sulla scia delle continua denunce di Amnesty International, le sanzioni di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Francia, mentre l’Italia ha condannato la repressione delle proteste e ha espresso sostegno ai manifestanti. I ministri degli Esteri dell’Unione Europea si incontreranno il 17 ottobre per discutere nuove misure contro il regime iraniano.


La settimana scorsa, in una serie di colloqui, la signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha incontrato separatamente i rappresentanti degli Stati Uniti Brad Sherman (democratico), membro di spicco della Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti, Tom McClintock (repubblicano), membro della Commissione Giudiziaria, Steve Cohen (democratico), copresidente del Caucus for Human Rights and Democracy in Iran, Sheila Jackson Lee (democratica), della Commissione Giudiziaria, Young Kim (repubblicano), della Commissione Affari Esteri, Raul Ruiz (democratico), della Commissione per l’Energia e il Commercio, Lance Gooden (repubblicano), della Commissione per i Servizi Finanziari e Randy Weber (repubblicano), della Commissione per la Scienza, lo Spazio e la Tecnologia.


Nel corso degli incontri, secondo il CNRI, la signora Rajavi ha fatto riferimento all’estensione della rivolta con l’obiettivo di stabilire una repubblica democratica basata sulla separazione tra religione e Stato e ha affermato che è giunto il momento per il mondo di riconoscere il diritto del popolo iraniano a difendersi per rovesciare il regime. I legislatori statunitensi hanno condannato la violenta repressione dei manifestanti e hanno espresso sostegno alla lotta del popolo iraniano per la libertà.


Note


[1] Il manifesto, Albania-Iran è scontro frontale, 10 settembre 2022

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