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Aida dell'Oglio

"Gli aceri della discordia": domani udienza in Tribunale

Aggiornamento: 19 mag

di Aida Dell'Oglio*



Domani, probabilmente, al Tribunale di Torino si confronteranno per l'ultima volta le parti davanti al giudice  Ludovico Sburlati. Lo scontro è sulla liceità dell'abbattimento degli aceri di corso Belgio.[1] Dunque residenti, che rappresentano tredicimila firmatari dell'appello promosso dal Comitato ”Salviamo gli aceri di Corso Belgio” versus l'amministrazione comunale del sindaco Stefano Lo Russo. E questo a tre mesi dall'abbattimento di diciassette aceri dichiarati a rischio, in quello che molti hanno definito un vero e proprio colpo di mano. Una decisione presa in antitesi alla richiesta dell'agronomo del Comitato di valutare l'intervento insieme con l'agronomo nominato dal Comune. Peraltro, a giudizio dell'agronomo del Comitato, dott. Zanzi, solo due dei diciassette aceri condannati versavano in condizioni di  salute precaria. E discutibili sono state le informazioni condotte a mezzo stampa nei giorni successivi, quando è stata sbattuta in prima pagina la foto di un tronco cavo, a dimostrazione della pericolosità della situazione. Al contrario, quell'acero dimostrava la sua grande capacità di sopravvivenza agli attacchi della natura e degli uomini, perché dal suo cuore cavo stava elevandosi, per raggiungere la luce, un nuovo virgulto, già del diametro di alcuni centimetri.

Ora siamo al redde rationem e la ragione ci dice che le motivazioni a difesa degli aceri,  elaborate con il supporto di una sterminata letteratura medico scientifica, sono inoppugnabili.

Meno sicuri, per il Comitato, è il complessivo andamento della vicenda in questi mesi per la posizione generalizzata dei media, tesa nella maggior parte dei casi a far apparire i ricorrenti autentici passatisti, sostenitori a oltranza dello status quo, se non dei barricadieri nullafacenti o peggio, dei violenti sovvertitori delle istituzioni. Inoltre, si è dato spazio assoluto agli estensori del Progetto di abbattimento, patrocinatori di un programma di “riqualificazione ambientale” che omette però di indicare quanto già si opera nel senso di una distruzione , in molte zone della città, del verde pubblico. Ora, però, è facile infatti percepire lo sgomento del quartiere di fronte alle scelte che vede effettuare. “ Perché?” è la domanda che ci viene continuamente posta nei nostri giri di volantinaggio. Non siamo noi in grado di dare risposte a tale quesito. Noi possiamo operare con le sole nostre forze nel tentativo di bloccare  operazioni che riteniamo pregiudizievoli perla salute dei cittadini. Avremmo di gran lunga preferito riuscire a discutere con i nostri amministratori intorno ad un tavolo per esporre le nostre idee su quella che a noi sembra dovrebbe essere una vera “riqualificazione ambientale”, che metta al centro di ogni progetto gli esseri viventi, tutti, per ristabilire l'armonia con la natura che rischia di essere definitivamente interrotta, e per riprendere il concetto di partecipazione democratica che ci appare da tempo negata. Ma il Comune di Torino ha optato per la prova muscolare, con la presenza di agenti in versione antisommossa, armati di scudi e manganelli...

Ancora nei giorni scorsi, al Salone Internazionale del libro di Torino, Stefano Mancuso, direttore del LINV (Laboratorio internazionale di Neurobiologia Vegetale) in un dibattito con l'assessore Francesco Tresso ha ribadito che nella città di Torino occorrono milioni di alberi, in aggiunta a quelli già esistenti, per affrontare il futuro climatico che ci attende. In generale, inoltre, occorre una totale riorganizzazione delle città, che lasci molto più spazio ai luoghi di confronto “umano” e assai meno alle auto e a tutto ciò che minaccia la salute fisica e psichica degli esseri umani. Intanto, sta per iniziare la distruzione del Parco del Meisino a favore della Cittadella dello sport. Ma mesi fa, lo stesso assessore Tresso ha invitato il prof. Paolo Pileri dell'Università Statale di Milano a una passeggiata al Meisino, suscitando la di lui meraviglia per tanta bellezza e tanta biodiversità, ad un passo dal cuore di Torino. Il giorno successivo Tresso rilasciava una dichiarazione in cui coinvolgeva il prof. Pileri nell'apprezzamento per il progetto sulla Cittadella dello sport. Posizione che il docente sconfessava però a stretto giro di posta, sottolineando che il parco del Meisino rappresenta un bene assai prezioso, da preservare intatto per la salute e il benessere che offre ai cittadini, per la fruizione estetica e per la salvaguardia di tutte le numerose specie vegetali e animali che lo popolano e vi trovano rifugio.


*Comitato ”Salviamo gli aceri di Corso Belgio”


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