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Finito il tempo della caccia alle streghe, ora comincia quello all'IA: parola di G. Meloni

di Galeno


Mi hanno mandato dei messaggi alcuni dei giovani medici del vostro secolo: quelli di cui ho già scritto e che dialogano con me usando WhatsApp, meraviglioso e incomprensibile strumento. Si fidano di me perché gli ho fatto conoscere il Prognostico di Ippocrate, grande opera di metodo per la medicina, da me studiata e praticata con coraggio cercando i segni delle malattie, i loro sintomi più nascosti. Il vostro Umberto Eco ha fatto addirittura risalire a me la radice per cui «nella storia del pensiero occidentale (…) una scienza semiotica, comunque la si chiami, viene sempre definita dottrina dei segni».[1]

Con coraggio, perché la mia capacità, grazie a quel metodo, di prevedere il decorso delle malattie per poi tentare di intervenire, mi valse l’accusa di stregoneria. Con coraggio, perché il mio rigetto della nozione di malattia divina – come l’epilessia, considerata male sacro, ma non da Ippocrate – mi valse molti secoli dopo l’accusa di ateismo, ma non ero lì e non potevano bruciarmi!

Torniamo ai giovani medici. Mi hanno segnalato che sta ritornando l’accusa di stregoneria, questa volta per chi usa una cosa che si chiama intelligenza artificiale, prodotta – mi hanno detto - da dei congegni mirabili che generano frasi interessanti e ricche di contenuto su ogni argomento. Dicono che con lo stesso oggetto, per me misteriosissimo, che usano per mandarmi i loro messaggi, riescono anche a trovare delle indicazioni molto utili per le diagnosi e le cure, ma … hic sunt prigiones.

Lo dice una legge che il vostro Presidente del Consiglio – è una donna, ma vuol essere chiamata con l’appellativo adatto a un uomo, cosa curiosa ai vostri tempi – vuole fortissimamente, per sviluppare quel settore che dice essere strategico per l’Italia e l’Occidente. Il titolo è “Schema di Disegno di Legge Recante Disposizioni e Delega al Governo in Materia di Intelligenza Artificiale”.[2] Uhm, ho provato a leggere il contenuto, forse sono troppo lontano nel tempo per capire, ma il fatto delle prigioni l’ho compreso benissimo: la parola reclusione compare ben cinque volte! Ma è quella la strada per sviluppare la strana cosa artificiale di cui il presidente Giorgio, ops, Giorgia parla tanto spesso?

Contiene brani dal contenuto altamente misterioso: «Qualunque contenuto informativo diffuso da fornitori di servizi audiovisivi e radiofonici tramite qualsiasi piattaforma in qualsiasi modalità incluso il video on demand e lo streaming che, previa acquisizione del consenso dei titolari dei diritti, sia stato, attraverso l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, completamente generato ovvero, anche parzialmente, modificato o alterato in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono, deve essere reso, a cura dell’autore o del titolare dei diritti di sfruttamento economico, se diverso dall’autore, chiaramente visibile e riconoscibile da parte degli utenti mediante inserimento di un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata purché chiaramente visibile e riconoscibile, con l’acronimo “IA” ovvero, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento».

Filigrana? Non so che cosa voglia dire lì tra quelle altre parole, neanche i miei allievi lo sanno; gli ho detto di chiedere, con cautela, al signor Presidente del Consiglio. In ogni caso sembra tanto una caccia alle streghe… ah, no, una caccia all’intelligenza artificiale.

Il progetto di legge non usa mezzi termini: «Chiunque cagiona ad altri un danno ingiusto, mediante invio, consegna, cessione, pubblicazione o comunque diffusione di immagini o video di persone o di cose ovvero di voci o suoni in tutto o in parte falsi, generati o alterati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, atti a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da uno a cinque anni». State attenti, cinque anni sono lunghi.

Mi ripeto: Meloni non voleva sviluppare l’uso dell’intelligenza artificiale? Lo fa con una legge zeppa di divieti e carceri e pure mal scritta? Mi hanno detto che ha cacciato un notevole personaggio, un certo Giuliano Amato, che il suo governo aveva incaricato di presiedere la commissione per la difesa del ruolo degli autori di fronte all’avvento di queste nuove diavolerie. Molti di voi, nell’Italia del XXI secolo, avevate scherzato su quella nomina, dicendo che era troppo anziano e che non conosceva le novità artificiali. Tramite i miei allievi mi sono documentato: certo Amato avrebbe insegnato a quelli del governo come si scrive una legge, prima di tutto evitando di dimenticare quanto ha fatto, sullo stesso argomento, la vostra bellissima Europa!


Note

[2]Approvato dal Consiglio dei ministri del 23 aprile, vedere ad esempio https://www.fiscoetasse.com/files/18248/ddl-intelligenza-artificiale-post-precdm-23-04-2024.pdf 


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