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Fermezza nella fede e senso del sacrificio dei Testimoni di Geova

Aggiornamento: 28 giu

Congresso regionale a Torino fino a domani, domenica 29 giugno


di Piera Egidi Bouchard


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Con la celebrazione del battesimo dei credenti il Congresso regionale dei Testimoni di Geova, che si è aperto ieri, 27 giugno, all'Inalpi Arena di Torino, entra nel suo momento più spirituale. Il Congresso, che si conclude domani, domenica 29 giugno, prevede una partecipazione di 15.000 persone ogni giorno, è dedicato alla “Pura adorazione”.



I Testimoni di Geova non sono soltanto quelle persone che talora, a due a due, vengono a bussare alle nostre porte per distribuire la loro rivista La Torre di Guardia. Sono una confessione religiosa biblicista nata negli Stati Uniti nella seconda metà del 1800, che conosciamo nel mondo laico soprattutto per il loro intransigente pacifismo che li portò in carcere come obiettori di coscienza.

Scriveva il laicissimo avv. Bruno Segre che li difese, nella sua battaglia per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza: “Posso attestare che la fermezza della loro fede, ispirata al principio di onestà, sacrificio personale e solidarietà, ha suscitato la mia ammirazione.” E Luigi Berzano, sociologo e studioso in particolare delle minoranze religiose, cattolico, riguardo alla loro opposizione al nazismo, incarcerati e uccisi nei lager - noti come “Triangoli viola”, per il contrassegno che portavano cucito addosso - a sua volta nota: ”Finalmente la grande testimonianza di fede e di valori civili degli oltre 25.000 Testimoni perseguitati in Germania ha ora superato il silenzio. Quanto ha colpito i Testimoni è stata e rimane una testimonianza unica, totalmente religiosa e per questo ancora più ricca e nobile di quella di tutte le altre vittime.”

In ricordo di questa testimonianza nel 2019 è stata scoperta alla Risiera di San Sabba nel comune di Trieste una targa commemorativa in onore di quelle migliaia di Testimoni che furono perseguitati sotto il nazifascismo. Il pastore valdese Giorgio Bouchard ribadiva a sua volta come proprio la loro aderenza alla parola biblica li portò a riconoscere nel nazismo una forza diabolica: nei lager uomini e donne non abiurarono alla loro fede, 2000 furono martirizzati, e di fatto furono “L’unica chiesa cristiana che si sia opposta in massa agli idoli del III Reich. Né si ritenga che i Testimoni siano stati più teneri nella loro valutazione della società occidentale: una vera e propria Babilonia, dominata dagli idoli del denaro e del vizio.”.

Anche nei paesi dell’est furono perseguitati, nel dopoguerra, come scrive la storica Anna Foa, accusati di essere spie degli Usa, e solo dopo la caduta del muro di Berlino fu possibile ricostruire sui documenti e divulgare pubblicamente la loro storia.

Per una sintesi efficace e comunicativa della loro dottrina si veda ancora Giorgio Bouchard “Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo” (Claudiana), in cui si spiega, a cominciare dalla genesi del nome “Geova” (trascrizione dalle lettere ebraiche di IHVH, cioè Dio, aggiungendo alle consonanti le vocali di Adonai, il Signore, secondo un antica trascrizione biblica ). Viene poi evidenziato il loro biblicismo, e in particolare l’interpretazione dell’Apocalisse; la loro concezione non trinitaria, la visione “luterana”, cioè per grazia, della salvezza; l’attesa del “ritorno di Cristo”; il battesimo dei credenti, per immersione.

Dal punto di vista dell’etica, essi rifiutano ogni rapporto con lo Stato, non votano e rifiutano ogni partecipazione alla vita politica, e soprattutto il servizio militare. “L’etica che professano è di tipo sostanzialmente puritano – scrive Giorgio  Bouchard - (disciplina sessuale, astensione dalle droghe e dal fumo; grande enfasi sull’onestà personale del credente, e il loro biblicismo li porta a rifiutare, ad esempio, le trasfusioni del sangue, come scritto in Genesi e Levitico ).

Questa posizione ha provocato una vera e propria “persecuzione legale” anche nei paesi democratici: dei Testimoni sono stati sottoposti a trattamenti psichiatrici coatti ,oppure trasfusi contro la loro volontà. E’ vero che molti di loro hanno rischiato la vita pur di non accettare la trasfusione: ma – polemizza il pastore Bouchard – dei paesi liberi dovrebbero pur sapere che la coscienza individuale non può essere controllata dallo Stato. Del resto è ormai quasi universalmente riconosciuto che questa posizione dei Testimoni non è priva di riscontri oggettivi (rischio di infezione AIDS ecc.) ed è comunque stata un grande stimolo per la ricerca scientifica.”



 

 

 

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