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Donald Trump ha già chiesto la testa di Francesca Albanese


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Prevedibile? No, semplicemente scontata la richiesta degli Usa di licenziare Francesca Albanese dal ruolo di Relatrice speciale dell'Onu per i Diritti umani nei territori palestinesi occupati.[1] Carica che ricopre dalla primavera del 2022. E ciò avviene, ed è altrettanto scontato, nel solco della migliore tradizione di chi conosce soltanto il linguaggio della prepotenza verbale e non, e pretende di applicarlo in qualunque circostanza e in qualunque situazione che gli procura fastidio. In questo ruolo, The Donald, ispiratore del comunicato con cui si chiede di esautorare Francesca Albanese, si rivela ancora una volta un maestro, un faro di luce e di avvenire soprattutto per quei bulli che aspirano a posizioni di potere partendo dalla strada per insediarsi (o insidiare?) nelle istituzioni.

Le accuse formulate dagli Usa, per essere sicuri di non trascurare nulla, sono a 360 gradi e recuperano in primis l'anatema privo di scadenza, cioè l'antisemitismo, per culminare nella "guerra economica contro l'Occidente". Accusa che corre sulla scia dell'ultimo rapporto, quello fresco di stampa del 30 giugno scorso, puntiglioso e documentato con cui la Relatrice speciale dell'Onu ha descritto i legami tra le lobby dell'apparato militare industriale, Stati Uniti, Israele e Stati disuniti d'Europa per calpestare i palestinesi. Il coraggio non premia.

Non premia neppure la vocazione alla convivenza civile che tende a fare abbassare le armi in favore del dialogo costruttivo. Se ne deve essere reso conto l'ex primo ministro di Israele e sindaco di Gerusalemme Euhd Olmert, che ieri, 3 luglio, ha ricevuto il Premio Ducci per la pace insieme con Massimo Fusarelli, ministro Generale dell'Ordine francescano dei Frati minori e Sari Nusseibeh, intellettuale e scrittore palestinese, già Rettore dell'Università Al Quds.

In un'intervista apparsa oggi su La Stampa, infatti, Olmert, dopo aver denunciato le crudeltà di Israele nei territori occupati, ribadito il diritto internazionale per tutti gli Stati e non soltanto per quelli amici, ha esposto la seguente e ottimistica tesi (sintetizzata nel titolo) per arrivare al cessate il fuoco a Gaza: "Trump è il solo che può convincere Netanyahu, non con la logica ma con l’autorità del capo". Dopo l'avviso di sfratto inviato a Francesca Albanese, e alla vigilia della visita di Netanyahu a Washington, autorità e capo, almeno negli Stati Uniti, danno l'impressione però di essere un ossimoro.


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