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Deserto sportelli: il cliente paga e le banche aumentano i profitti

Aggiornamento: 26 mar

di Rosanna Caraci


Le banche giocano a risiko sulla pelle dei correntisti con buona pace delle commissioni che ciascuno di noi paga sui servizi che, con la chiusura di filiali e sportelli, sarà sempre più difficile ottenere. Il Piemonte è maglia nera in Italia della «desertificazione» bancaria. Il 63% dei comuni, secondo l’ultimo report di First Cisl, è rimasto senza accesso a uno sportello bancario. Ad oggi, la media regionale è di 40 sportelli ogni 100 mila abitanti. Digitalizzare, razionalizzare, ottimizzare: in una parola sola, tagliare.

Dopo l’amarezza per il taglio degli uffici postali su alcuni quartieri torinesi e comuni piemontesi, realizzato nonostante la forte opposizione delle amministrazioni e dei sindacati, da mesi la logica di razionalizzazione cancella senz’appello filiali e sportelli bancari. La gestione di un conto corrente, le operazioni che in particolare chi non è “digitale” affida allo sportello, il pagamento di tasse e imposte che abitualmente passano dal cliente al bancario o anche le consulenze che spesso si chiedono al un consulente di fiducia, in molti paesi non saranno più possibili.


La metà dei comuni italiani senza punti bancari

E’ la desertificazione bancaria: meno filiali, meno personale e quindi meno costi. Tutti gli istituti, banche grandi e piccole, puntano sulla digitalizzazione. La chiusura degli sportelli bancomat avrebbe lo scopo di spingere i cittadini ad usare la moneta elettronica e ciò è indispensabile per le banche perché possano proseguire nel loro piano di contenimento dei costi. In questo, poco importa che l’alfabetizzazione digitale e tecnologica degli utenti più anziani, coloro che con la banca hanno anche un rapporto di fiducia, non sia così capillare.

Sebbene la chiusura degli sportelli sia spesso giustificata dall’aumento dell’internet banking, i dati dimostrano che in Italia il suo utilizzo rimane inferiore alla media europea. Solo il 55% degli italiani ricorre ai servizi bancari online, contro il 67,2% della media UE. Il divario è ancora più marcato tra gli over 65: appena il 33,9% utilizza il digitale, contro il 56,3% della Francia e il 44,7% della media europea.

Secondo i dati dell’Osservatorio Fiba di First Cisl, circa la metà dei comuni italiani è ormai priva di sportelli bancari: 3.381 località, pari al 42,8% del totale, hanno perso ogni presenza fisica di istituti di credito. Nel corso del 2024, le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli (-2,5% rispetto al 2023), portando il loro numero complessivo al di sotto della soglia dei 20 mila.

Le conseguenze della riduzione degli sportelli bancari si fanno sentire in misura crescente sulle comunità locali, soprattutto nelle aree meno servite. Stando ai dati dell’Osservatorio Fiba, in soli tre mesi, circa 230 mila italiani hanno perso la possibilità di entrare in una banca nel loro comune di residenza. A fine 2022, secondo Bankitalia, in Piemonte operavano 67 banche, di cui 27 con sede amministrativa in regione. I dipendenti sono scesi a quota 20 mila.

Nella classifica della «desertificazione parziale» dell’Osservatorio First Cisl, Torino risulta 40esima in Italia, Cuneo 58esima. Il risparmio dei piemontesi resta elevato, e vale più di 100 miliardi di euro. Per le commissioni pagate per le operazioni e per la custodia dei propri risparmi, gli utenti e i correntisti meriterebbero di essere considerati come valore della banca stessa e non come semplici utenti finali sui quali pesano scelte prese dall’alto.

Le amministrazioni locali non possono non essere prese in considerazione, per il fatto che la desertificazione bancaria colpisce inevitabilmente il tessuto imprenditoriale locale. Nel 2024, il numero di aziende con sede in comuni privi di sportelli è aumentato di 18.834 unità, arrivando a 282.688 imprese. Anche il numero di cittadini coinvolti è in crescita: oltre 11 milioni di italiani risiedono in aree a rischio di esclusione dai servizi bancari, di cui 4,6 milioni in comuni totalmente desertificati e 6,3 milioni in comuni con un solo sportello.

L’UNCEM, l’Unione dei comuni montani, con il suo presidente Mauro Bussone, ha raccolto il grido di protesta di molti sindaci e amministratori locali, segnalando il pericolo connesso ad una riduzione dei servizi soprattutto nelle aree interne, sottolineando come ogni taglio e ogni chiusura di una banca in un Comune faccia male al suo tessuto sociale ed economico.


La situazione in Piemonte in provincia di Torino

In una lettera inviata agli amministratori delegati di Intesa San Paolo e di Unicredit, Bussone spiega “Dove c'è credito, dove c'è risparmio, ci sono investimenti, lavoro, progresso, sviluppo, innovazione. Dove vi sono servizi, vi sono opportunità, fiducia, visione, futuro" chiedendosi quanto importi dei distretti, della manifattura che ha lunga storia, degli imprenditori che stanno facendo di tutto per resistere.

In Piemonte e in provincia di Torino, il Piano Territoriale 2025 di Intesa Sanpaolo prevede una drastica riduzione della presenza sul territorio, con 19 chiusure e 23 accorpamenti o trasformazioni. Chiudono Baldissero, lo sportello Exclusive di Beinasco, così come quelli di Caluso e di San Maurizio Canavese. Chiude anche lo sportello di Sauze d'Oulx, con data indicativa 21 giugno 2025. Le due date indicate per la "prima chiamata", ossia l'inizio delle procedure probabilmente, sono infatti 21 giugno e 18 ottobre 2025 per i diversi gruppi e le diverse divisioni.

Sulle Montagne Olimpiche cessa di essere filiale Bardonecchia, che diventa esclusivamente sportello, così come la Filiale Imprese di Ciriè. Vengono accorpate le filiali di Beinasco, Bussoleno, Caluso (a Chivasso), Candiolo, San Maurizio Canavese e Volpiano.

Nel resto del Piemonte, accorpamento per Valdilana nel Biellese e Gattico-Veruno nel Novarese; chiusura (a giugno) per lo sportello di Baceno (VB), accorpamenti per Baveno, Cannero Riviera e Verbania-Pallanza (dove chiude l'Exclusive) nel Verbano Cusio Ossola; accorpate anche le filiali di Monleale, Murisengo e Pozzolo Formigiano in provincia di Alessandria; accorpata a Nizza Monferrato la filiale di Montegrosso d'Asti (dove chiude l'Exclusive); la filiale di San Damiano d'Asti si trasforma in sportello; in provincia di Cuneo chiudono gli sportelli di Barge, Farigliano, Frabosa Soprana, Magliano Alfieri, Magliano Alpi, Mango, Murazzano, Valdieri e Vinadio, mentre vengono accorpate le filiali di via Garibaldi ad Alba, di Beinette, Chiusa Pesio, Garessio (con Ceva).

Considerare la desertificazione bancaria come mortificante, sprezzante della tradizione imprenditoriale e produttiva di un territorio quale quello piemontese, dovrebbe spingere la politica a battere un colpo che dissuada i colossi bancari a chiudere le serrande.

La chiusura di sportelli e filiali rende l’accesso ai servizi finanziari in tutto il Paese meno agevole e senza dubbio espone i più fragili a difficoltà e a intermediari senza scrupoli. Il rapporto umano, il lavoro e le relazioni, la qualità dei servizi, per i quali comunque si paga, e la loro fruibilità non possono essere sacrificati con il preteso di una irrinunciabile rivoluzione digitale ben lontana dall’essere democraticamente alla portata di tutti.

 

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