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"Città ferite": tre romanzi per raccontare il terrorismo

Aggiornamento: 26 mar 2023


Ultimo appuntamento a Rivoli, in via Piol 8, alla Casa del Conte Verde collocato all'interno della Mostra fotografica organizzata con il sostegno dell'amministrazione comunale di Rivoli, da Unitre Rivoli e La Porta di Vetro "Città ferite, Torino Rivoli", immagini del terrorismo degli anni Settanta, che si chiuderà domenica prossima. Nel pomeriggio di oggi alle 16.45, 28 ottobre, Eva Monti, giornalista di "Luna Nuova", presenterà tre romanzi (editi da Neos) che si richiamano alla stagione dell'eversione nera e rossa che procurò lutti e stragi.

Ed è proprio una strage, quella della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, quando una potente carica di tritolo spezzò la vita di 85 persone e ne ferì oltre duecento, in cui si inoltrano le pagine di Alberto Giovanni Luca con "Dieci e venticinque".

Il titolo è diretto, che riporta alla memoria l'indelebile immagine dell'orologio della stazione felsinea con le lancette miseramente ferme alla deflagrazione della bomba. Un'ora tragica che incrina la spensieratezza che fino a quell'evento ha contraddistinto la vita di provincia di Fausto, il protagonista della storia sullo sfondo delle colline della Val Trebbia, tra i primi amori, le amicizie, il rapporto con i genitori, il servizio militare a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Per la strage di Bologna sono stati giudicati colpevoli Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, neofascisti appartenenti ai NAR (Nuclei armati rivoluzionari) insieme con altri due militanti di estrema destra, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Ma, al di là della sentenza passata in giudicato, la storia giudiziaria non ha dipanato uno dei tanti e grandi misteri italiani. Come rimangono avvolte in una selva di drammatici punti interrogativi e oscure i fatti di sangue che hanno segnato la storia del nostro Paese: dalle bombe nella Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, alla Stazione di Gioia Tauro, a Peteano, all'aeroporto di Fiumicino, piazza della Loggia a Brescia agli attentati sul treno Italicus e al disastro aereo su Ustica inseriti nella strategia della tensione, fino alle stragi di matrice mafiosa.

Punti oscuri che si trascinano dietro ombre personali da cui sono tormentati i personaggi degli altri due romanzi, i cui stessi titoli sono già un preciso indizio. Parliamo de "Il viaggio delle verità svelate" di Ernesto Chiabotto e de "La ragione del silenzio" di Patrizia Monzeglio. Il primo è un viaggio dell’anima verso la verità di due grandi amici che affrontano insieme un viaggio in Iran (paese tornato drammaticamente alle cronache da oltre quaranta giorni dopo l'assassinio di una giovane curda, Mahsa Amini), ognuno depositario di un segreto che si svelerà pagina dopo pagina, riportando i due amici alla stagione degli "anni di piombo".

Un periodo cupo della storia d'Italia che ritorna da un'altra angolazione con Letizia e Michele, protagonisti di generazioni diverse, costrette al confronto, del romanzo di Patrizia Monzeglio ambientato a Casale Monferrato, la città simbolo della lotta all'amianto.

La trama è un intreccio di situazioni che non risparmia la suspence, in cui predomina il silenzio, però ambiguo nella sua ambivalenza: c'è quello utile a ritrovare se stessi che sbianca dinanzi a che serve a coprire le ombre della vita. Ed è Letizia a ritrovarsi in questo imbuto per le scelte fatte in gioventù, ma lo è anche per un altro verso anche per il giovane Michele che dovrà prenderà atto - come non ha ancora fatto il Paese - di un passato prossimo troppo presto dimenticato.

La presentazione dei libri conclude il trittico di eventi collaterali organizzati per la mostra fotografica.

Il precedente si svolto sette giorni fa, sempre nella sala del Conte Verde, con il Convegno dedicato a Enrico Boffa, all'epoca dirigente della Singer e capogruppo della Dc in consiglio comunale a Rivoli, ferito alle gambe dalle Brigate rosse la sera del 21 ottobre del 1975 nei pressi della sua abitazione.

L'incontro, cui hanno partecipato il sindaco di Rivoli Andrea Tragaioli (nella foto, insieme con Bruna Bertòlo, presidente di Unitre) e il vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle, dopo gli interventi di Bruna Bertòlo, Pierantonio Boffa (figlio di Enrico Boffa), Flavio Fossat (figlio di Paolo Fossat, quadro Fiat "gambizzato" da alcuni colpi di pistola in un attentato rivendicato dalle Br il 19 giugno del 1975 davanti allo stabilimento Fiat di Rivalta) Giampaolo Giuliano (membro dell'Aiviter, colpito il 19 dicembre del 1979 nell'assalto compiuto da Prima linea alla Scuola di Amministrazione Aziendale a Torino), Ettore Rinaldi e Michele Ruggiero, è stato concluso da Germana Tappero Merlo con una relazione su "Violenza ed estremismo nel Terzo Millennio".

Analista di politica internazionale, sicurezza e terrorismo presso organismi istituzionali e centri di ricerca nazionali ed internazionali, con particolare riferimento alle aree del Medio Oriente, Golfo Persico e del Nord Africa, Germana Tappero Merlo (nella foto accanto a Michele Ruggiero) è autrice del libro "Dalla paura all'odio. Terrorismo, estremismo e cospirazionismo. La cultura della violenza jihadista e dell'ultradestra eversiva da al Qaeda a QAnon.

Da sinistra: Daniele Valle, Pierantonio Buffa e Bruna Bertòlo

Il ferimento di Enrico Boffa fu uno dei primi episodi cruenti inseriti in una precisa strategia di intimidazione a dirigenti aziendali, sindacalisti, giornalisti, politici, perseguita dalle Br che a Torino avevano già sequestrato il 12 febbraio del 1973 il sindacalista della Cisnal (emanazione del Movimento sociale italiano) Bruno Labate e il 10 dicembre dello stesso anno il direttore del personale Fiat Ettore Amerio.


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