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Punture di spillo. Dall'euro digitale a Bitcoin e ad altre storie o "storielle"... americane

a cura di Pietro Terna


Una dichiarazione passata sottotraccia, pubblicata domenica 18 da La Tribune Dimanche: Christine Lagarde, «L'euro digitale è un argomento su cui la Bce sta lavorando insieme al Parlamento, che deve approvare il progetto. Da parte nostra, a partire da ottobre saremo tecnicamente pronti a completare i preparativi per implementare gradualmente il progetto». [1] Arriva, finalmente! In parallelo, l’Economist ora in edicola e soprattutto online, dedica un lungo articolo intitolato «Criptocrazia - L'industria delle criptovalute è improvvisamente al centro della politica americana - Grazie agli investimenti della famiglia Trump, alle autorità di regolamentazione amichevoli e alle ingenti spese elettorali»[2] Che dire, Europa batte Stati Uniti due a zero, punteggio classico che non dà scampo!

Lo "spregiudicato"... Satoshi Nakamoto

Su Le Monde del 20 maggio, a pagina 17, si legge: «Coinbase, leader des cryptos, intègre l’indice-clé de Wall Street», [3] in altri termini il più grande trafficante delle pseudo monete, come Bitcoin e i suoi fratelli e cugini, diventa parte integrante dell’indice dell’andamento di Wall Street. Quando mi è cascato l’occhio sulla notizia ho avuto un attimo di capogiro. Tento un’analogia: come se la Banca d’Italia includesse i casinò tra gli operatori finanziari autorizzati. Solo quelli legali… però. Intanto Coinbase corre in borsa, con Le Monde:[4]


Per alcuni analisti, questa scalata è puramente meccanica: l'ingresso nell'S&P500 porterà centinaia di fondi di investimento e fondi pensione cosiddetti “passivi” - quelli che cercano semplicemente di replicare la performance del principale indice statunitense - ad acquistare azioni del nuovo arrivato nella sua composizione. Un guadagno garantito nel breve termine, meno evidente nel lungo periodo. Milioni di pensionati americani sono quindi destinati a diventare - il più delle volte inconsapevolmente - azionisti indiretti di una società di cui non conoscono necessariamente le attività.


Ripassiamo, come a scuola. Il Bitcoin [5] è una valuta artificiale, non emessa da uno Stato, inventata da un gruppo di informatici un po’ anarchici che hanno pubblicato un articolo tecnico-scientifico [6] nel 2008, usando uno pseudonimo: Satoshi Nakamoto. Avrebbe dovuto servire come sistema di pagamento, svincolato dal potere degli Stati. Invece è servito soprattutto per speculare sul suo valore, in dollari o in euro, cresciuto vertiginosamente, crollato e risalito. “Piatto ricco mi ci ficco”: sono nate centinaia di valute analoghe, denominate collettivamente criptovalute, o crittovalute, perché nelle transazioni usano dei codici segreti (crittografici) per riportare tutti i movimenti in registri pubblici, generando le cosiddette catene di blocchi (blockchain). Quando hanno iniziato a moltiplicarsi, si è capito che l’uso pratico per i pagamenti stava evaporando.

Transazioni commerciali, che confusione!

Ora sarebbe interessante poter intervistare i misteriosi autori che si sono celati dietro allo pseudonimo Satoshi Nakamoto, per avere la loro opinione sul Bitcoin che entra nell’indice di borsa più importante del mondo per il tramite di una società che fa grassi affari operando nella compravendita di quella che avevano ipotizzato essere una moneta neutrale rispetto al potere di chi la emette. Anche non inflazionistica: in verità per quest’ultimo aspetto facendo un po’ di confusione con la teoria economica studiata su manuali un po’ datati.

Il valore dei bitcoin cresce cresce cresce e quindi è deflazionistico perché i prezzi espressi in bitcoin calano: se lo si usasse realmente negli scambi produrrebbe disastri. Avremmo un’impresa che paga X per le materie prime e il lavoro per produrre un paio di scarpe che riesce a vendere solo a Y più piccolo di X, perché il bitcoin nel frattempo vale di più. Può darsi molto di più, per via delle promesse di Trump di farne valore di riserva e quindi la nostra impresa incassa molto meno di quanto ha speso. Sì, ma ora i bitcoin valgono di più… Ma anche l’importo X utilizzato per la spesa iniziale ora varrebbe di più e la miglior attività di impresa sarebbe stata… fare nulla. Poi magari il giorno dopo il bitcoin precipita e allora… ecc. ecc. Ognuno capisce che non può essere questa la strada.

Le fakenews "gestite" da Musk

Ritorniamo alla BCE e all’euro digitale. Arriveremo dopo la Cina, ma arriveremo e – detto molto in breve – avremo in tasca un accesso diretto a un nostro portafoglio presso la BCE. C’è molto materiale da leggere per approfondire questa innovazione, accessibile direttamente nei siti della BCE e dell’Europa.[7] Questo in Europa. Intanto in America esplodono le fakenews addirittura modificando una IA. L’intelligenza artificiale Grok [8] di Musk ha diffuso notizie infondate su un presunto genocidio dei bianchi avvenuto in Sud Africa. Clamorosa la risposta che Grok ci dà se lo interroghiamo in proposito. Ho provato a chiedere «È vero che qualcuno ha modificato i parametri della tua rete neurale a proposito della fake news sul white genocide?». La risposta l’ho riportata online, [9] ma la sintetizzo qui: «Si è verificato un incidente in cui Grok, il chatbot di XAl, ha iniziato a rispondere in modo anomalo, menzionando ripetutamente il concetto di "white genocide" in Sudafrica, anche in risposta a domande non correlate. Secondo quanto riportato da XAI, questo comportamento è stato causato da una modifica non autorizzata al prompt di sistema di Grok, che ha violato le politiche interne dell'azienda». Chi ha apportato quella modifica? Non credo un dilettante allo sbaraglio. E se fosse stata un’azione pilotata dall’interno per compiacere il padrone (Musk) e il super padrone (Trump)? Poi di fronte all’enormità dell’infondatezza, sono corsi ai ripari.


Californiani, nuovi secessionisti...

Poveri Stati Uniti, oggetto di tempeste economiche, sociali e mediatiche. Ecco che la California ragiona sul lasciare gli Stati Uniti e questo non è una fake. [10] È di gennaio l’annuncio: «Secretary of State Dr. Shirley N. Weber announced that the proponent of a new initiative was cleared to begin collecting petition signatures on January 23, 2025». Si tratta un’iniziativa sull’indipendenza.

Adesso lancio una notizia clamorosa: la California è già staccata dagli States: come ben si vede nella figura [11] è un’isola nettamente staccata dal territorio del continente. Il nostro baccelliere di musica tira le fila dello spillo: l’America da sempre ci piace e ci delude. Se vogliamo dar retta ad Oliver Stone la troviamo in JFK e in Gordon Gekko di Wall Street. La nuova frontiera, la speranza, il bene comune da una parte e il culto del denaro, la speculazione e la corruzione dall’altra. Le due tendenze coesistono. E in questo secolo, dopo Obama c’è Trump.

L’America è anche la terra del blues. Persone provenienti da diverse regioni africane vennero catturate e rese schiave. Diedero così origine ad una nuova cultura dopo essere state costrette ad abbandonare la propria. Il blues ha fatto molti viaggi e, negli anni ‘60 in Gran Bretagna è stato il motore di una rivoluzione. Può sembrare strano che la musica nera sia sbocciata in Inghilterra, ma i suoni percorrono vie infinite, come il Signore. La terra d’Albione fu sconvolta dall’arrivo di Muddy Waters nel 1958. Muddy Waters [12] era un bluesman elettrico, carico di adrenalina. I ragazzi inglesi ne furono conquistati. Alexis Corner e Cyril Davies diedero poi vita ai Blues Incorporated (siamo nel 1961). Dopo fu tutto un rincorrersi. L’ossatura dei Rolling Stones (Jagger, Richards, Brian Jones e Charlie Watts) passò di lì. Così gli Animals. Nacquero i Bluesbreakers di John Mayall. E poi vennero i Cream di Eric Clapton e fu un successo mondiale e ne nacque un nuovo linguaggio. Talmente nuovo che anche un talento come quello di Jimi Hendrix, [13] nero e americano, il primo riconoscimento lo ebbe a Londra. Non solo la musica ma anche idee e progetti possono circolare. Magari, anche in altri ambiti, se l’Europa saprà essere un buon esempio influenzerà anche l’America.


Note

tecnicamente-pronti-a-implementare-progetto-nRC_18052025_1044_142161033.html

[2] Criptocrazia - L'industria delle criptovalute è improvvisamente al centro della politica americana - Grazie agli investimenti della famiglia Trump, alle autorità di regolamentazione amichevoli e alle ingenti spese

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[3]https://journal.lemonde.fr/data/4580/reader/reader.html t=1747732375342#!preferred/0/package/4580/pub/6632/page/16

[4] Pour certains analystes, cette envolée est purement mécanique : l’entrée dans le S&P 500 va conduire descentaines de fonds d’investissement et de fonds de pension dits « passifs », ceux qui cherchent simplement à

répliquer la performance de l’indice vedette américain, à acheter des titres du nouveau venu dans sa composition. Un effet porteur garanti à court terme, moins évident à plus longue échéance. Des millions de retraités américains devraient donc devenir – et le plus souvent sans le savoir – des actionnaires indirects d’une entreprise dont les activités ne leur sont pas forcément familières.

[7] https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2025/html/ecb.pr250505~00207689f9.en.html e

[10] Il Segretario di Stato Dr. Shirley N. Weber ha annunciato che il proponente di una nuova iniziativa è stato

autorizzato a iniziare la raccolta delle firme per la petizione il 23 gennaio 2025, come a

advisories/Proposed-Initiative-Enters-Circulation-Requires-Future-Vote-on-Whether-California-Should-

Become-Independent-Country

[11] È tratta dal mappamondo di Vincenzo Maria Coronelli (anno 1688 ca.), visibile nella meravigliosa Sala dei

mappamondi dell’Accademia delle Scienze di Torino.

[13] In questa Little wing c’è molta della sua poetica https://youtu.be/35luFxHO5E0?si=f_4yhDihfCsVB6r6

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