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Bombe a grappolo vietate, ma Russia e Ucraina eguali nell'uso

di Sergio Cipri


Ho visto le conseguenze dell’impiego delle cluster bombs, le bombe a grappolo, durante un mio recente viaggio in Laos. Lungo molti sentieri al confine fra il Laos e il Vietnam – quella striscia di terra nota come il Sentiero di Ho Chi Min – si incontrano molte pietre squadrate con scolpite tre lettere: MAG. Significa che quel terreno è stato bonificato dall’organizzazione che si chiama Mine Action Group e che si occupa in tutto il mondo della bonifica dei terreni minati lasciati dalle guerre.

Le bombe a grappolo, come le più note mine antiuomo, furono utilizzate su vasta scala dagli americani nel loro fallito tentativo di bloccare l’avanzata dei Vietcong durante la guerra del Vietnam. Per sapere che cosa sono queste armi e perché un trattato, firmato da molti stati, ma non dagli Stati Uniti e dalla Ucraina, le ha bandite è sufficiente una semplice ricerca su internet di cui qui riporto una sintesi.

Si tratta di bombe di piccole dimensioni che vengono impacchettate in numero di circa 200 in un contenitore adatto ad essere inviato sull’obiettivo da un aereo, da un missile, da un cannone. All’altezza programmata il contenitore si apre e un sistema centrifugo sparge le bombe su un terreno della superficie di alcuni campi di calcio. Gran parte di queste bombe esplode, lasciando poco scampo a chi si trova sotto quella pioggia, ma molte rimangono a terra inesplose. Se quel terreno non viene bonificato il rischio per chi lo attraversi è altissimo, non solo nell’immediato, ma per anni, quando erba, foglie, fango, avranno sepolto le bombe.

Non sempre chi ha la disgrazia di incappare in una di queste bombe muore. In Laos ho visitato una sede della MAG dove ho visto filmati di quello che resta dei bambini, vivi, straziati dall’esplosione di quelle bombe. Una strategia di guerra, adottata sistematicamente dai russi sui civili, consiste nel provocare un grande numero di feriti e mutilati: avranno bisogno di ospedali, medici, chirurghi, convalescenziari, centri di recupero. Tutto ciò ha un costo in denaro e in personale qualificato che viene sottratto alle strutture di sopravvivenza del Paese. Anche in questo modo orribile, da secoli, si tenta di vincere le guerre.

Le mine e le bombe a grappolo sono state ampiamente utilizzate da entrambe le parti nella guerra di Crimea dal 2014 e ancora di più durante la cosiddetta Operazione Speciale ordinata da Putin, ma che di speciale non ha nulla, dal momento che è esattamente come le guerre, cioè crudele. Il suolo della Ucraina, nelle aree contese (una fonte stima il 30%), è pesantemente infestato da mine di ogni tipo e bombe a grappolo inesplose.

E’ notizia recente che l’Amministrazione Biden sta per approvare la consegna di bombe a grappolo agli ucraini. La controffensiva non sta dando i risultati attesi anche perché la guerra di trincea non si vince con l’artiglieria, ma con l’antico assalto alla baionetta, che entrambi gli eserciti, a corto di materiale umano, tendono a evitare. E allora ecco il vantaggio strategico delle cluster bombs, che con un solo colpo devastano centinaia di metri di trincee, dicono gli strateghi. Rimane qualche debole titubanza, che tiene conto delle remore degli alleati che si sono impegnati nel bando di questi ordigni, ma si troverà il modo, anche perché, da un servizio della CNN che cito in lingua originale [1]:

Still, the Ukrainians have told US officials that they could make good use of the cluster munitions currently gathering dust in storage as western ammunition supplies dwindle.

[da Google traduttore] Tuttavia, gli ucraini hanno detto ai funzionari statunitensi che potrebbero fare buon uso delle munizioni a grappolo che attualmente raccolgono polvere nei depositi mentre le scorte di munizioni occidentali diminuiscono.

Tra l’altro, sempre dalla stessa fonte viene dichiarato che gli ucraini fanno già uso delle cluster bombs in questa guerra, acquistandole dalla Turchia che già esporta droni a Kiev, dopo aver acquistato in passato sistemi missilistici russi. Un grande e florido commercio, insomma.

Conclusione. Le bombe a grappolo sono usate da anni dalle forze armate russe e ucraine sul territorio ucraino. Gli ucraini – d’accordo gli americani – ne vorrebbero usare molte di più, ma quelle che comperano dalla Turchia costano, mentre gli americani hanno i depositi pieni che raccolgono soltanto polvere. Il territorio ucraino rischia di diventare così con il contributo degli stessi ucraini, un enorme campo minato. Ma ogni sacrificio è accettabile per l’inevitabile vittoria che dovrebbe avvenire entro l'anno, secondo le previsioni del presidente Zelensky.

Nelle tenebre che si stanno infittendo è comparso nella mia mente il simbolo del TAO: una figura dove non è possibile, con una linea comunque contorta, separare il bianco dal nero.


Note


[1] https://edition.cnn.com/2023/06/29/politics/cluster-munitions-biden-administration-ukraine/index.html




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