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Forza e limite delle Operazioni speciali ucraine in Russia

di Michele Corrado


Grande risonanza hanno avuto le recenti azioni condotte dagli ucraini in territorio russo e coronate da successo. Cerchiamo di capire cosa sono e che valenza hanno questa tipologia di Operazioni nell’ambito del conflitto in corso.

Le Operazioni Speciali condotte all’interno del territorio nemico contro obiettivi di significato strategico od operativo sono affidate da unità particolari che hanno la capacità di condurre azioni non convenzionali e spregiudicate contro obiettivi nemici (infrastrutture di particolare importanza, vettori aerei ed aerospaziali, personaggi che rivestono ruoli apicali di significative strutture e quindi difficilmente sostituibili, ecc.), che una volta colpiti e distrutti hanno una ricaduta non direttamente connaturata con il livello tattico definito dalle truppe a contatto, ma rivestono importanza ed effetti di livello superiore.

Gli ucraini, secondo valutazioni Nato antecedenti al conflitto in corso, avevano uno standard adeguato a quello Nato per quanto riguardava le Forze Speciali, mentre erano carenti per quanto atteneva alle unità di campagna.

Questa situazione sembra essere confermata dai risultati ottenuti durante l’intero conflitto dove i russi si sono e si stanno dimostrando preponderanti in tutte le operazioni di livello tattico, mentre soffrono le iniziative delle Forze Speciali ucraine quando queste vengono impiegate adeguatamente per conseguire obiettivi di rilevanza strategico/operativa.

Va inoltre considerato che le Forze Speciali ucraine hanno alcuni vantaggi intrinsechi al loro impiego ed all’avversario da ingaggiare. Hanno una scelta di obiettivi russi pressoché infinita ed un territorio dove operare impossibile da proteggere nella sua totalità. Inoltre i russi non sono abituati a ricevere azioni di questo tipo all’interno del loro territorio sia per pregressi storici, che per mentalità.

Gli ucraini inoltre possono contare su sofisticati ed attendibili assetti specialistici forniti dai paesi occidentali e su tecnologie specifiche sviluppate per questo tipo di azioni che ne rendono fattibili la condotta. Non va poi dimenticato che per gli ucraini è molto facile agire in territorio russo, parlano la stessa lingua e fisicamente sono indistinguibili dai residenti russi nelle zone di intervento prescelte. Questo aspetto è fondamentale per la sopravvivenza in territorio nemico; si pensi ad un team di Forze Speciali italiano inviato a condurre una qualsiasi operazione in territorio cinese.

La buona riuscita di una operazione speciale mantiene alto il morale in ogni caso, se riservata instilla ulteriore fiducia nelle proprie capacità negli addetti ai lavori, se pubblica fa da tonico al morale della nazione. Ed è quello che sta avvenendo attualmente, dove i risultati delle azioni ucraine vengono ampiamente pubblicizzate per ridicolizzare le capacità russe di protezione di obiettivi di rilievo all’interno dei propri confini.

Ciò non fa altro che provocare la leadership russa che spinge i vertici militari ad eseguire azioni di rappresaglia indiscriminata in territorio ucraino, lontano dalla linea di contatto fra le truppe, al fine di tranquillizzare la propria opinione pubblica sulla certezza delle proprie capacità militari.

Gli ucraini hanno quindi adeguate risorse umane per alimentare le Forze Speciali, mentre difettano di volontari per le truppe di campagna. Riescono a colpire con sorpresa, efficacia ed in profondità obiettivi di rilievo in territorio russo, ma non sono in grado di reclutare e preparare personale da dedicare alle unità terrestri dell’Esercito.

È un quadro sconfortante che, se perdura, porterà verso una sconfitta definitiva, essendo il tipo di conflitto fondato sul logoramento delle truppe e sullo sfinimento morale della popolazione per le continue azioni di bombardamento di obiettivi non militari.

Le Forze Speciali rimangono tuttavia nell’immaginario collettivo come l'intramontabile simbolo della determinazione di un Paese a non dichiararsi vinto dal nemico.

 

 


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