Armi e guerra, che fare per arrestare la corsa verso l'abisso?
- Primo Greganti
- 29 giu
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di Primo Greganti

Provvedimenti recenti (Decreto sicurezza, con relativa bocciatura della Cassazione) e meno recenti (separazione delle carriere dei magistrati) sono la conferma di un progressivo sfaldamento della nostra democrazia, una sorta di dissoluzione cui non sarà neppure necessario far seguire una illiberale "marcia su Roma", per usare il più classico dei riferimenti storico. Non sarà necessario perché oramai tutto si sgretola a Roma, nel governo di un Paese che giorno dopo giorno tende a sgretolare quel sistema di pesi e contrappesi su cui si regge la democrazia. E lo fa sulle orme del presidente americano Donald Trump che all'estero sfianca l'Europa per un aumento delle spese militari al 5 per cento del Pil, e l'ottiene con la complicità del Segretario generale della Nato Rutte, a mio avviso un'autentica "quinta colonna" al servizio di Washington, e in patria svuota il welfare con la sua legge di bilancio, da lui definita "Big, beatiful bill" (Grande e meravigliosa legge), ma contestata dall'ex sodale Elon Musk, con cui sforbicia le tasse federali per concedere più risorse al Pentagono e alle agenzie per la sicurezza di frontiera. Tout se tient, tutto è collegato. Inclusa la svalutazione che Trump opera sistematicamente nei confronti dell'Onu e delle agenzie ad essa collegate che si misure con 56 guerre in corso nel pianeta.
Intanto, la manipolazione dell'informazione prosegue a colpi di sensazionalismi, di forzature e di fake news su argomenti in apparenza distanti, ma che convergono sull'ipotesi che il mondo libero sia prossimo ad essere aggredito con l'obiettivo finale di disorientare una già confusa opinione pubblica. Eppure, se osserviamo gli avvenimenti recenti, ad avere violato il diritto internazionale sono due Stati democratici, Israele e Stati Uniti. Il primo agisce da oltre un anno e mezzo con coerenza criminogena nell'eliminare il popolo palestinese (altri 85 morti nelle ultime 24 ore a Gaza, il che porta il bilancio a 56.500 vittime) e uccidere con ripetuti bombardamenti aerei oltre mille iraniani e ferirne circa 4.500, mentre erano in corso trattative sul nucleare proprio con il secondo, cioè gli Usa. Amministrazione americana che a sua volta persegue con lucida schizofrenia - ossimoro dovuto - il rapporto con l'Iran: ieri l'attacco ai tre principali siti nucleari; oggi 29 giugno, l'affermazione che gli ayatollah erano a un passo dall'atomica e nel contempo l'offerta (divulgata dalla Cnn e ripresa on line sui social) di 20-30 miliardi di dollari per dare impulso al nucleare civile, cioè il tema in discussione prima delle azioni militari di Israele e degli stessi Usa. Sterzate e controsterzate che rischiano di portare anche il migliore dei piloti fuori strada. E Trump, che al massimo potrà vedersi assegnare il Nobel per Prepotenza, non certo quello per la Pace, non lo è.
In questo contesto, si registra un esempio calzante di manipolazione subliminale meritevole d'attenzione. Sui social è apparsa la notizia della violazione dello spazio aereo estone di un Su-24 russo. Provocazione spiegata, secondo alcune fonti, dall'intervento della marina militare estone per fermare una petroliera russa nota come Jaguar, che si ritiene facesse parte della flotta ombra di Mosca. Il recente incidente, che ha coinvolto la Svezia, non ha comportato la violazione dello spazio aereo del Paese da parte dei cacciabombardieri russi avvistati sul Mar Baltico, ma la situazione ha evidenziato un problema nella regione che era passato in gran parte inosservato al resto del mondo. Piccolo particolare, rivelato da Newsweek: l'episodio si è verificato mentre le esercitazioni NATO Baltops-25 nella regione baltica stavano per concludersi. L'esercitazione militare NATO ai confini con la Russia ha coinvolto 40 navi, 25 aerei e circa 9.000 membri del personale dell'Alleanza.
La guerra in Ucraina non si attenua e non si vedono spazi per la diplomazia. Anzi. La Russia ha scatenato su Kiev uno dei bombardamenti più violenti dall'inizio della guerra. In risposta, il presidente Zelensky ha annunciato che uscirà dalla Convenzione internazionale per la limitazione delle mine-antiuomo. L'unica voce per la Pace rimane quella del Papa Leone XIV. Isolato, come il suo predecessore Francesco.
E siamo appena agli inizi. Se osserviamo con la lente d'ingrandimento il dibattito interno sul cosiddetto "riarmo", come se gli Stati avessero mai messo di produrre armi, scopriremmo che sta affilando le "improprie" armi della propaganda con ogni mezzo per convincere gli italiani sull'inderogabile necessità di sviluppare la difesa. con servizi televisivi che "scoprono" le meraviglie tecnologiche delle nostre aziende belliche, mentre i nostri ospedali cadono a pezzi, la sanità pubblica è in ginocchio per la penuria di medici, l'istruzione si conquista le prime pagine con l'improponibile divieto del ministro Valditara di usare i cellulare a scuola.
Dunque, che fare per arrestare la corsa verso l'abisso?
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