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Alberto Trentini, 229 giorni nelle carceri venezuelane

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Attenzione alle eclissi

Ammettiamolo: si avverte un po' di stanchezza nel denunciare quotidianamente la kafkiana vicenda di Alberto Trentini, da 229 giorni in un carcere venezuelano. La volontà di chiedere la sua liberazione non viene meno, così come gli appelli e le iniziative per tenerne alta e vigile l'attenzione, ma non si intravvedono segnali d'apertura da parte del governo Madero, né spiragli del governo italiano che indichino una trattativa, che diano la speranza di una rapida conclusione. In queste circostanze, rimane l'augurio che la riservatezza e la diplomazia sottotraccia siano foriere di un risultato positivo. In caso contrario, l'augurio cede il passo allo sbigottimento, perché quasi otto mesi in una cella non sono uno scherzo, soprattutto se non hai commesso alcun reato.

E Alberto Trentini, operatore umanitario, 45 anni, originario di Venezia, di reati crediamo che non ne abbia commessi dal 17 ottobre 2024 quando ha messo piede in Venezuela. L'unica "accusa" che gli si potrebbe rivolgere è quella di un eccesso di altruismo nella sua missione di cooperante di una Ong internazionale al servizio dei più fragili. Ma non pare che sia ancora reato e quindi contemplato dal codice penale del Venezuela. Oppure no?

In attesa di una risposta sulle eclettiche interpretazioni giuridiche del regime Maduro, i venezuelani sono stati informati che, riferisce la Nasa, il loro paese potrà assistere a un fenomeno astronomico senza precedenti: l'eclissi solare più lunga della storia, 7 minuti e 29 secondi. L'evento si registrerà il 16 luglio 2186, cioè tra 160 anni. La notizia non ha però destato così grande curiosità: ad una eclissi i venezuelani sono abituati da anni: è quella della libertà. A maggior ragione, non eclissiamo anche la nostra attenzione su Alberto Trentini.

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