Alberto Trentini, 170 giorni nelle carceri del Venezuela
- La Porta di Vetro
- 11 ore fa
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Alberto Trentini, veneziano, cooperante italiano di 45 anni, si trova in isolamento nelle carceri venezuelane dal 15 novembre scorso (nel carcere El Rodeo, alla periferia della capitale Caracas, riservato ai detenuti politici), senza che a suo carico sia stata formulata alcuna accusa. Si è deciso di associarsi a quanti si mobilitano quotidianamente per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni a contrastare il muro di silenzio innalzato dalle autorità di Caracas e favorire l'uscita da uno stallo che rischia di compromettere pericolosamente la salute di Alberto Trentini, sofferente di ipertensione e privo di medicinali e generi di prima necessità, secondo quanto affermato dalla legale della famiglia Alessandra Ballerini. Il cooperante italiano, laureato a Ca’ Foscari, due master in Gran Bretagna, arrivato nella capitale venezuelana il 17 ottobre scorso, lavora per la Ong Humanity & Inclusion impegnata nell'assistenza umanitaria alle persone con disabilità. Secondo quanto riportato da più fonti, è stato arrestato nel viaggio che da Caracas lo portava a Guasdualito, nel sudovest del Paese insieme all'autista che lo accompagnava.
Per la cronaca, a Guasdualito, Papa Francesco ha eretto il 3 dicembre del 2015 una diocesi che comprende i comuni di Páez, Rómulo, Gallegos e Muñoz, nello stato di Apure, e Andrés Eloy Blanco, nello stato di Barinas, ma attualmente la sede è vacante. Un "clima ostile", secondo quanto confidato da Trentini ad un collega, avrebbe permeato fin dai primi giorni la sua permanenza in Venezuela.
Il governo italiano, come ha affermato il titolare della Farnesina Antonio Tajani, è impegnato per favorire una soluzione positiva dalla vicenda. E, sempre in proposito, mesi fa, la presidente del consiglio Giorgia Meloni, contattata telefonicamente da Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, aveva assicurato l'iniziativa di Palazzo Chigi per riportare a casa il cooperante.
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