top of page

A Torino una start up per la ricerca di un nuovo nucleare 

di Chiara Cicero e Emanuele Davide Ruffino

 

ree

Si ha l’impressione che sulle prospettive dell’energia nucleare si parla tanto, ma si studi poco e ciò rischia di generare confusioni e preconcetti. Torino rappresenta un’eccezione perché una start up ha avviato, senza clamore, ma con competenza e professionalità un progetto di indubbio interesse, capace di attrarre la curiosità fuori dai confini nazionali. Il caso è peculiare, proprio perché in Italia, a seguito del referendum, non si possono costruire centrali nucleari, ma non è proibito realizzare componentistica in questo settore o intere centrali da esportare, né tantomeno proseguire nella ricerca scientifica.

 

Una realtà italiana

E così un gruppo di scienziati italiani, guidato da Stefano Buono, già ricercatore del Cern di Ginevra, poi collaboratore del premio Nobel Carlo Rubbia, ha realizzato una società che mira a sviluppare reattori nucleari di quarta generazione, chiamati Lead-Cooled Fast Reactors, appartenenti alla generazione dei Small Modular Reactors (SMR), utilizzando il piombo come refrigerante al posto dell'acqua o del sodio. Questa tecnologia dovrebbe permettere una produzione di energia più sicura e sostenibile, proprio grazie all’utilizzo del piombo, che per le sue caratteristiche intrinseche riduce al minimo i rischi di esplosioni.

“Non ho mai smesso di seguire ciò che accadeva nel campo dell’energia atomica”, affermava Stefano nell'ottobre del 2023 in un'intervista a Forbes Italia, sottolineando proprio che "l’esigenza di decarbonizzare aveva riavvicinato persone e governi al nucleare".

Una caratteristica distintiva di questa tecnologia, infatti, è la capacità di utilizzare il MOX (Mixed Oxide) come combustibile, prodotto dal riciclo delle scorie nucleari esistenti (problema ben presente per il Piemonte), contribuendo così a ridurre la quantità di rifiuti radioattivi e così a chiudere il ciclo del combustibile nucleare. Questa tecnologia, circolare, ha suscitato l’interesse in tutta Europa, portando la giovane startup a concludere di recente accordi anche con la società di stato slovacca di gestione di rifiuti nucleari JAVYS.

Con un team di quasi 900 persone distribuite in quattro Paesi, con sede legale recentemente spostata a Parigi e con il principale centro di ricerca a Torino dove operano 130 scienziati, Newcleo mira a sviluppare in Italia e commercializzare all’estero entro il 2033 reattori nucleari di quarta generazione, di facile trasporto e installazione, per sostituire quelle di seconda e terza generazione ancora in esercizio. In questo modo si riuscirà a chiudere il ciclo di produzione dell’energia nucleare, utilizzando i rifiuti radioattivi, riducendo così i volumi e i tempi di decadimento, rendendo il processo sostenibile anche per le prossime generazioni. 

 

Scelta né neutra, né semplice

Per la scienza non si potrà mai raggiungere il sapere assoluto, ma è nella natura delle persone di cultura avvicinarcisi il più possibile, così come nell’ambito della sicurezza corre l’obbligo etico di ricercare soluzioni sempre più affidabili. Per questa ragione è indispensabile portare avanti progetti comuni con le Università e istituti di ricerca. Newcleo, ne è ben conscia, ha difatti stabilito diverse partnership con università italiane come il Politecnico di Torino, oltre che con enti come ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), accedendo così alle infrastrutture presenti a Brasimone (Camugnano, Bologna).

L’energia nucleare non è e non sarà una scelta neutra né semplice, in quanto si parte da posizioni preconcette e manichee e con significative implicazioni economiche per gli elevatissimi costi di costruzione delle centrali, i tempi di realizzazione molto lunghi, e l’accesso al capitale spesso dipendente dal sostegno pubblico. A questi si aggiungono i costi della gestione del combustibile esausto, dello smantellamento degli impianti e della messa in sicurezza delle scorie radioattive per migliaia di anni: aspetti che non possono non essere considerati per un approccio globale alla problematica.

Nonostante ciò, la stabilità produttiva del nucleare e la sua bassa emissione di carbonio rappresentano vantaggi non trascurabili (in Francia rappresenta il 70% dell’energia, mentre in altre non è presente), specialmente in un’ottica di lungo periodo e all’interno di un mix energetico diversificato (unica soluzione razionale per un approccio integrato mirante alla sostenibilità ambientale, combinando innovazione tecnologica, gestione responsabile dei rifiuti nucleari e collaborazioni strategiche per promuovere una produzione di energia più pulita e sicura).

In un contesto come quello attuale, con l’urgenza di modificare il nostro sistema di approvvigionamento energetico in vigore, è imperativo valutare tutte le alternative, anche se possono suscitare timori (anzi questi servono per accrescere l’attenzione alla sicurezza). È dunque essenziale un approccio pragmatico, senza tralasciare l’ascolto sociale e il rigore tecnico. Solo così sarà possibile affrontare le grandi sfide del nostro tempo con equilibrio e lungimiranza. Newcleo è un esempio di come sia possibile coniugare innovazione, sostenibilità ambientale e circolarità. Ad oggi è solo ricerca, in futuro chissà…

 

Comments


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page