Ricordando James Senese, musicista antiretorico
- a cura del Baccelliere
- 15 ore fa
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"Demiurgo" di Pino Daniele, aveva 80 anni
a cura del Baccelliere

James Senese si chiamava Gaetano. Era un figlio della guerra, nato nel quartiere partenopeo di Miano il 6 gennaio del 1945 da Anna Senese, una ragazza napoletana, e da James Smith, soldato afro americano proveniente dalla South Carolina. Tempi di guerra. Il padre avrebbe abbandonato Anna e il bambino dopo neanche due anni. Non si sarebbero più incontrati. Così il piccolo fu cresciuta dal nonno, che si chiamava Gaetano anche lui. Per tutti divenne Gemm ‘o niro. A dodici anni la madre gli regalò un saxofono. E scoppiò la passione, per la musica, per il sax e per le sonorità provenienti da oltre oceano. Prima boogie, swing e Glenn Miller. Poi il sommo John Coltrane.
James Senese se n’è andato ieri, 29 ottobre, dopo un ricovero di poco più di un mese per una polmonite. Fondamentale per il neapolitan sound[1], James Senese fu il demiurgo di Pino Daniele. Pino aveva poco più di vent’anni, un talento smisurato, ma anche bisogno di qualcuno che stesse sul palco insieme a lui, lo sostenesse, gli facesse da contraltare.
James Senese fu con lui nei primi dischi, da Terra mia a Vaimò. E nelle tournée sempre più grandi, con il super gruppo[2] che avrebbe conosciuto l’apoteosi del concerto del 1981 in Piazza del Plebiscito a Napoli. Poi Pino avrebbe preso altre strade, confrontandosi con artisti internazionali e diventando una star a livello globale. Ma per i fan quella rimane la band cult di Pino Daniele, al punto che quando, quasi trent’anni dopo, nel 2008, tornarono a esibirsi insieme, l’affetto del pubblico li travolse.
James Senese aveva un suono robusto e tagliente. Suonava un King Zephyr, strumento difficile da domare, adatto a soffiatori potenti e a musicisti poco inclini ai fronzoli. Dopo la super band continuò con un’intensa attività live. Suonava. E cantava con voce roca. L’ultimo disco è di maggio 2025, Chest’ nun è a terra mia[3].
Salutiamo con lui un artista che ha lasciato un’Impronta nella musica italiana degli ultimi cinquant’anni. Era un misto di soul, blues e spirito partenopeo. Spirito che seppe trasfondere anche in una performance come attore nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso, di Lello Arena[4]. Ascoltiamolo ancora una volta insieme a Pino Daniele. Chi tiene o mare[5] è una dichiarazione programmatica. Un grido, lirico e anti retorico.
Note
[1] dagli Showmen ai Napoli Centrale il suo apporto è essenziale.
[2] oltre a Senese, Tullio De Piscopo alla batteria, Rino Zurzolo al basso, Joe Amoruso alle tastiere e Tony Esposito alle percussioni











































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