A spasso tra le colline del Monferrato, tra cantine e arte
di Piera Egidi Bouchard
Se nel mese di maggio volete fare una gita culturale storico-artistica, ma anche di bellezze paesaggistiche, ecco il Monferrato, che si sta attrezzando a diventare concorrente con la vicina Langa. Il primo paesino da perlustrare sulle colline - 500 abitanti, ma tutto ristrutturato e conservato - è Cella Monte, che offre a una visita antichi palazzi e una lunga storia risalente al Medio Evo, ma le cui mura spesso hanno le tracce di conchiglie di epoche preistoriche - quando milioni di anni fa qui c’era il mare - le cui pietre vennero utilizzate per costruire le case. I paesaggi di Langhe, Roero e Monferrato sono stati riconosciuti dall’Unesco tra i patrimoni mondiali dell’Umanità. E lì si possono gustare nelle cantine e negli “infernot” i classici Barbera, Grignolino, Freisa, oltre ai salami locali, nonché la cucina piemontese, ormai introvabile nelle grandi città (il famoso fritto misto, gli agnolotti, la bagna cauda). A novembre c’è la sagra del tartufo bianco, e adesso a maggio la manifestazione dedicata ai fiori, esposti nelle case , in una simpatica gara di addobbi tra gli abitanti.
E se volete andare più vicini nel tempo, cercate in una zona di edifici industriali, a Castellazzo Bormida, ai confini con la provincia di Alessandria, un capannone colorato di giallo squillante - in mezzo a tante fabbrichette grigie - con l’ affresco sulla facciata di un corteo di popolo in corsa sventolando le bandiere rosse. E’ la sede della “Fondazione Luigi Longo”, il comandante partigiano della Guerra di Spagna e della Resistenza italiana, e poi dirigente e segretario generale del Pci, nativo di Fubine, nel Monferrato.
I grandi artisti della "Fondazione Luigi Longo"
La Fondazione venne istituita nel 2007, per volontà del disciolto Partito dei Democratici della Sinistra (PDS) – "Abbiamo ereditato anche gli immobili, e i mutui, debiti da pagare - dice il Presidente, Guido Ratti - onori e oneri... Avevamo 63 quadri di Valenza, di cui abbiamo fatto il restauro e nel 2014 una mostra al Palazzo Monferrato in Alessandria, col patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Poi nel tempo sono arrivate varie donazioni, fino a 900 quadri. Con la vendita degli immobili abbiamo acquistato questo capannone, l’abbiamo attrezzato e inaugurato nel 2019. Nel 2016 erano arrivati da Botteghe Oscure, da Roma, molte opere d’arte, e, in una discussione tra le varie Fondazioni abbiamo progettato la formazione di un “Centro Alta Italia” che comprende Genova, Milano, Bologna, fondando un’Associazione - ”Cargo 21”- deputata alla gestione.
Noi abbiamo già catalogato 119 opere, elencate sul sito delle Belle Arti e periziate, con un valore notevole. Abbiamo poi ricevuto un Fondo di 8.000 volumi (tra i quali importanti quello di Camilla Ravera, di Luigi Longo , donato dai figli, e di lui abbiamo promosso anche una biografia) e possediamo anche un archivio documentale di 120/130 faldoni. Purtroppo, a causa dell’alluvione del ’94, l’archivio della Federazione del Pci di Alessandria è stato quasi completamente distrutto.”
“Tutto lavoro volontario“ - fa notare Silvana Dameri – del Comitato scientifico, che cura con competenza e dedizione le iniziative di mostre, convegni e pubblicazioni.
La storia precedente è anch’essa una storia collettiva di dedizione e di volontariato. Nel 1958 fu costruita a Valenza la “Casa del Popolo Valentia”, a cui parteciparono operai e artisti (i più noti Aligi Sassu, Giuseppe Motti, Ernesto Treccani, che donarono le loro opere ), ampliata poi negli anni ’60 e sede di grande attività culturale sui temi della denuncia civile e dell’impegno politico.
Drammaticamente abbattuta la Casa del Popolo ‘Valentia ‘nel 2006 - nelle vicende dolorose dalla fine del Pci - dei murales dedicati alla Pace di Aligi Sassu sono sopravvissuti solo i bellissimi “La madre col bambino” e “L’Angelo con la colomba”, oltre alla “Donna che si libera dalle catene” e “Gli amanti “, e i volti dei personaggi col pugno chiuso alzato, che si possono ora ancora ammirare esposti.
Visitando la biblioteca e l’esposizione di quadri importanti – con i due aspetti a lungo contrastati nel dibattito critico tra astrattismo e realismo - si affronta un tuffo nel passato della storia della sinistra e del Pci, dei suoi valori, della sua cultura. Una storia anche dolorosa da ripercorrere, ma necessaria a rinverdire, nella nostra contemporaneità così spaesata, il senso di antichi valori, della cui conservazione siamo grati.
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