Viaggio nell'Italia insolita e misteriosa
- Ivano Barbiero
- 18 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 1 ago
Le statue stele della Lunigiana: un mistero che resiste da secoli
di Ivano Barbiero

Ritorno in Italia, dopo la lunga parentesi in terra di Francia e prima delle vacanze estive per il nostro viaggiatore, amante dei misteri e delle curiosità. Oggi, Ivano Barbiero ci porta in Lunigiana, cerniera di confine tra Liguria e Toscana, luogo di culto e di cultura fin dal quarto millennio a.C. con le sue straordinarie statue in pietra che segnano il periodo preistorico e raccontano, aspetto non trascurabile, le molteplici relazioni che già si erano instaurate tra le tribù europee.
Le statue stele della Lunigiana sono tra i più affascinanti reperti dell’Età del Rame e dell’Età del Bronzo in Italia. Si tratta di sculture antropomorfe in pietra, scolpite tra il IV e il II millennio a.C., rinvenute principalmente nella Lunigiana, una regione storica situata tra la Toscana settentrionale e la Liguria orientale. Sono figure umane stilizzate scolpite nella pietra (spesso arenaria locale), alte da poche decine di centimetri fino a oltre due metri. Sono solitamente rituali o commemorative, e presentano caratteristiche distintive. Testimonianze silenziose di un mondo preistorico ricco di spiritualità, gerarchia e simbolismo. Il loro significato preciso è ancora oggi avvolto nel mistero, ma proprio per questo rappresentano uno dei capitoli più suggestivi dell’archeologia italiana.

Le figure sono prevalentemente piatte, rettangolari o trapezoidali, a volte a "ferro di cavallo" o con testa separata dal corpo. Il volto è semplificato, con occhi a cerchio e naso prominente; spesso privo di bocca. Il sesso è evidenziato da attributi distintivi. Le statue maschili portano cinture, pugnali, asce o spade, quelle femminili mostrano seni, collane o pettorali. Le decorazioni hanno incisioni schematiche che rappresentano armi, gioielli, vestiti, talvolta simboli solari o elementi ancora enigmatici.
Le statue stele non sono solo reperti artistici, ma testimonianze di una complessa cultura materiale: la capacità di trasformare la pietra in un linguaggio simbolico duraturo. La loro tecnica ci parla di un’organizzazione sociale (chi decideva di scolpirle?); conoscenze pratiche (cava, trasporto, lavorazione); ritualità e memoria (a chi erano dedicate?).

Sinora sono state ritrovate oltre 80 statue stele, suddivise in gruppi stilistici (A, B, C), a seconda dell’epoca e dello stile. I luoghi di ritrovamento più significativi includono: Zignago, Filetto, Malgrate, Pontremoli (Toscana), Casola, Groppoli, Minucciano. Molti di questi reperti sono conservati nel Museo delle Statue Stele "A.C. Ambrosi" di Pontremoli, ospitato nel castello del Piagnaro. Dalle prime scoperte nel 1827, passando per altri rinvenimenti nel 1905 e altri ancora nel 2000-2007, fino a quelli più recenti del 2012 e 2021, i ritrovamenti continuano ancora oggi, seppur in modo sporadico e casuale. Negli ultimi dieci ci sono state quattro nuove scoperte, avvenute perlopiù in aree rurali o boschive e spesso portate alla luce da agricoltori o escursionisti.
Questi i loro tratti distintivi: Gruppo A, le più antiche (circa 3000-1800 avanti Cristo): testa integrata nel corpo, senza collo evidente; sagoma a “U” con linea clavicolare appena accennata. Estrema semplificazione, braccia e mani a bassorilievo schematico, dita spesso assenti. Attributi Maschili: pugnali stilizzati (lama triangolare, impugnatura breve, pomo semicurvo); Femminili: seni a disco, raramente collane.
Gruppo B, fase intermedia (ca. 1800-1100 a.C.): testa separata dal corpo, spesso con “cappello da carabiniere” (archi ai lati), collegata con un collo tronco‑conico. Dettagli più definiti, compresi occhi incavati e muscolatura stilizzata. Nuovi attributi: pugnali più accurati e talvolta asce “a L” con manico lungo. Le statue femminili sfoggiano seni semisferici e gioielli stilizzati.
Gruppo C, ultima fase (ca. 1100 a.C.- inizio età del Ferro): solo statue maschili, scolpite quasi a tutto tondo, con testa rotonda e collo netto. Mani e braccia tridimensionali; dotate di armi (asce, spade ad antenne) e veste dettagliata. Alcuni esemplari mostrano iscrizioni etrusche, segno dell’influenza o della penetrazione culturale successiva.

L’evoluzione dallo stile schematico a forme sempre più realistiche suggerisce una crescente complessità sociale e rituale nello sviluppo del simbolismo antropomorfo. Il passaggio a forme tridimensionali e presenza di iscrizioni etrusche nel gruppo C indica interferenze culturali e scambi nella tarda protostoria. Le differenze di genere e attributi riflettono un sistema simbolico in cui identità individuale, status, potere e spiritualità erano commemorati attraverso iconografie specifiche
Il significato delle statue stele è ancora oggetto di dibattito, ma si possono distinguere alcune ipotesi principali: la prima sposa la teoria della commemorazione dei defunti o degli antenati: queste pietre scolpite potrebbero rappresentare personaggi importanti della comunità (guerrieri, capi, sacerdotesse). Sarebbero state usate per celebrare la memoria degli antenati, dando loro una forma tangibile e venerabile.
C’è invece chi ha spiegato che le decorazioni (come i simboli solari) fanno pensare a una funzione sacra o religiosa, ovvero un ruolo culturale, legato al sole, alla fertilità o alla ciclicità della vita.
La terza teoria propende per dei segni di potere e territorialità; potrebbero essere idoli o totem, protettori delle tribù locali. Le armi e le decorazioni potrebbero indicare status sociale e gerarchia. Alcune statue potevano essere pietre di confine o segni di dominio territoriale.
Una quarta teoria assegna loro una rappresentazione mitica o simbolica, considerandole figure archetipiche, simboli ancestrali dell’umanità o del legame con la terra e gli elementi naturali.

Al di là di tutto, le statue stele della Lunigiana sono cruciali per comprendere: l’identità culturale delle popolazioni preistoriche dell’Italia nord-occidentale; i rituali funerari e religiosi del Neolitico e del Bronzo; i primi esempi di rappresentazione figurativa dell’uomo in Europa occidentale. Hanno inoltre punti in comune con altre stele europee (Alpi, Provenza, Penisola Iberica, Caucaso), suggerendo scambi culturali e simbolici a lungo raggio.
Le tecniche usate per scolpirle sono straordinariamente raffinate, se si considera che molte di esse risalgono a oltre 4.000 anni fa, in un contesto preistorico senza strumenti di ferro. Le statue sono principalmente in arenaria, una roccia sedimentaria facilmente lavorabile ma abbastanza resistente: proveniva da cave locali, spesso vicino ai luoghi di ritrovamento: i blocchi venivano sgrossati sul posto, per alleggerirne il peso prima del trasporto; talvolta veniva scelto un masso erratico già in forma idonea.

Le popolazioni della Lunigiana preistorica non disponevano di metallo nei primi periodi (Gruppo A), quindi nella prima età del Bronzo usarono martelli in pietra dura (diabase, quarzite), scalpelli in selce o altri strumenti litici appuntiti: Le abrasioni venivano eseguite con sabbia e acqua per levigare le superfici.
Durante l’età del Bronzo (Gruppo B e C) venivano utilizzati strumenti in bronzo, come scalpelli e lame e levighi di pietra dura per finire dettagli. Vi era una maggiore precisione grazie a metalli più resistenti.
Queste le varie fasi della lavorazione: sgrossatura: si dava la forma generale alla lastra o al blocco. Si tracciavano i limiti della figura (contorno, testa, spalle). Si usavano colpi diretti di martello o percussori litici. Nella seconda fase della modellatura si scavavano a bassorilievo gli elementi anatomici: volto, braccia, seno, pugnali, eccetera.
Nei casi più evoluti (gruppo C), le figure venivano scolpite quasi a tutto tondo, con maggiore tridimensionalità. Nella terza fase, quella dell’incisione, si realizzavano i dettagli incisi: occhi, naso, ornamenti, cinture, fibbie. Le incisioni erano eseguite con punte in pietra dura o metallo (nel Bronzo), in modo schematico ma preciso. Infine, nella quarta fase della levigatura, le superfici venivano lisciate con abrasivi naturali (sabbia + acqua + pietre dure).
Alcuni dettagli venivano lucidati per metterli in risalto alla luce solare. Non ci sono tracce evidenti oggi, ma alcuni archeologi ipotizzano che le statue potessero essere state decorate con pigmenti naturali, come ocra rossa o nera. Trattate con sostanze oleose per aumentarne la resistenza e visibilità. Queste ipotesi si basano su analogie con altre stele europee coeve.

Le statue mostrano simmetrie ben calcolate (es. posizione degli occhi, delle armi), segno di progettazione. Alcune incisioni (come le spade del gruppo C) sono di precisione sorprendente, considerando i mezzi. La lavorazione implicava tempo, abilità e probabilmente un ruolo specialistico per gli scultori. Le figure con armi e ornamenti si trovano anche nelle stele iberiche e in quelle della Sardegna nuragica,
Tecniche comuni: uso di pietra tenera facilmente lavorabile (come arenaria o calcari). Tecnica del bassorilievo, incisione a linee semplici, e a volte levigatura finale. Assenza di bocca, presenza di occhi a cerchio o a rilievo: simbolismo piuttosto che naturalismo.
Funzione culturale simile. Le statue stele europee servivano spesso a commemorare antenati, eroi o divinità locali. Presenza presso siti funerari o di culto. In alcuni casi, le stele erano parte di complessi monumentali, come i menhir antropomorfi della Bretagna o le stele liguri-provenzali.
Gli archeologi ipotizzano che ci fosse un "linguaggio simbolico comune" in Europa tra il 4000 e il 1500 a.C., diffuso tramite contatti commerciali, migrazioni o alleanze rituali. Questo linguaggio includeva l’esaltazione del corpo umano, delle armi e dei simboli celesti o territoriali.
In sintesi: le statue stele della Lunigiana sono parte di una grande famiglia megalitica europea, e condividono con altre culture preistoriche: una simbologia rituale legata alla morte, al potere e all’identità; tecniche di lavorazione simili, adattate ai materiali locali; un’evoluzione stilistica da forme astratte a rappresentazioni più concrete.













































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