Verso il Giorno della Memoria. "Storie di Lucette", una bambina in fuga dai nazisti
- La Porta di Vetro
- 23 gen 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 ott 2024

E' il 1923, l'Europa sta cercando di ricucire le ferite della Prima guerra mondiale, sullo sfondo di rivoluzioni, incipienti dittature totalitarie, instabilità sociali e crisi economiche che percorrono un mondo uscito trasfigurato dopo quattro anni di distruzioni, carestie, epidemie rispetto al passato della Belle Époque. Il tempo degli Imperi di Austria e Germania è crollato. E ciò che rimane degli imperi dei Paesi usciti vincitori dalla Grande Guerra, Francia e Gran Bretagna, vive le prime scosse telluriche che li porteranno a dissolversi entro pochi decenni.
Inquietudini e preoccupazioni dominano anche la vita di numerosi paesi dell'Europa dell'est, alcuni dei quali attraversati da forti tensioni e scontri ai confini con l'Unione sovietica rivoluzionaria di Lenin e Trockij. Tra questi vi è la Polonia, dove spira un vento antisemita e nazionalista che presto sfocerà in un colpo di stato militare che porterà al potere il generale Piłsudski. Ed è il timore di nuovi pogrom che porta la famiglia Goldberg – padre, madre e otto figli, alcuni adulti e sposati – a migrare da un paesino della Polonia a Nancy, in Francia. A Nancy si snodano le vicissitudini familiari. I due nonni sono ultraortodossi, mentre i figli non seguono i dettami della religione ebraica e ciò rende loro più facile integrarsi fino a considerarsi francesi in tutto e per tutto. Uno sforzo inutile. Il crollo della Francia che si inchina a Hitler, il governo parafascista del maresciallo Philippe Pétain e la conseguente spietatezza antisemita della polizia collaborazionista di Vichy li porterà nei campi di concentramento nazisti.
Nel febbraio del 1944, quando i rastrellamenti si fanno più assidui, Lucette, che non aveva ancora compiuto dieci anni, viene mandata a Verpel, un paesino delle Ardenne, insieme al fratello Alex di qualche anno più grande e qui vivono ospitati sotto mentite spoglie, riuscendo così a salvarsi. Suzanne e Albert Didier, i coniugi che li accolsero nella loro caffè-pensione salvandoli dalla deportazione, sono stati riconosciuti “Giusti fra le Nazioni” da Yad Vashem nel 2012. Altri membri di questa grande famiglia riusciranno a sfuggire alla scure nazista, ma ben diciassette persone del nucleo familiare verranno deportate ad Auschwitz e non faranno più ritorno.
Quel periodo così buio e tragico, che accomunava i loro sentimenti e li univa intimamente, non veniva mai rievocato. Quei fatti erano così aberranti che non esistevano parole adeguate per poterne parlare e rimasero pertanto strettamente sotto silenzio, così come doveva essere.
Lucette Brytenyszok Testa, raggiunta la vecchiaia, però, si rende conto dalla sua casa di Como, di dover tirar fuori un antico e doloroso passato accantonato in un angolo della memoria e racconta la storia della propria famiglia ebrea durante il nazismo e la guerra. “Nella mia vita sono sempre scappata. Non ho visto per moltissimi anni film relativi all’Olocausto e non sono mai riuscita a leggere un libro su quanto ho vissuto. Ho sempre ascoltato musica, parlato, incontrato persone, progettato viaggi, anche solo di pochi chilometri, guardato al futuro, ambito traguardi lontani; ho sempre pensato che tutto questo fosse la medicina per la mia sopravvivenza. A un certo punto, però, ho dovuto dare voce all’enorme sofferenza che era dentro di me, che ancora mi accompagna e che forse non mi abbandonerà mai. Ho capito di avere bisogno di tirare fuori un dolore che non ero mai riuscita a comunicare.”
Tutto ciò, persecuzioni, deportazioni, fughe e avversità, sono così raccontate nelle pagine del libro "Storie di Lucette" [1] di Franca Rizzi Martini[2], che ha raccolto questa dolorosa testimonianza, l’ha messa su carta con affettuosa partecipazione e ha saputo offrircela con la delicatezza di quella bambina di un tempo, senza speculare sull’orrore, ma trasmettendo comunque il dramma vissuto dai protagonisti.
Note
[1] Lucette Brytenyszok sarà a Torino per presentare il libro mercoledì 24 gennaio 2024, alle ore 18.00, al Circolo dei Lettori.
[2] Franca Rizzi Martini, nata a Milano, vive a Moncalieri (Torino). Laureata in Lettere, è appassionata di viaggi, teatro e arte. Con Neos edizioni ha pubblicato i due gialli storici, “Shakespeare in noir”, 2015 e 2023, e “Il fiume senza luna”, 2020. Molti suoi racconti sono compresi nelle antologie delle collane Natale a Torino, Natale a Milano, Pagine in viaggio, Tutto sotto. È curatrice della collana antologica “Di arte in arte”, di cui sono uscite quattro edizioni. È autrice di romanzi biografici, tra cui “Oltremare. Una donna in viaggio per la Malesia”, 2020. Sempre per Neos edizioni è conduttrice del programma La Libronauta, Letture, immagini e suggestioni dal mondo, disponibile sulla sua pagina Facebook e su YouTube.www.francarizzimartini.it
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