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Troppi "cambi di rotta" per gli ospedali Sant'Anna e Regina Margherita

di Giulio Fornero


Gli interrogativi sul destino della Clinica ostetrica e ginecologica Sant'Anna e dell'ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, seguiti da pertinenti osservazioni di alcuni consiglieri comunali del Pd [1], hanno riportato a galla un antico nodo di fondo: i cambiamenti dell'assetto istituzionale delle aziende ospedaliere. Un problema nel problema, che trasforma la dimensione amministrativa in politica e viceversa, con effetti in alcuni casi, se non sempre, dirompenti sulla stessa governabilità delle Aso. Sull'argomento, prova a fare chiarezza con alcune puntualizzazioni Giulio Fornero.

Un po' di storia è necessario per inquadrare l'intera vicenda. L’istituzione del SSN nel dicembre 1978 porta alla creazione delle Unità Sanitarie Locali (U.S.L.): gli Ospedali Regina Margherita e Sant’Anna, dal 1982, fanno parte della U.S.L. 1-23 Torino. L’Unità Sanitaria Locale (U.S.L.) 1-23 viene soppressa nel 1988 e al suo posto è creata l’U.S.S.L. Torino IX che comprende l’Ospedale Infantile Regina Margherita, l’Ospedale Sant’Anna e il C.T.O. Da gennaio 1995, è costituita l’Azienda Ospedaliera OIRM-Sant’Anna, comprendente l’Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna e l’Ospedale Infantile Regina Margherita.

L'Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino è costituita con Decreto del Presidente della Giunta Regionale Roberto Cota n. 45, del 19.06.2012. Nell'Azienda confluiscono le ex Aziende A.O.U. San Giovanni Battista di Torino, A.O. CTO/M. Adelaide e A.O. OIRM S. Anna, dichiarate estinte in pari data.

Sul sito della Regione Piemonte, si legge che “il voto favorevole del Consiglio regionale alla costituzione della nuova azienda ospedaliera “Ospedale Infantile Regina Margherita” di Torino, alla quale dal 1° gennaio 2024 saranno affidate le prestazioni nei confronti dell'utenza pediatrica attualmente svolte dall’azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza, è stato accolto con soddisfazione dalla Giunta Regionale (dello stesso colore politico della Giunta Regionale del Piemonte del 2012, ndr), che nei giorni scorsi aveva iniziato il percorso di questa operazione.”


Alcuni problemi

Cito un consigliere regionale dell’attuale maggioranza: ”In Piemonte negli ultimi anni sono emersi significativi incrementi del disagio e delle problematiche psichiatriche e psicologiche che iniziano in età precoce e con maggior gravità clinica ed evolutiva; la pandemia non ha fatto altro che incrementare questo fenomeno, accelerando tendenze già in atto; i servizi psichiatrici per minori devono far fronte al permanere di diverse criticità: una cronica carenza di investimenti, un’organizzazione non omogenea dei servizi, carenze strutturali ed organizzative”. “Sono necessari interventi contestualizzati nell’ambito di servizi ospedalieri e territoriali fortemente orientati alla prevenzione e alla presa in carico precoce dei pazienti; è necessario potenziare la risposta sanitaria per ogni fase di cura; è pertanto essenziale attivare misure urgenti volte a incrementare il numero di posti letto nel reparto NPI dell’Ospedale Regina Margherita (OIRM) di Torino e a investire maggiori risorse atte ad accogliere questa emergenza psichiatrica e neuropsichiatrica, senza doversi appoggiare ad altri reparti o al Pronto Soccorso.”

La soluzione è nella Azienda separata o nella integrazione con le altre realtà della sanità territoriale e ospedaliera?

Su Epidemiologia e Prevenzione, nel 2017, è pubblicato a cura della redazione l’articolo “Volumi dell’attività ed esiti delle cure”, che conclude:” I sistemi sanitari operano, per definizione, in un contesto di risorse limitate, ancor più quando le società e i governi scelgono di ridurre le risorse a loro destinate. In condizioni simili, la razionalizzazione dell’organizzazione dei servizi può rendere disponibili risorse per migliorare l’efficacia degli interventi e può contribuire a ridurre le differenze nell’accesso a prestazioni inefficaci.”

Gli esiti delle cure delle pediatrie e delle chirurgie specialistiche del Regina Margherita possono beneficiare di più della separazione aziendale oppure della integrazione con le altre attività specialistiche degli Ospedali della Città della Salute?

Per valorizzare la nuova Azienda Regina Margherita, molti concordano sulla necessità di includere un reparto di Ostetricia.

La mozione presentata dal gruppo del Partito Democratico nel Consiglio Comunale di Torino chiede che l'ospedale ostetrico ginecologico Sant'Anna resti parte integrante del Parco della Salute, della ricerca, dell’innovazione, perché “il Sant’Anna è l’ospedale pubblico dedicato alla salute delle donne riproduttiva e non. Un polo di eccellenza regionale e di ricerca come sarà il Parco della Salute non potrà non avere al suo interno una ginecologia e ostetricia. L’ipotesi di distaccare l’Azienda OIRM-Sant’Anna dalla Città della Salute, e in prospettiva dal Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione, risulta quindi anacronistica e rappresenterebbe un grave arretramento per la salute delle donne. L’ostetricia e la ginecologia oggi richiedono un approccio multidisciplinare, con specialità mediche e chirurgiche. Chiediamo che Sant’Anna resti parte integrante di Città della Salute, come valorizzazione della salute di genere nel suo insieme”.


Possibili prospettive

Non c’è dubbio che è necessario recuperare una adeguata collocazione e adeguati spazi per le attività dell’Ospedale Pediatrico ai fini del nuovo Parco della Salute.

In definitiva, siamo sicuri, però, che sia opportuno ricorrere a frequenti cambiamenti dell’assetto istituzionale delle Aziende sanitarie pubbliche piemontesi e in particolare degli ospedali Regina Margherita e Sant’Anna o, invece, possiamo scoprire che l’impegno per il miglior funzionamento degli assetti istituzionali esistenti da anni è più funzionale per affrontare e risolvere i problemi di salute dei cittadini?


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