Torino, migliaia in corteo a sostegno di una politica di Pace
Almeno cinquemila persone a Torino, secondo gli organizzatori, hanno sfidato nel pomeriggio di oggi, 26 ottobre, la pioggia che da giorni non da requie alla città per portare un messaggio di Pace. Tempo inclemente, ma la sfida da piazza Arbarello a piazza Castello, non è stata portata soltanto al meteo, quanto al clima di avversione che circola nel Paese non appena si fa avanti un discorso di rigetto della guerra,[1] di sostegno alla Pace e all'incontro nella ricerca, sicuramente difficile, di una soluzione diplomatica che stabilisca il cessate il fuoco.
In Ucraina, come in Medio oriente, "guerra regionale" che oggi ha fatto registrare l'attacco di Israele all'Iran. Un episodio-spia sulle potenzialità di un allargamento del conflitto, mai a sufficienza temperato dalle parole che, all'opposto, danno oramai l'impressione di essere quotidianamente in libera uscita e giustificate anche nei loro principi più aberranti.
Non a caso, si parla di "rappresaglia" da una parte e dall'altra, ieri dell'Iran, oggi di Israele, per poi assegnare un voto in pagella a ognuno dei contendenti rispetto al grado di "moderazione" esercitato nella risposta, con cui sentirsi rassicurati sul rischio di escalation. L'ennesima forma di ipocrisia, perché bombe e missili continuano a mietere vittime innocenti, distruzione e fame.
Riflessioni dal comune denominatore a Roma, a Milano, a Firenze, a Bari, a Palermo, a Cagliari, dove si sono svolte analoghe manifestazioni che hanno raccolto l'adesione complessiva di decine di migliaia di persone. Dal palco di Torino è stato letto l'appello nazionale da una giovane che ha anche elencato i Paesi in cui è in corso un guerra, cui è seguito un un intervento di "Torino per Gaza".
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