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Torino, la scomparsa di monsignor Cesare Nosiglia

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Su concessione de La Voce e il Tempo

Il mondo cattolico è in lutto per la scomparsa di monsignor Cesare Nosiglia, 80 anni, dal 2010 al 2022 arcivescovo di Torino e dal 2019 e 2022 Amministratore Apostolico di Susa dal 2019 al 2022. La morte, informa una nota delle due diocesi, Torino e Susa, è avvenuta questa notte, 27 agosto, alle 2.15 presso l’Hospice Cottolengo di Chieri, dove Nosiglia era stato trasferito pochi giorni fa dall’Ospedale Gradenigo di Torino. Il presule era stato colpito da una malattia respiratoria, vissuta nel riserbo per suo forte e determinato desiderio. I funerali saranno celebrati dal cardinale Repole venerdì prossimo alle 15.30 nel Duomo di Torino; veglia funebre presieduta sempre dal Cardinale domani alle 21 presso il Santuario della Consolata, dove sarà allestita la camera ardente a partire da oggi alle 15.30.


Nato a Rossiglione (5 ottobre 1944), provincia di Genova e diocesi di Acqui Terme, si formò nei Seminari di Acqui Terme e Rivoli. Prete dal 29 giugno 1968, prosegue gli studi di Teologia e Sacra Scrittura a Roma (Pontificia Università Lateranense e Istituto Biblico). Dal 1971 al 1991 è vicedirettore e poi direttore dell’Ufficio Catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana.

Il 14 settembre 1991, nominato da Giovanni Paolo II, viene consacrato vescovo dal cardinale Camillo Ruini. È ausiliare e poi vicegerente della diocesi di Roma (nominato arcivescovo ad personam nel 1996). In questi anni è impegnato soprattutto nei settori dei giovani, dell’educazione e della scuola cattolica. Nel 2000 è al vertice del Comitato che organizza il grande raduno per il Giubileo dei Giovani a Tor Vergata. Ma è anche molto attento alle condizioni difficili degli emarginati, in particolare i senza casa e i nomadi.

Nel 2003 viene trasferito alla diocesi di Vicenza, dove continua l’impegno con il mondo giovanile e per la solidarietà. Benedetto XVI lo nomina arcivescovo di Torino, dove entrerà il 21 novembre 2010.

La forte sensibilità ai temi sociali, maturata fin da ragazzo, lo porta a prendere posizioni pubbliche impegnative nelle numerose aree di crisi che caratterizzano le vicende di Torino e del Piemonte negli anni del «lungo addio» della Fiat. A questo «magistero di strada» mons. Nosiglia accompagna una forte attenzione per i giovani e le realtà del territorio: negli anni del suo episcopato visiterà per due volte tutte le comunità della diocesi, incontrando anche realtà che non fanno parte del «mondo cattolico» in senso stretto. È sua l’immagine delle «due città»: la Torino dei benestanti e dei garantiti e quella, silenziosa e sempre più numerosa, dei fragili e degli emarginati.

A un particolare mondo di «lontani», sovente guardato con diffidenza e scarsa simpatia, mons. Nosiglia ha invece sempre dedicato molta attenzione, fino a dedicare loro (2012) una Lettera pastorale, «Non stranieri ma concittadini e familiari di Dio»: sono i nomadi, nelle loro varie etnie, che Nosiglia aveva conosciuto e frequentato fin dagli anni romani.

Altro campo forte di impegno è la Sindone. L’arcivescovo promuove (2013) la prima ostensione dedicata in modo speciale ai malati e alle persone in sofferenza. Negli anni successivi ci saranno altre ostensioni che avranno per protagonisti i giovani, per il loro Giubileo straordinario e poi per l’incontro europeo delle comunità di Taizé, nel tempo travagliato del Covid (nella primavera 2020, Nosiglia promuove un’ostensione straordinaria alla presenza delle autorità civili di Torino e del Piemonte, come momento comune di preghiera nel tempo del contagio).

È però con l’ostensione pubblica e generale del 2015 che la Sindone viene collegata a un’azione pastorale che coinvolge tutti, con la visita di due giorni di papa Francesco a Torino. Bergoglio, dopo il saluto silenzioso alla Sindone in Duomo, si recherà nei luoghi da cui erano partiti per l’Argentina i suoi antenati, e incontrerà i giovani a Valdocco e poi nella grande celebrazione eucaristica in piazza Vittorio.

Giovani, mondo del lavoro, Sindone – e, sempre, grande attenzione ai problemi delle persone: sono le linee di continuità lungo cui si muove il magistero di Nosiglia come del suo successore. Con, ancora, un’attenzione «obbligata» al tema del ripensamento della presenza della Chiesa sul territorio (accorpamenti di parrocchie, riorganizzazione di servizi, richiamo alla corresponsabilità di tutte le componenti della comunità ecclesiale).



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