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Si erano tanto amati... Ciak si gira, fine della love story tra Trump e Musk

Aggiornamento: 6 lug

di Menandro


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Elon Musk se ne va. Non dall'America, l'ha trovata e voluta insieme con i tanti miliardi di dollari, e mai la mollerebbe, non è scemo. Esce sbattendo la porta dal sodalizio con il presidentissimo. Si sa, The Donald l'ha deluso e trattato male. L'ordine non è casuale. E lui non riesce a nasconderlo. Non può nasconderlo soprattutto a sé stesso. Brucia ancora come una ferita aperta quell'insulto a bocca slargata, quasi deformata, tipica espressione facciale di quando l'amico, a questo punto ex amico, è vittima della sua stessa insolenza nella profonda irritazione che lo sovrasta verso chi osa contraddirlo.

"Ti rimando in Sudafrica, nel tuo paese d'origine, come l'ultimo dei migranti, ingrato!", così gli Stati Uniti risparmierebbero anche i soldi dei sussidi alle sue aziende, ha gridato con sarcasmo The Donald dallo Studio Ovale della Casa Bianca, sotto gli sguardi sempre più cupi dei padri della patria, che dai loro ritratti appesi alle pareti si chiedono in quale tunnel sia precipitata la loro America. Quién sabe?, risponderebbero amareggiati i migranti latino americani che il presidentissimo scaccia dagli Stati Uniti a dosi massicce ogni giorno.

Il sudafricano però se l'è legata al dito. Lui può, anche se si è reso conto di essere un personaggio ora ingombrante. Infatti, ha per prima cosa sbeffeggiato il presidentissimo sulla legge fiscale gettandola nel fango come un "disgustoso abominio". Altro che "Big, beautiful bill": sarà big per gli sgravi che concede ai ricchi, ma non beautiful per le classi meno abbienti e classi medie alle prese con i tagli alla sanità e all'istruzione pubblica, e per le imprese che investono sulle energie alternative, mentre il pianeta va a fuoco e il Texas è sott'acqua. Né big, né tantomeno beautiful per l'aumento del deficit statale che correrebbe verso la stratosferica cifra di 5 trilioni di dollari, strilla Musk. "Quisquilie e pinzillacchere...", avrebbe riso Totò.

Ora, Musk ha deciso di rendersi indipendente in toto, fondando il suo personale partito (una novità, in effetti tra i miliardari...), l'America Party. Ridarà la democrazia agli Stati Uniti, promette, salvando il paese dalla catastrofe, da bancarottieri e corruttori, ha detto a ruota libera, con la stessa foga di uno schiavo che spezza le catene. Da ieri, gli Stati Uniti hanno il loro Kunta Kinte in versione bianca. Visto i precedenti, però, non sappiamo se è una buona novella.




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