SETTIMANA FINANZIARIA. Bankitalia lancia titolo europeo
- a cura di Stefano E. Rossi
- 31 mag
- Tempo di lettura: 5 min
a cura di Stefano E. Rossi

Il fine settimana è tutto di Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia. È un venerdì di magro, si potrebbe concludere al termine delle sue Considerazioni Finali relative all’anno 2024, per le tante ombre, intervallate da pochi e isolati bagliori di luce. Come ogni anno, nella giornata del 30 maggio la nostra massima autorità finanziaria catalizza le attenzioni dei big dell’economia, dei banchieri e non solo, sul tanto atteso documento principe dell’Istituto di via Nazionale.
L’esordio già non ci rassicura. Panetta cita le ultime previsioni di crescita mondiale per il prossimo biennio calcolate dall’FMI, il Fondo Monetario Internazionale. Il Pil globale si ridurrà di un punto percentuale, ben sotto la media del 3%. La causa è certamente d’attualità: l’introduzione delle politiche protezionistiche di Trump e le reazioni opposte degli altri Stati. Per questo stesso motivo, il commercio internazionale rischia una contrazione del -5%, creando inefficienza nelle filiere produttive e limitando i movimenti di capitali.
Un altro campanello d’allarme è la crescita generalizzata dei debiti pubblici. Pone, a titolo d’esempio, quello degli Usa, raddoppiato dal 2008, e della Cina, più che quadruplicato. È una dinamica che li lascerà con meno ossigeno nei momenti di difficoltà e anche rispetto ai loro futuri piani di sviluppo.
Le poche luci, cioè gli spiragli di ottimismo, riguardano la capacità di controllo dell’inflazione e, a livello globale, il contenimento del prezzo dell’energia. Anche le operazioni di concentrazione bancaria in Italia sono considerate una buona notizia, purché, ci dice, a frapporsi nelle dinamiche di mercato siano esclusivamente la vigilanza della Banca Centrale e le scelte degli azionisti. Questo è un velato colpo di bacchetta sulla lunga mano del Governo.
Quando torna a esaminare i dati dell’Unione Europea, riprendiamo a intristirci. Rispetto agli Usa, la produttività del lavoro comunitaria ha accumulato in trent’anni un divario del 25%. Già solo negli ultimi cinque anni, in America la produttività è salita del 10%, mentre da noi solo del 2%. L’origine di questo gap è tutto da attribuire alla difficoltà di innovare. Infatti, nonostante il volume di spesa pubblica per ricerca e sviluppo sia paragonabile a quello statunitense, gli effetti da noi sembrano irrisori, a causa della poca sinergia e della frammentazione degli interventi tra gli Stati membri dell’Unione.
In chiusura, il Governatore offre alcuni suggerimenti. Tra quelli di cui tener più conto, spicca la proposta di un mercato dei capitali integrato con, al centro, un titolo comune europeo. In soldoni, torniamo a parlare di Eurobond. Panetta stima che la sua introduzione potrebbe attivare nell’UE investimenti per 150 miliardi di euro, facendo salire il Pil di almeno il +1,5%.
Al termine dell’intervento, nonostante tutto, l’impressione che resta tra i partecipanti è positiva. Panetta, in definitiva, ci regala una fotografia dell’Italia che fa ben sperare, sia sul fronte della crescita, che su quello dell’occupazione. Ma, nel contempo, pretende dalle imprese il rafforzamento delle strategie di innovazione, perché, associandole a un urgente programma pubblico di riforme, combattendo le rendite di posizione, offrano prospettive ai giovani.
L’Istat venerdì ha pubblicato le stime preliminari dell’inflazione per il mese di maggio 2025. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione del +1,7% su base annua, dal +1,9% registrato nel mese precedente. È una buona notizia, ma veniamo al dettaglio. Il rallentamento è dovuto alla forte decelerazione dei prezzi energetici. Per contro, viene rilevata una marcata accelerazione del “carrello della spesa” da +2,6% a +3,1%. Mai una gioia, si direbbe, pensando che il riscaldamento è ormai stato spento, ma al supermercato continueremo ad andare tutti i giorni dell’anno.
Un’altra pubblicazione degli ultimi giorni è quella diffusa dall’Unione Europea, cioè le Previsioni Economiche di Primavera. Qui si parla degli effetti dei dazi Usa, che hanno comportato una revisione al ribasso delle previsioni del Pil 2025 area Euro, dal +1,3% al +0,9%. Anche per l’Italia è prevista una limatura dal +1,0% al +0,7%. Peraltro, il dato conferma le stime contenute nel Documento di Finanza Pubblica presentato dal nostro Governo lo scorso aprile. Quindi, nulla di inatteso.
Anche questa settimana gli Usa non ci fanno mancare spunti e novità. Tra gli argomenti di rilievo c’è l’approvazione del provvedimento legislativo che crea preoccupazioni per i tagli alla spesa pubblica, il cosiddetto OBBBA. È l’acronimo di One Big Beautiful Bill Act, il controverso programma fiscale di Trump e che ha un nome degno dei più affermati musical di Broadway. Le sforbiciate vanno da quella del bilancio sanitario, che lascerà milioni di cittadini senza copertura, alla cancellazione di altri programmi sociali e assistenziali. Beautiful… proprio no. A pagarne il biglietto saranno le classi più povere. Si valuta che l’impatto sul 10 per cento della popolazione peggio retribuita sarà dato dal calo dei redditi del -4%. Un pari aumento del +4% sarà invece a favore del dieci per cento più ricco e benestante.
Sul fronte dei tassi Usa, un possibile taglio si allontana e non si vedrà prima di settembre. Sulle aspettative di questa riduzione, il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, convocato giovedì alla Casa Bianca da Donald Trump, non ha voluto nemmeno aprire la discussione, limitandosi a richiamarsi al rispetto dei dettami normativi e degli indirizzi assegnati al loro ufficio dalla legge.
Sul lato delle materie prime, le cosiddette commodities, l’oro oscilla ancora intorno ai 3.300 dollari l’oncia, cioè 94 euro al grammo. Anche il petrolio è sotto controllo, resta a cavallo dei 61 dollari il barile. Il greggio, però, inizia ad accennare un’intonazione ribassista, sulle indiscrezioni di possibili aumenti della produzione nei Paesi OPEC. Quindi, fare il pieno di carburante in questo week-end-lungo di inizio giugno non ci dovrebbe pesare oltremodo. Infine, il dollaro si mantiene stabile sull’euro a 1,13.
Calma piatta a Piazza Affari, durante tutta questa settimana. La Borsa italiana ne ha approfittato per consolidare gli ottimi risultati ottenuti sulle azioni da inizio anno. Infatti, nonostante il susseguirsi degli ormai noti shock finanziari succeduti al Liberation Day di aprile, si è ora attestata ai massimi valori da inizio secolo. Niente male.
Sul fronte obbligazionario, il collocamento del BTP Italia ha ricevuto un’ottima accoglienza. Il titolo di Stato settennale, indicizzato all’inflazione, è stato sottoscritto da quasi duecento mila investitori per un ammontare complessivo di 6,5 miliardi di Euro. Lo spread rispetto al Bund tedesco si mantiene vicino a 100 punti base, cioè il Btp rende l’1,0% in più.
Merita una menzione speciale la nomina di Antonio Filosa, classe 1973, al ruolo di amministratore delegato, italiano, di Stellantis. Per campanilismo possiamo dirci soddisfatti, ma non solo. Anche il profilo professionale è di tutto rispetto. A parlare sono i risultati che ha ottenuto in FCA, dapprima per l’affermazione del marchio Jeep, poi, più di recente, per la responsabilità a lui affidata dei mercati brasiliano e argentino. Sotto le sue cure, il Sudamerica è oggi arrivato a pesare un quarto delle immatricolazioni totali dell’intero gruppo. È un’investitura che fa ben sperare sulle sorti di Stellantis, specialmente alla luce degli ultimi dati diffusi dalla società, che continua a inanellare preoccupanti cali commerciali. Secondo ACEA, l’Associazione Costruttori Automobilistici Europei, nei primi quattro mesi dell'anno le immatricolazioni sono state 691.121, cioè in flessione del 9,6%, e la quota di mercato è scesa dal 17,1% al 15,5%.
Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB.
I Tori: Saipem +6,54%, Leonardo +5,57%,
Gli Orsi: Generali -2,97%, Telecom -2,94%
FTSE MIB: +1,55% (valore indice: 40.087)
I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.













































Commenti