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Detto in pochissime parole... Se la piazza diventa centro di aggregazione sociale e politica

Aggiornamento: 26 set


di Indiscreto controcorrente


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Fastidio e nervosismo affiorano in un governo sempre più scisso nelle dichiarazioni disarticolate dei suoi responsabili. E trasudano dalle parole, a volte contraddittorie, della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non appena vede gli italiani scendere in piazza e rifiutare l'innocuo teatrino della politica che si alimenta quotidianamente di battute e slogan (autentici "capolavori" di comunicazione del nulla per intortare le masse). Ciò spiega, almeno in parte, l'ossessivo refrain di accuse "d'odio sociale e politico" che ne segue e che viene riversato sulle opposizioni insieme con l'allarme che la situazione possa degenerare come nel passato o come nel presente in altri luoghi.

Niente di nuovo, anzi molto di antico: è il solito dejà vu che galleggia come chiazze d'olio combusto nei mari per inquinare l'ambiente e che fa leva sul deficit di memoria e scarsa conoscenza degli eventi storici che contraddistingue il nostro Paese. Dunque, nulla di strano che a questo governo, che più di altri usa il vittimismo (giovandosi anche della fisiognomica della sua leader e delle sue note faccette), vada sempre di traverso lo spirito democratico che sale dalla partecipazione. Soprattutto se è partecipazione allargata, responsabile, trasversale, civile, composta, pacifica, determinata, dove donne e uomini esprimono con chiarezza il proprio pensiero, dichiarando magari anche se un po' rumorosamente di non condividere le scelte del governo, nel nostro caso, in politica estera.

E non solo, a ben guardare. Ed è così, dal dissenso collettivo, che prende forma la criminalizzazione del popolo che proprio i sovranisti, ironia della sorte, hanno elevato negli slogan a "guida spirituale", le cui azioni ora sono in caduta libera, bollate come strumentali contro l'opera pia del governo.

Comprensibile dunque che la classe politica s'intrattenga più con frivoli sondaggi d'opinione che con l'opinione diretta dei cittadini. Per il Potere, un mondo sterilizzato e liofilizzato da posizioni espresse sulla carta e a distanza è decisamente da preferire a chi il diritto a contare se lo conquista in prima persona.






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