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Punture di spillo. Occhi puntati su Piemonte e Torino

a cura di Pietro Terna

 

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A pochi giorni di distanza, l’Istat[1] il 2 luglio e l’IRES[2] il 4 hanno presentato dati su Torino e sul Piemonte, consentendoci di approfondire la conoscenza della nostra economia. Lo studioso indipendente Mauro Zangola ha prodotto, dal canto suo, una nuova nota sul lavoro precario e troppo mobile.[3]

L’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte, IRES in sigla, ci mostra nella figura qui riportata che esistono una via alta e una via bassa della crescita occupazionale. I settori che producono nuovi posti di lavoro in Piemonte sono soprattutto quelli a bassa produttività e quindi con bassi salari. I valori in ordinata sono i contributi in percentuale al saldo occupazionale tra il 2020 e il 2024. Quelli in ascissa indicano il prodotto per addetto, su una scala che pone l’indice 1 in posizione intermedia.

Analizziamo la figura considerando le sigle. M-LMT, leggermente positivo per l’occupazione e intermedio nella produttività, corrisponde al corpaccione variopinto della manifattura piemontese: alimentari/bevande; tessile, abbigliamento; legno, carta, mobili, arredi; gomma, plastica, lavorazione minerali non metalliferi; prodotti in metallo; altre manifatture; riparazione e installazione macchinari e impianti. M-HMT, con produttività più elevata, ma che perde peso occupazionale, raccoglie invece chimica, farmaceutica, macchine, elettronica, apparecchi e mezzi di trasporto, tutti settori fondamentali o già fondamentali per il nostro mondo produttivo.


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L’agricoltura, AGR, è leggermente positiva per l’occupazione, ma con bassa produttività. UTIL, che corrisponde a energia, servizi idrici e ambiente, segnala produttività molto alta, ma con un contributo quasi irrilevante alla dinamica dell’occupazione. COM_RIP, vale a dire commercio e riparazioni, dà contributo positivo all’andamento dell’occupazione, ma la produttività è bassa e con essa le retribuzioni, come anche le prospettive di crescita professionale. LOG, che equivale a trasporti e logistica, con quest’ultima considerata un settore del futuro per la nostra regione, dà un contributo positivo alla dinamica dell’occupazione, ma la produttività non è elevata. TUR, alloggio e ristorazione, ovvero il grandemente auspicato turismo, dà contributo positivo all’occupazione, ma con bassa produttività e quindi con lavoro poco pagato. COSTR, le costruzioni, sotto la soglia uno per quel che riguarda la produttività, contribuisce all’aumento dell’occupazione, anche per l’effetto superbonus.


Lavoro povero, poveri salari

Piccola digressione: se il lavoro non è assistito da macchinari difficilmente può determinare un alto valore aggiunto nella produzione, salvo che siano le competenze individuali necessarie ad essere precipue. Se un cameriere lavora da solo il prodotto del suo lavoro è servire un certo numero di tavoli; se la sua attività consistesse invece nel programmare e gestire una squadra di camerieri robot…

Ritorniamo ai settori. ICT, cioè software, media, servizi informatici e comunicazione, è positivo nel far crescere l’occupazione e lo è anche per la produttività, ma non in modo preminente, perché gran parte del lavoro di chi prepara i programmi per i computer è ancora di tipo quasi artigianale. Qui però tutto è destinato a cambiare e molto rapidamente, con la programmazione assistita dall’intelligenza artificiale. FIN, cioè finanza e assicurazioni, con alta produttività trattandosi in gran parte di una attività di intermediazione su grandi volumi patrimoniali, è stabile nell’occupazione. SER_PST, con i servizi professionali, scientifici e tecnici, rappresenta settori a produttività media, stabili. SER_OP, cioè i servizi operativi e di supporto alle imprese, è simile, ma con produttività più bassa; si tratta di servizi di segreteria, amministrativi, di aiuto alla gestione, recupero crediti,...

Alla fine dell’elenco, un discreto contributo all’occupazione la dà PER_CULT, cioè l’insieme dei servizi personali, culturali, domestici e altri, dove però la produttività è bassa per necessità e i salari la seguono. Infine, PA_WELF con Pubblica Amministrazione, istruzione, sanità, assistenza registra negli ultimi anni, pur con tutti i limiti di finanziamento, un rimbalzo dell’occupazione. Dobbiamo guardare al comparto come a un insieme di servizi essenziali destinati ai cittadini; misurarne la produttività è intrinsecamente impossibile mancando un fatturato; da sempre il prodotto della PA è valutato come somma degli stipendi erogati; essendo piuttosto bassi, la posizione nel grafico è positiva nella formazione di lavoro, ma debole come produttività

 

Che cosa sta accadendo nel capoluogo e cintura?

Un noioso elenco? Forse sì, ma per cercare di capire i problemi occorre guardarli da vicino. Importantissima quindi l’analisi svolta dall’IRES utilizzando le Comunicazioni Obbligatorie che imprese e famiglie sono tenute ad effettuare al momento dell’instaurazione o cessazione di un rapporto di lavoro. Sarebbe importantissimo elaborare un grafico simile per Torino con le due cinture di comuni limitrofi, per capire a fondo quello che sta succedendo nella area del capoluogo regionale.

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Un grande lavoro di analisi l’ha svolto l’Istat elaborando Le caratteristiche demografiche, economiche e sociali delle aree sub-comunali del comune di Torino. Riporto una mappa che indica dove sono le famiglie senza reddito, con la terribile barriera invisibile di corso Regina Margherita che divide Torino Nord da Torino Sud, più alcune aree collinari dove si registrano residenze di lusso accanto a situazioni di grande disagio, certo con minore densità rispetto alle aree Nord. Impressionante!

Che sia necessario creare lavoro e buon lavoro a Torino con investimenti produttivi, come è stato autorevolmente richiesto dall’arcivescovo di Torino, è sotto gli occhi di tutti. Citato all’inizio, Zangola ci fa anche osservare che i flussi di occupazione giovanile sono rivolti a occupazioni di brevissima durata, con turnover ingiustificabili!

Verso quali scelte produttive orientarsi? Cercando, nell’immensa varietà delle produzioni, i sottosettori che servono a collegare e integrare le produzioni esistenti, ma tenendo delle innovazioni tecniche ed economiche che stanno emergendo. Servono analisi specifiche e forse un piccolo contributo, con una ricerca che ho in corso, potrò riuscire a darlo tra qualche mese. Certo tutto deve essere coraggiosamente rivolto al futuro, come ci ricorda il baccelliere di musica che ogni settimana, attraverso le sue conclusioni degli spilli, ci offre una lettura più ampia dei problemi.


Luglio all’università è stagione di lauree. Le ragazze e i ragazzi, le loro famiglie, hanno sguardi pieni di futuro, nei loro abiti eleganti. Il futuro mette un po’ di paura, quella che si riserva alle condizioni incerte. Ma chi conclude un percorso di studio paura non ne ha, o non dovrebbe averne, perché si sente proiettato sulla vita. Lasciando a chi ha qualche anno in più il privilegio della disillusione. Se ci guardiamo intorno, però, qualcosa di diverso si vede. Troviamo giovani che dalla disillusione sono attratti o, come dolorosamente si mostra in questa canzone,[4] sopraffatti. Alla disillusione è dedicata la bellissima Losing my religion[5] dei REM (1991). Una canzone complessa, con più chiavi di lettura. Ha poco a che fare con il perdere la religione. Esprime piuttosto il punto di vista di chi non ce la fa più. Ha perso i suoi ideali.

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La canzone è molto bella, ha un testo profondo e stimola più di una riflessione. È responsabilità di chi questo mondo disegna, comanda, governa instillare una goccia di speranza nelle giovani generazioni. Questa speranza è lavoro, ma, ancora più, dignità. E allora questa stagione di lauree sia un richiamo alle reciproche responsabilità.

Quando si parla di potere e responsabilità viene in mente l’uomo ragno – da un grande potere derivano grandi responsabilità. Prossimo ai 50 anni, canadese con cittadinanza italiana (i nonni materni nati in Italia) cantante e attore, Michael Bublé (a sinistra, nella foto) ha offerto una versione dell’uomo ragno in chiave easy listening.[6] Tutto torna in certi casi e la disillusione si trasforma in consolazione.




Note 

[4] ascoltiamo Bianca di Olly, idolo dei ragazzi e, soprattutto, delle ragazze, https://youtu.be/ZL4puqVk4Y0?si=xAO4OcqSTLK5FMfj 

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