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PUNTURE DI SPILLO. Facciamo ascoltare al cuore White Christmas

a cura di Pietro Terna  


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Dalle punture di spillo un imprevisto ritorno, quasi un fuori onda, rispetto al congedo festivo di giovedì scorso: ha preso sopravvento il desiderio di (ri) augurare ai nostri lettori Buon Natale e Buon Anno. Allo stesso tempo, il Maestro di musica e chi scrive non vorrebbero che in questo clima di festività, anche se guardandoci in giro non c'è molto dall'essere contenti, gli eccessi di sostanze zuccherose avessero effetti deleteri. Ma sentite questa storia.

Era questo periodo dell’anno nel 1948. Charlie Parker suonava in quintetto al Royal Roost, un jazz club di Broadway. Con lui erano Max Roach alla batteria e Kenny Dorham alla tromba. Parker aveva 28 anni ed era all’apice della creatività, ma la sua vita era tormentata ed errabonda. Per molti spettatori era una serata come le altre. Qualcuno però si ricordò che era quasi Natale e gli chiese di suonare un pezzo che fosse in tema. Ne venne fuori questo White Christmas.[1] 


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È una versione boppistica in cui tuttavia permane una certa suggestione natalizia. Un piccolo capolavoro di equilibrio a basso contenuto glicemico.


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