Alberto Trentini, 181 giorni nelle carceri venezuelane
- La Porta di Vetro
- 15 mag
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Il Rapporto annuale 2024-2025 sui crimini contro l'umanità in Venezuela, preparato da un gruppo di esperti, ha rivelato che nelle carceri di Tocuyito e Tocorón, ristrutturate per ospitare i detenuti durante le manifestazioni, si registravano massicce torture fisiche e psicologiche, paragonabili ai campi di concentramento nazisti.[1] E' quanto scrive oggi, 15 maggio, El National, quotidiano tutt'altro che tenero con il regime di Maduro. Notizia che inevitabilmente si riverbera sulle preoccupazioni per le sorti del nostro connazionale Alberto Trentini, l'operatore umanitario da 181 giorni detenuto nel carcere di El Rodeo I, nei pressi di Caracas, e per il quale si moltiplicano le manifestazioni per chiederne il rilascio.
Per ritornare alla condizione dei detenuti politici in Venezuela, El National cita un rapporto dell'Istituto Casla presentato presso la sede dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) rivelatore di massicce torture fisiche e psicologiche subite dagli oltre 2.000 detenuti nelle proteste post-elettorali del 2024 che hanno causato, secondo il quotidiano, un'ondata di tentativi di suicidi. Perentoria la denuncia della direttrice esecutiva dell'Istituto Casla, Tamara Suju, nei confronti del governo di Nicolás Maduro, diventato all'indomani del 28 luglio, giorno delle ultime elezioni, "un sistema repressivo che usa la violenza come strumento di dominio politico".
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