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Palazzo Tesio: la "culla" della Carta di Chivasso

di Marco Travaglini

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Palazzo Tesio, edificio in stile tardo barocco risalente al 1700 che si affaccia con la sua sobria facciata in mattoni a vista sulla centralissima piazza d’Armi di Chivasso, è un luogo di enorme importanza storica per il nostro Paese. Nelle sue stanze venne sottoscritta il 19 dicembre del 1943 la dichiarazione dei rappresentati delle Popolazioni Alpine, nota come la Carta di Chivasso, di cui ricorre l’0ttantesimo anniversario. Oltre ad aver ispirato gli articoli 5 e 6 della Costituzione italiana, essa costituisce la base del moderno pensiero autonomista e federalista italiano ed europeo. Stampata e diffusa clandestinamente e, infine, pubblicata sul n. 5 de L’Unità europea, l’organo di stampa del Movimento federalista europeo, nel luglio-agosto 1944, venne riedita, dopo la Liberazione, nei Quaderni dell’Italia Libera del Partito d’Azione con un commento di Chanoux ( torturato e ucciso dai nazifascisti ad Aosta il 18 maggio del 1944) dal titolo Federalismo ed autonomie. Un documento importante, moderno e attuale per le questioni che pone, in gran parte ancora aperte, a testimonianza della lungimiranza degli estensori che seppero legare l’anelito di libertà e di riscatto dall’oppressione della dittatura fascista a una idea nuova e aperta sul ruolo delle comunità locali, dei territori montani e del pensiero federalista in chiave europea.

Aostani e Valdesi. Tuttavia per decenni la Carta di Chivasso aveva messo in ombra "l'esistenza ed il peso della piccola Comunità valdese", su cui negli anni Ottanta intervenne con un saggio Valdo Assoni, giurista aostano, valdese, per fare giustizia di quegli eventi. Nel suo libro "L'incontro di Chivasso. Il federalismo in Valle d'Aosta", Assoni evidenziò la positiva collaborazione tra due modi di essere «minoranza», quello valdese e quello valdostano che nel '43 poterono ricucirsi e trovare un momento di fertile collaborazione con la «Carta di Chivasso».


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