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Osservando i nostri tempi

I riti di passaggio del preadolescente

di Domenico Cravero


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Prepararsi ad accogliere una nuova generazione - la generazione Alpha: l’attuale 2° e 3° media - richiede di scegliere i punti di osservazione, le aree che insieme specificano la particolarità della preadolescenza. Se ne possono individuare cinque: la formazione della persona, la socializzazione del nativo-digitale, la formazione dello studente, del cittadino e dello stile di vita.

Nella prima area, quella affettivo-sessuale, il preadolescente deve imparare a capacitarsi e a governare un corpo pieno di desideri, mai prima provati. Chi sia e che cosa veramente voglia non le/gli è sempre chiaro. Può provare serie difficoltà a fare investimenti sulle nuove pulsioni correlate ai desideri sessuali e all’identità femminile o maschile. L’evidente evoluzione del cervello emozionale e cognitivo costringe i preadolescenti a voltare le spalle a ciò da cui dipendevano nell’infanzia, in particolare dai propri genitori. Il nuovo processo di individuazione li spinge a una maggiore autonomia nel processo decisionale. Possono nascere quotidiani conflitti che molto inquietano per l’impeto emozionale, per i possibili sensi di colpa, per la confusa ricerca di sé, quando i preadolescenti non riescono a trovare soluzioni praticabili. Sentono quindi il bisogno vitale di rifugiarsi nel piccolo gruppo, inizialmente monosessuale, per compensare il distacco genitoriale, per attribuire un significato simbolico alla nuova corporeità e dare una rappresentazione etica al bisogno di imitare e insieme di competere, di appartenere ma anche di individuarsi e distinguersi. In questa provvisoria “famiglia sostitutiva”, attraverso scissioni e proiezioni, essi cercano di elaborare insieme il lutto dell’infanzia.

Il preadolescente è costretto a sottoporsi a numerosi riti di passaggio, anche se quasi nessuno di essi è riconosciuto dagli adulti e “celebrato” nella comunità. Essi sono imposti dai cambiamenti del corpo, dalle intense emozioni con cui reagisce a un corpo nuovo e sconosciuto, dal riconoscimento ricevuto dal gruppo e, auspicabilmente, dalla società degli adulti. Nel gruppo si fanno anche piccole o grandi esperienze “sacrificali”, che preparano alla vita reale: si impara a operare numerosi tagli alle proprie pulsioni per coordinarsi ai bisogni degli altri, si perdono molte comodità familiari, per dedicarsi a una vita di gruppo piena e impegnativa. 

L’area tecnologica riguarda la socializzazione del nativo-digitale la generazione Alpha è fatta da nativi-digitali totali. Sono ragazze e ragazzi che non hanno bisogno di apprendere uso e segreti del Web. Non sono tuttavia risparmiati dalla fatica dei nuovi linguaggi, anzi! Devono, innanzitutto, investire molto tempo e competenza nella preparazione e nel continuo aggiornamento dei loro profili social (in media sono più di uno). La scelta accurata delle proprie fotografie, i sottofondi musicali, i testi che devono catturare l’attenzione (“acchiappare”) di chi ne farà visita. Una volta poi esposti allo sguardo del mondo, sarà necessario un controllo quotidiano, ansioso e ossessivo, per misurare i risultati: sperare nel crescere del numero dei consensi o sentirsi sprofondare nella vergogna se questi tardano a venire.

Occorrerà curare le “amicizie”, organizzare le reti per fare presa sul maggior numero possibile di pari. La società vorrebbe (dovrebbe) difendere la fragile mente preadolescenziale, da tanto stress e dispendio di tempo e perdita di attenzione. Possedere un account sui social, infatti, non sarebbe possibile nella preadolescenza. La legge tuttavia è facilmente aggirabile, mentre gli interessi economici dei proprietari dei social (i più ricchi e potenti del pianeta) perseguono i loro profitti. Aumenta però la sensibilità dei genitori e alla fine potrebbe vincere il buon senso: no smartphone prima delle superiori; no account prima dei 16 anni; a scuola senza cellulare; più gioco e socializzazione reale.

Molto importanti, vedremo, sono anche la formazione dello studente e del cittadino e del personale stile di vita.

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