Osservando i nostri tempi
- Domenico Cravero
- 3 giorni fa
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Aggiornamento: 2 giorni fa
L'arrivo della generazione "Alpha"
di Domenico Cravero

Si definisce “generazione” un universo di persone vissute nello stesso periodo storico ed esposte a condizioni sociali simili. Sta approdando nella preadolescenza (in quanto nati nel 2012) una nuova popolazione che il ricercatore australiano Mark McCrindle ha proposto di chiamare “Alpha”. La generazione che succede alla Z (l’attuale adolescenza) è indicata con la prima lettera dell’alfabeto greco perché “nativa digitale” in assoluto. È la prima generazione totalmente segnata dall’innovazione tecnologica e dai cambiamenti sociali da essa provocati. Queste ragazze/i non hanno conosciuto un mondo senza smartphone, senza social e senza Intelligenza Artificiale.
L’attuale generazione Alpha inizia quindi dall’appuntamento con la pubertà: meta attesa e, insieme, temuta. Il corpo bello dell’infanzia non tornerà più: il passaggio può entusiasmare oppure preoccupare o anche deludere. Il passaggio dal primato degli affetti familiari alla nuova condizione è il gruppo dei pari, un oggetto intermedio per mettere alla prova le nuove cariche affettive e pulsionali che spingono a esplorare il mondo e a prendere le distanze dalla bisessualità infantile. Lo scombussolamento sperimentato può essere può essere intenso e doloroso perché comporta una doppia separazione: dall’infanzia e dai genitori, e richiede di intraprendere un doppio, lungo viaggio: verso l’identità personale e l’identificazione sociale. La pubertà riguarda il corpo e il suo cambiamento, tanto improvviso quanto radicale. Seguirà l’adolescenza e il lungo tempo dedicato alla mentalizzazione di questa condizione fisica inaspettata per accedere gradualmente a un’identità psicologica personale più stabile e rassicurante.
Nel breve passaggio della preadolescenza, le prodigiose energie fisiche e mentali sono impiegare nel tentativo di capire chi si è diventati e chi si vuol essere. L’amica, l’amico del cuore, immagini speculari del mondo interno, servono a rassicurare sulla capacità di amare anche nella burrasca della transizione, a ridimensionare i propri genitori interni e a superare la nostalgia della onnipotenza infantile perduta.
In II media, l’amicizia dei pari serve a darsi un’identità comune provvisoria e a sperimentare il distacco dai genitori. In III media, invece, il gruppo serve a mettere alla prova la lealtà e l’affidabilità dell’amicizia, a iniziare un viaggio all’interno del nuovo corpo sessuato e a verificare la possibilità di rispecchiamento. Le amicizie femminili si svolgono soprattutto intorno alla qualità dell’intimità e dell’affidabilità reciproca, quelle maschili aiutano a rielaborare e ritualizzare l’aggressività, a prendere distanza dal padre (molto meno dalla madre) e a insistere sui primi tentativi dell’identità di genere.
Condizione comune alle ragazze e ai ragazzi è quella di dedicare molto tempo al gruppo perché la sua missione è urgente e laboriosa. Nella preadolescenza quindi le amicizie assumono caratteristiche specifiche: incentivano le avventure (andare in giro, trasgredire, sfidare le regole) e definiscono un nuovo spazio “democratico” e paritario che rende spesso la contrattazione inconcludente (“Cosa facciamo stasera?”). Il gruppo non è vincolante, ognuno può sempre negoziare le decisioni. È però il gruppo che decide i valori: ideali, idoli e mode. È il gruppo che “prende corpo”. Abbigliamento, consumi, slang, portamento, governano le prove di identità e dispongono i confini, sia in alto (i “vecchi” anche solo di pochi anni) sia in basso (quelli ancora bambini). La microsocietà che ne nasce rimane però democratica, senza la dipendenza da leader (se non negli episodi di bullismo o nella conduzione delle bande), regolata dal libero dibattito e sull’interminabile confronto di gruppo.
Una nuova generazione che si affaccia merita innanzitutto di essere accolta come rivelatrice di nuove sensibilità e di essere osservata con attenzione per capirne la missione.
Per gli adulti (genitori, insegnanti, educatori) è importante dedicarsi a questa scoperta. Le ragazze e i ragazzi che si affacciano alla vita sociale sono antenne puntate a cogliere il nuovo all’orizzonte. Attraverso loro possiamo assistere a una nuova aurora dell’inarrestabile e imprevedibile evolvere del mondo. È ciò di cui abbiamo bisogno: tracce di futuro, per lasciare un presente inguardabile.
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