Osservando i nostri tempi
- Domenico Cravero
- 18 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Diamoci tempo per imparare il linguaggio della sessualità
di Domenico Cravero

L’anaffettività che gli intellettuali spesso osservano nei giovani e l’impressione di vivere in un mondo a parte, che gli adolescenti a volte trasmettono sono forse la conseguenza dell’incomunicabilità che si è instaurata tra le generazioni. La creatività, la generosità e la simpatia di cui dispongono i ragazzi sono le risorse da cui partire.
Per immaginare mondi possibili da costruire insieme è indispensabile però diffondere pratiche di educazione sentimentale e relazionale che tengano conto del disorientamento attuale. La cultura postmoderna ha scompaginato tutte le certezze: ha sostituito il sesso con il genere, insieme alle età ha confuso il maschile e il femminile.
Riprendiamo il contatto del corpo
Il compito riproduttivo sembra sparito dalla scena, a vantaggio della provvisorietà e della gratificazione istantanea. L’iperstimolazione pornografica ha nuociuto alla salute sessuale. La ricerca sociologica mostra, infatti, come oggi la sessualità reale sia in declino. C’è minore dimestichezza al contatto con il corpo e all’interazione fisica con gli altri, come se la testa non solo pretendesse di dominare il corpo ma volesse farne a meno. Alcuni ragazzi, che si considerano incapaci di intraprendere relazioni sentimentali, stanno formando un agglomerato di forum e siti che promuovono la misoginia, l'antifemminismo, il sessismo e la supremazia maschile.
La rete funge da amplificatore di nuove parole: disforia di genere, transgender, adolescenti fluidi e di nuove tendenze: cultura Incel, manosfera… Alla rivoluzione sessuale che aveva annunciato una sessualità libera, pluriforme, sciolta dai vincoli della riproduzione e possibile compensazione di quanto gli individui avevano perso nella certezza dell’amore, sembra subentrata una post-rivoluzione, dove il successo del virtuale e la liberazione dal corpo reale sembrano contrassegnare, nella Generazione Z e alpha, un certo ritiro erotico e diffondere un ambiente ibrido.
Che cos'è l'amore?
La domanda oggi urgente è diventata: quale educazione sessuale al tempo della non raggiunta parità e del femminicidio inarrestabile? La sessualità è l'esperienza più intima e personale che si conosca. Abbiamo però dimenticato che la sessualità è anche un bene collettivo, che va imparato e affinato, perché essa non può vivere senza un costume. I suoi lati oscuri e inquietanti travolgerebbero la nostra fragile psiche (Freud stesso l’aveva abbinata a una pulsione di morte). I suoi valori: la generazione, l’identità personale e il legame sono costitutivi dell’umano. La sessualità umana è altra cosa da quella animale: è libera, perché indisgiungibile dalla domanda d’amore.
La domanda è: “Che cos’è l’amore?”. Non è più chiara, infatti, la risposta. Il problema si pone così in termini precisi: come accorgersi di essere manipolati o di vivere con una persona narcisista e immatura? Come accorgersi e come affrontare le relazioni tossiche? Cos’è l’amore maturo? Quando s’instaura una co-dipendenza? C’è un ricco catalogo ormai globalizzato di possibili inganni: il love bombing (comportamento manipolativo, emotivamente abusante), il bread crumbing (briciole d'amore senza impegno) il gaslighting (quando si nega spudoratamente la verità), il ghosting (troncare una relazione, sparendo) l’hovering (risucchiare in una dinamica di dipendenza affettiva), l’orbiting (non riuscire né a stare insieme né a separarsi).
Genitori e figli, identiche angosce
Ci sono poi pratiche di costume che vanno imparate con cura: il corteggiamento, la sana capacità di simmetria (non sei “mio/a”) e di complementarietà (“voglio il tuo bene”), la comunicazione efficace. Il rispetto, infatti, nasce nei riti e nell’arte del corteggiamento. La via di uscita da questa inquietante situazione è un diverso e inedito ritorno alle relazioni primarie. L’amore si impara lì; persino quando il legame adulto naufraga in un mare di delusione, si continua a credere che solo lì l’amore avrebbe il suo luogo sorgivo. Anche la sessualità adulta a volte è immatura. Per questo si può fare una ricerca comune: genitori e figli insieme.
Il riferimento della nuova educazione sessuale non è più principalmente la scienza biologica ma quella umana, educativa. La sessualità infatti è irriducibile alla natura, come il genere lo è al sesso. Mi è capitato più volte in questi ultimi mesi di organizzare incontri genitori e figli su questo tipo di educazione e mi è parsa una strada promettente. Genitori e figli sono entrambi angosciati: se ne può uscire insieme, per amore. La sessualità è un linguaggio che va imparato, affinato, approfondito, con un impegno che dura tutta la vita. Nella società, la parità non riesce ancora a realizzarsi, una ricerca comune tra le generazioni può essere un solido punto di partenza.
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