top of page

Osservando i nostri tempi

Aggiornamento: 11 giu

Con i giovani occorre partire dalle virtù

di Domenico Cravero


ree

Partecipare al mondo di oggi, nella vita concreta del lavoro e della scuola, e nella “realtà” costruita dai media, è fare esperienza della vita personale e sociale come un vortice, un’ininterrotta e imprevedibile azione di disgregazione e di rigenerazione. Siamo sollecitati senza sosta dal cambiamento troppo veloce e dalla perturbazione costante dell’imprevedibile e dell’ingovernabile. Infinite volte, il terrore della distruzione ha unito le folle nel grido: “Mai più la guerra!”. Ci troviamo invece in mezzo a conflitti di inaudita violenza. La società si dice aperta, ma le forme di etnocentrismo si moltiplicano, le promesse di fraternità si rivelano inaffidabili. I legami, quando si riducono a “schiuma” (Sloterdijk) senza consistenza e affidabilità, non permettono l’integrazione sociale e costituiscono una minaccia. Ci sentiamo sempre più inconsistenti e vulnerabili, davanti ai fatti del mondo e alla imprevedibilità della nostra psiche.

A questo si aggiunge la postura e il linguaggio delle nuove generazioni, fatti di relazioni virtuali e tecnologizzati, spesso incomprensibili agli adulti. Il telefonino ha sostituito la strada, la noia e il disinteresse hanno preso il posto del desiderio di libertà e di esperienze nuove, alla ribellione è subentrata l’allergia al dialogo. 


L'incertezza del futuro

In un mondo in cui quasi più niente è considerato certo, il vero riferimento rimangono i coetanei.  Circondati da immagini di corpi perfetti, si diventa più intolleranti alle naturali imperfezioni e più severi con sé, concentrati sul proprio profilo, dediti a se stessi. I timori per il futuro sono talmente forti che si fa di tutto per dimenticarli. Si diffonde un malcontento tossico, dove la colpa del proprio malessere viene sempre attribuita agli altri. Nonostante il continuo parlarne, il bullismo è inarrestabile, cambia veste e diventa online. Non si ferma alla strada, agli spintoni e agli insulti nei corridoi scolastici. Il cyberbullismo è più grave: può innescare una spirale di crudeltà, un vortice spietato di abusi, malignità, calunnie, provocazione, fino a indurre all’esclusione (e al suicidio o addirittura all'omicidio, alla strage, con molta probabilmente secondo gli inquirenti, come di recente nel caso della scuola a Graz, in Austria).

Educate alla vita facile, le nuove generazioni sono diventate diffidenti rispetto ai compiti onerosi (come quello di avere figli) e si orientano a rifiutare il sacrificio del legame. I fratelli maggiori che sostituiscono i genitori sono diventati gli influencer: senti una cosa, la cerchi in rete, trovi altre persone come te, ti senti meno solo, sollevato dai tuoi dubbi. Comportamento diffuso diventa quello blasé, come è stato descritto da George Simmel più di un secolo fa. Gli individui, privati del sostegno della solidità dei legami interpersonali, cercano una difesa contro lo sradicamento da cui si sentono minacciati, diventando “riservati”, calcolatori, diffidenti, silenti.


Le interpretazioni degli adulti

La chiusura nel privato non è semplice indifferenza, può diventare tacita avversione, reciproca estraneità, sentimento di repulsione: “Ci protegge l’antipatia, lo stadio latente e preliminare dell’antagonismo pratico, che produce quelle distanze e quel voltar le spalle senza cui la forma di vita metropolitana non potrebbe affatto essere praticata” (Le metropoli e la vita dello spirito, p. 45).

Le persone si sentono non solo perturbate dai cambiamenti esterni ma si percepiscono come abitate da una molteplicità di Io che si alternano e si confondono, spesso senza coerenza. Le relazioni umane reciproche diventano evanescenti, non riescono più a modellare l’esperienza dell’Io e la sua mente.

Gli adulti tendono a interpretare questa patina malinconica come estraneità e anaffettività.

Questa maschera non è autentica. Quando si riesce a entrare in empatia con le ragazze e i ragazzi, quando ci si affianca ai loro gruppi, insieme alla loro solitudine e al disorientamento prodotto dal mondo, essi esprimono creatività, generosità e simpatia. Da queste virtù occorre partire per una possibile azione comune di riscatto e di speranza.

Commenti


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page