ORIZZONTI D'EUROPA
Dossier in chiusura tra patenti guida e ripristino della natura
di Mercedes Bresso
La plenaria a Strasburgo, per la seconda volta in febbraio, era anche la terzultima della legislatura: ci aspettano ancora una in marzo e una in aprile e in più una mini sessione a Bruxelles. In questo periodo votiamo moltissimo, per cercare di chiudere gli ultimi dossier nella speranza di riuscire ancora a trovare il tempo per un trilogo e per poter tornare al voto finale entro aprile. È stato il caso questa volta della revisione della direttiva sulla patenti di guida, un tema che sembrava poco divisivo e che invece è stato oggetto di aspre battaglie; come abbiamo scoperto, nella maggior parte dei paesi del nord e in Germania, non sono previste visite mediche e revisioni periodiche così come non ci sono patenti a punti e limiti di età per guidare. La proposta di modifica del nostro relatore Variati faceva invece riferimento al sistema italiano e rendeva necessaria una visita medica di controllo almeno ogni 15 anni, oltre a chiedere di inserire il sistema dei punti e varie altre cautele, in particolare per i guidatori professionali. La votazione è stata combattuta e quasi nessuno dei miglioramenti introdotti è passato. Vedremo ora che cosa dice il Consiglio per valutare se vale comunque la pena di approvare i pochi miglioramenti rimasti o se rinviare alla futura legislatura. Questo comunque è un buon esempio della difficoltà di omogeneizzare tradizioni diverse nei più svariati campi. Abbiamo anche approvato la relazione sulla revisione del quadro finanziario pluriennale, da adeguare ai problemi emergenti, dall’aumento delle spese per la difesa, alle necessità per sostenere l’Ucraina, agli aiuti umanitari a Gaza e per avviare la transizione ambientale e digitale.
Le relazioni più politiche riguardavano invece invece lo stato dei diritti umani nel mondo e l’attuazione della politica estera e di sicurezza. In questi casi si scatenano i presentatori di emendamenti, anche dopo che si è trovato un buon compromesso, per cui passiamo ore a votare emendamenti che hanno scarsissime possibilità di essere approvati, ma che consentono ad alcuni deputati di vantarsi sui social e a casa!
Molti come dicevo i voti unici sugli accordi raggiunti con il Consiglio su provvedimenti importanti: anzitutto l’istituzione della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa, STEP (Strategic technologies European platform), che usa crea degli strumenti finanziari per attivare rapidamente il sostegno agli investimenti delle imprese nei settori cruciali per la leadership europea. Con STEP saranno creati un sigillo della sovranità per i progetti che contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi, e un portale della sovranità per promuovere le sinergie tra i programmi esistenti. Come sempre il problema principale sono le risorse che, al momento, non sembrano adeguate alle ambizioni pur giuste dello strumento; sarà necessario creare un progetto finanziario anche utilizzando l’ indebitamento europeo come ha recentemente ricordato il commissario Paolo Gentiloni.
Nuovo regolamento per le IGT
Un altro voto molto importante è stata la ratifica dell’accordo con il Consiglio sul regolamento per i ripristino della natura, uno dei capisaldi del progetto del Green Deal. Tra le modifiche più interessanti c’è l’inserimento della sicurezza alimentare tra gli obiettivi del ripristino e sono state introdotte una serie di flessibilità che consentiranno agli Stati ( e da noi alle Regioni) di adattare meglio la norma alle loro specificità territoriali. Un buon risultato che permetterà di adeguarsi alla norma riducendo al massimo possibile le tensioni con i diversi attori del territorio.
Grande entusiasmo invece per la definitiva ratifica del nuovo regolamento sulle indicazioni geografiche tipiche (IGT), per vini, bevande alcoliche e prodotti agricoli di qualità. Per la prima volta avremo un testo unico europeo sulle produzioni di qualità in grado di garantire maggiore chiarezza e sicurezza dalle copie (come il Prosekt o i balsamici croati o sloveni) per i produttori e per i consumatori. È stata anche inclusa la necessità di garantire un reddito adeguato ai prodotti di qualità.
Per l’Europa si tratta di un’economia che vale più di 80 miliardi di euro (con una quota importante per il nostro paese) e che costituisce un patrimonio culturale oltre che economico. Il nostro collega de Castro è stato il bravissimo negoziatore.
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