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Oltre 400 morti: senza tregua la guerra civile sudanese

Aggiornamento: 21 apr 2023


Aggiornamento. Guarda i video. Non si arrestano i combattimenti a Khartoum, capitale del Sudan, tra l'esercito regolare guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, uomo forte del regime, dopo il colpo di stato del 25 ottobre 2021, e le milizie paramilitari della Fsr che rispondono al generale Mohamed Hamdane Dagalo. In sostanza, la tregua di 72 ore preannunciata si è smaterializzata. Anzi. Gli scontri sono ripresi con maggior violenza, con pesanti bombardamenti che hanno provocato (nel filmato quello che ha preso di mira l'aeroporto della capitale), dove sono stati distrutti 5 caccia da combattimento MiG-29 egiziani e il continuo esodi di civili per aree più sicure. Infatti, la cosiddetta tregua di 24 ore non sortito soluzioni positive. Del resto, come è stato rilevato, il termine arabo Hudna non significa tregua come si intende nel resto del mondo, ma soltanto pausa, per poi riprendere il fuoco contro il nemico. cominciare la battaglia. Nel filmato, i ribelli distruggono un carro armato (di produzione sovietica) dell'esercito sudanese.

Secondo la Nazioni Unite, lo scontro tra fazioni militari è già costato al Sudan oltre 400 morti e più di 3.500 feriti. Oramai si è sul baratro di una nuova emergenza umanitaria. Secondo l'Onu, infatti, tra le 10mila e le 20mila persona hanno già varcato il confine con il Ciad. Si tratta, per l'alto commissariato per i rifugiati, perlopiù di donne e bambini. E con l'inasprimento della violenza, si è già ad un passo dalla mancanza di cibo a disposizione per la popolazione.[1]

Epilogo sempre più drammatico ad oltre un anno e mezzo dal putsch militare in Sudan che ha portato Fattah al Burhan al potere e alla dichiarazione dello stato d’emergenza con conseguente scioglimento del consiglio sovrano e l'arresto del primo ministro del governo di transizione sudanese, Abdalla Hamdok. In quella circostanza, al Burhane aveva promesso libere elezioni entro il 2023. annunciato inoltre che formerà un altro governo di transizione, promettendo libere elezioni entro il 2023.

Ma il problema vero rimane l'evacuazione dei cittadini stranieri, soltanto gli Stati Uniti ne hanno quasi 20 mila nel Paese. Intanto, forze speciali di diverse nazioni si preparano ad evacuare il personale delle proprie ambasciate.


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