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Mercedes Bresso

Meloni ai margini dell'Europa: presunzione da inesperienza?

di Mercedes Bresso


E così c’è riuscita. La nostra Presidente del Consiglio è riuscita a mettersi contro Ursula von der Leyen all’ultimo minuto, dopo quasi due anni di corteggiamenti, astenendosi sulla proposta del gruppo di negoziatori, che per definizione avevano la maggioranza per decidere (sei paesi con il mandato di altri diciotto): un pacchetto di nomine che rispecchia la decisione di mantenere la maggioranza “Ursula” della scorsa legislatura che era d’altronde la sola possibile, visti i risultati delle elezioni europee.

Al PPE, che è di gran lunga il primo gruppo, la presidenza della Commissione, cioè dell’esecutivo europeo, ai socialisti, il secondo gruppo del Parlamento, la Presidenza del Consiglio Europeo per una persona dalle eccezionali qualità di negoziatore come Antonio Costa, un posto tra l’altro blindato, perché la nomina è di competenza esclusiva del Consiglio Europeo, e ai liberali l’Alto rappresentante per la politica estera, l’estone Kallas.

Le scelte soddisfano i capi di Stato e di governo, perché garantiscono l’equilibrio fra i governi e il Parlamento che deve votare sia Ursula che Kallas e che aveva insistito perché fosse nominato Presidente della Commissione lo spitzen kandidat (il candidato principale) del gruppo più importante, visto che i trattati prevedono che il Consiglio Europeo debba fare la proposta sulla base dei risultati delle elezioni. Al pacchetto si aggiunge negli accordi fra i gruppi parlamentari la riconferma di Roberta Metzola (Malta), anche lei PPE, come presidente del Parlamento per la prima metà del mandato.

Tra le condizioni poste dai socialisti e democratici per l’accordo c’era che avvenisse fra i tre partiti del centro-sinistra europeo che hanno sempre assicurato la maggioranza al Presidente della Commissione e questo ha portato all’esclusione sia del ECR della Meloni, sia a quella dei verdi.

Questo non escludeva però che altri paesi si aggiungessero alla maggioranza in Consiglio Europeo (e questo avrebbe potuto fare Giorgia Meloni se avesse privilegiato la tutela del nostro paese agli interessi del suo partito europeo) e non escluderà che in aula si aggiungano i voti di una parte o di tutti i verdi e di altre formazioni come gli stessi eurodeputati di Meloni. In effetti, sarebbe una scelta saggia perché tutte le decisioni europee si basano sul negoziato e sul compromesso ed è un pessimo segnale per un paese schierarsi su una opposizione preconcetta.

Ottimo il risultato per i socialisti e per Costa, perché la sua è una nomina senza rischi e perché è il primo socialista a ricoprire il ruolo molto importante di presidente del Consiglio Europeo, che in tempi di turbolenze in politica estera ha un ruolo centrale. È tra l’altro significativa l’astensione su di lui del premier ungherese Orbán, a segnalare l’apprezzamento di cui gode in Europa l’ex primo ministro portoghese per le sue doti di equilibrio e fermezza. Tra l’altro Costa, nato a Goa, ex colonia portoghese dell'India, sarà anche il primo uomo di colore a rappresentare l’Unione. Inoltre avremo donne e due uomini ai vertici: un altro bel segnale per le donne europee.

Insomma, dopo la delusione per i risultati del voto, che avevano segnalato la crescita delle destre in Europa, gli equilibri politici non sono però cambiati, anche perché non esistevano altre maggioranze possibili. Certo la gestione delle decisioni sarà più difficile e i negoziati nel merito dei provvedimenti ancora di più. Ma le linee politiche sia all’interno sia in politica estera saranno sostanzialmente le stesse e questo è un risultato molto importante visti i difficili tempi in cui ci troviamo.

La nostra Presidente del Consiglio farebbe meglio a capire che l’Europa si governa dal centro e negoziando. C’è ancora tempo per salire sul carro e ne vale la pena, anche a prezzo di accettare il fatto che in Europa socialisti e liberali sono indispensabili e che gli accordi solo con il PPE non portano da nessuna parte.

Si dovrà approvare il programma di lavoro per il quinquennio e questa potrebbe essere l’occasione per lei come per i verdi per far sentire con calma la propria voce.

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