Restiamo fedeli all'idea di Pace e non all'inevitabilità della guerra
- Giorgio Ardito
- 1 giorno fa
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Riceviamo e pubblichiamo
di Giorgio Ardito

Ti prego, ascoltami: viva la tregua a Gaza, da chiunque venga l'iniziativa di porre fine ai massacri. Insistiamo tutti affinché i prossimi passi consentano una vera pace e l'avvio verso l'obbiettivo di due popoli due stati. La giusta grandissima attenzione a Gaza non ci faccia però dimenticare che è in corso un lercio lavoro di assuefazione (mitridatizzazione) agli scenari di guerra (ben 170 tra piccole e grandi come ben documentato dal mensile MISSIONI Consolata di luglio), sui media, nelle scuole, nelle città. Una pedagogia della guerra invece di una pedagogia della non violenza e della pace.
Negli USA il Dipartimento della Difesa da pochi giorni è rinominato "della Guerra"; in Italia stessa rinomina alcuni mesi fa per la Scuola militare degli alti gradi.
Si dice riarmo quando siamo già armati poiché corsa agli armamenti (la realtà) inquieterebbe (allarmerebbe, forse meglio!) le persone, consapevoli che lo sbocco di tale corsa è sempre stata la guerra. Consapevolmente o no, alla chetichella, la stanno preparando.
Nel 1961 già il presidente statunitense Eisenhower (Eisenhower!), capo dell'invasione alleata in Normandia, metteva in guardia dai rischi derivanti dagli apparati industriali/militari per la libertà e la democrazia.
Premiamo senza tregua sui Parlamentari affinché si convincano e prendano coscienza del pericolo crescente che l'imprevisto aiutato dalla folle corsa agli armamenti (per la sola Europa la somma fa più di 2000 miliardi di euro che verrebbero sottratti, piaccia o meno, a sanità, istruzione, trasporti, ambiente) scateni un conflitto devastante che può cancellare il futuro delle nuove generazioni.
Ben venga quindi ogni tregua nell'uso delle armi ma contemporaneamente impegniamoci senza tregua per fermare la corsa in atto a un'economia di guerra e per riavviare invece una politica di distensione, coesistenza pacifica e disarmo che in passato ha portato da oltre 64.000 a meno di 12.500 armi nucleari.
Chiediamo inoltre ai Parlamenti di Italia e UE di approvare il Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) in vigore dal 22 gennaio 2021 per il diritto internazionale.
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