L'addio a Levio Bottazzi, "gigante" nel sapere sull'energia
- La Porta di Vetro
- 15 ott
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Aggiornamento: 16 ott

Si è spento Levio Bottazzi, presidente onorario della Consulta degli ex amministratori provinciali e metropolitani torinesi. Era nato a Torino nel 1930, vice sindaco di Rivoli negli anni Ottanta e consigliere della Provincia di Torino. Di lui si ricordano studi, ricerche e volumi sulla storia locale, ma soprattutto una vita dedicata all'impegno per il mondo del lavoro nella Cgil, dove fu segretario nazionale della Fnle (Federazione nazionale lavoratori energia).
Che bravo Levio Bottazzi, compagno competente col sorriso in volto". È la frase che si ritrova in una chat, ma che si duplica all'istante nell'animo di tutti coloro che hanno avuto modo di frequentarlo. Per usare un'espressione preso in comodato d'uso da chi lo ha conosciuto, "Levio Bottazzi non aveva necessità di mettersi in testa il berretto di capostazione per mostrare le sue competenze professionali e tecniche. Sapeva. Un sapere notevole il suo, accumulato nell'esperienza diretta all'Enel, successivamente nel sindacato Cgil di categoria (lavoratori dell'energia) e poi da vice presidente della Federelettrica, infine presidente dell'AEM, la municipalizzata del Comune di Torino. Ma più di ogni altra cosa, a livello strettamente personale, gli era rimasto cucito sulla pelle il diploma di perito elettronico preso all'Avogadro, con una votazione che gli aveva fatto guadagnare le attenzioni delle aziende del settore in cerca dei diplomati più bravi e meritevoli.
Mite, schivo, misurato, indifferente alla luce dei riflettori, Levio Bottazzi è stato un figlio perfetto della sua epoca di sindacalista della Cgil, un'epoca finalizzata ad anteporre sempre gli interessi dei lavoratori alle ambizioni personali, da Giuseppe Di Vittorio ad Agostino Novella a Luciano Lama. Levio Bottazzi era figlio di quella generazione e non ha fatto eccezione. Per rendersene conto e sfuggire alle tagliole della retorica, è sufficiente sfogliare gli archivi dell'Unità o della Fondazione Gramsci e leggere le cronache dei suoi interventi, il taglio politico dato alle iniziative sindacali, le battaglia affrontate per invitare il Paese ad una progettualità nel settore dell'energia che riflettesse il superamento delle discriminazioni, anche tariffarie nella distribuzione, tra Nord e Sud; tesi esposta in un convegno del Pci promosso a Palermo nel gennaio del 1979. Del resto, la questione meridionale fu uno dei suoi cavalli di battaglia privilegiati nel sindacato insieme alla partecipazione degli enti locali nelle aziende energetiche per contrastare le privatizzazioni.
E ancora mesi dopo, quasi a volere rafforzare la sua posizione, anche all'interno del movimento sindacale nel suo insieme, pose l'accento sulle inefficienze dell'Enel, sui ritardi nella programmazione delle centrali termoelettriche, un piano disatteso che risaliva al 1973, che nel quotidiano penalizzava il Mezzogiorno, più di altre aree a rischio di black-out. E con visione profetica, ricordò che il problema energetico era uno dei principali nodi da risolvere per lo sviluppo del Paese. Nodo che si sarebbe dovuto comunque affrontare in tempi strettissimi, sostenne, qualunque fosse la questione o le fonti alternative o l'energia nucleare, insieme a un serio piano di risparmio e di contenimenti dei consumi energetici.
Questioni delicate e centrali per lo sviluppo dell'industria e della società italiana, riprese sempre con vigore e competenza negli anni successivi anche all'interno del Pci torinese, di cui si ricordano alcuni passaggi al III Congresso regionale dal 23 al 25 maggio del 1986, al Teatro Ambra, in qualità di vice sindaco di Rivoli, congresso aperto dal capogruppo PCI in Consiglio Regionale Rinaldo Bontempi, cui aveva partecipato anche Valentino Castellani, all'epoca presidente del CSI e vice rettore del Politecnico di Torino.
Una citazione a sé merita poi il documento del Comitato regionale piemontese del Pci su Energia idroelettrica. Una importante iniziativa corredato proprio da una nota di Levio Bottazzi per la formulazione di un nuovo Piano energetico nazionale, studio elaborato dal Coordinamento nazionale dei comitati dell'Enel su "Una politica per l'Enel" nel 1987, alla vigilia del referendum sul nucleare.
Ma il lavoro che più lo ha avvicinato al miglioramento della qualità della vita dei torinesi è certamente la realizzazione del teleriscaldamento, a partire dai primi anni Ottanta, di cui può essere considerato a buona ragione uno dei padri.













































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