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Il saxofono di Wayne Shorter per Aung San Suu Kii e per tutti i Nobel per la Pace


a cura del Baccelliere


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L’autunno è stagione di castagne e premi Nobel. Le castagne ci sono da sempre. Il premio Nobel, invece, è nato come una sorta di riparazione, in quanto Alfred Nobel, il suo ideatore, aveva inventato la dinamite. Le due creature sono qualcosa di potente ma anche controverso. Gli ambiti del Nobel sono tanti. Medicina, economia, fisica, letteratura, chimica. E poi c’è il Nobel per la pace. Molto ambito e anche assai discusso. Destinato a titillare la megalomania dei potenti al punto da generare auto candidature - che per fortuna nell’ultima occasione non hanno - ancora - avuto seguito.

Nel 1991 il premio Nobel per la pace andò a Aung San Suu Kii, dissidente birmana. Aung San Suu Kii negli anni ‘90 era l’emblema della lotta non violenta per la democrazia in Myanmar. A lungo agli arresti domiciliari, fu protagonista di una forma di resistenza pacifica, incarnando la forza del coraggio femminile contro il potere oppressivo.

Il premio Nobel per la pace 2025 è stato assegnato a Maria Corina Machado, attivista venezuelana oppositrice di Maduro. La figura di Machado si pone in continuità con quella di Suu Kii. Entrambe rappresentano l’opposizione a regimi autoritari. Ci auguriamo che per Maria Machado il premio, accendendo i riflettori sulla sua figura, sia una specie di tutela come lo è stata per Aung San Suu Kii. Cosa che non è accaduta a Narges Mohammadi, premiata nel 2023 e tuttora duramente imprigionata in Iran, dove si batte contro il regime degli ayatollah.

Il Nobel per la pace ha dunque un forte valore ideale, è un momento di elevazione a simbolo di un personaggio, che va al di là delle critiche anche legittime di cui può essere fatto oggetto.

Aung San Suu Kii fu liberata e intraprese una carriera politica nel Myanmar. Sarebbe stata prima oggetto di accuse per non aver assunto una posizione contro le violenze perpetrate dall'esercito birmano contro la minoranza musulmana Rohyngya e in seguito deposta e nuovamente incarcerata. A Machado si rimproverano la provenienza da ambienti non popolari e posizioni politiche piuttosto moderate. Questo non toglie nulla a quanto esse rappresentano.

Ottenere il Nobel per la pace non significa essere perfetti. Ha a che fare con i meriti di una persona e con le azioni messe in essere da questa in un certo momento storico. In questa dimensione le protagoniste citate hanno acceso speranze e rappresentano altrettanti archetipi della lotta non violenta e della perseveranza. Non a caso stiamo parlando di donne. A Aung San Suu Kii, il saxofonista Wayne Shorter nel 1997 ha dedicato una meravigliosa composizione strumentale, incisa per la prima volta in duo con Herbie Hancock nel disco 1+1 del medesimo anno[1]. Il tema di Shorter è delicato ma forte. Un duetto basato sull’ascolto invece che sulla sfida. La tensione armonica sa di irrisolto e comunica un senso di fragilità forte: quella di ciò che appare sempre sul punto di spezzarsi ma resiste. Caratteristica del tutto femminile. La conclusione è “interrotta”, quasi a suggerire che la lotta continua. Un ritratto universale.


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