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Maurizio Jacopo Lami

La furia di Netanyahu: ucciso anche Nasrallah, ultimo capo Hezbollah

di Maurizio Jacopo Lami


"Non siamo una resistenza di gente improvvisata, ma un' organizzazione che usa la ragione, la pianificazione, gli armamenti, l' addestramento e la mobilitazione. Questo è il segreto della vittoria ".

Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. discorso a Beirut dopo il ritiro degli israeliani da Beirut,  22 settembre 2006


"Nasrallah è un criminale che vuole distruggere il popolo ebraico proprio come i nazisti. Ma non è invincibile. Ho un piano per lui e i suoi seguaci. E se Netanyahu mi dà retta noi distruggeremo Hezbollah e elimineremo Nasrallah"

Tenente generale Aviv Kochavi , ex capo di Stato Maggiore delle IDF, autore dei piani per attaccare Hezbollah.


"L' ONU è diventata una palude di antisemitismo, un luogo di cui vergognarsi. Ma noi israeliani ci difenderemo, faremo tutto il necessario senza chiedere permesso a nessuno, e lotteremo per proteggere non solo noi ma tutto l' Occidente. Io vi dico che Nasrallah e i suoi terroristi non vinceranno"

Discorso di Benjamin Netanyahu primo ministro israeliano alle Nazioni Unite a New York . Negli stessi minuti l' aviazione israeliana ha ucciso a Beirut Nasrallah con una bomba di alta penetrazione da una tonnellata.


"I maledetti ebrei hanno ucciso il nostro grande amico Nasrallah, guida dei credenti libanesi e insieme a lui anche molti dei pochi ufficiali superstiti. Nonostante mille precauzioni hanno saputo quando visitava il quartiere generale. È un colpo durissimo per noi sciiti tanto più che in questo anno terribile gli israeliani hanno ucciso man mano ben cinque dei più importanti dirigenti di Hezbollah, praticamente tutti quelli che erano stati indicati come validi successori.

È spaventoso, un incubo a occhi aperti. Ma io ho una sorpresa per loro: suggeriremo a Hezbollah di nominare nuovo leader Hasfem Safi Al Din, cugino di Nasrallah. È un bravo amministratore ed è fedele a noi. Questa volta gli israeliani saranno giocati". Dalla platea, il silenzio è assoluto all'affermazione dell'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell' Iran. Poi con una voce mestissima, quasi da oltretomba, la risposta di uno dei suoi collaboratori: "Gli israeliani avevano previsto anche questo. Hanno ucciso anche lui".

A queste parole l'ayatollah è sbiancato, poi con la forza della disperazione, ha rilanciato, letteralmente come un giocatore di poker che vede la rovina davanti a sé: "allora facciamo leader il comandante militare Ali Karaki: è l'ultimo ufficiale di livello rimasto in vita". Nuovo spaventoso silenzio, poi è stato come "il destino che bussa alla porta"  della famosa opera: "hanno ucciso anche lui ieri". E l' ayatollah dell'Iran si è messo a piangere e poi ha preso la coraggiosa decisione: "Portatemi subito in in luogo sicuro, lontano da qui!".

Cosi ieri, 27 settembre, a Teheran, in un incontro notturno d'urgenza per analizzare la situazione in Libano, i dirigenti iraniani hanno certificato a sé stessi il fallimento dell'Asse della resistenza". Ormai Israele ha preso la mano agli avversari e vola di successo in successo. Soprattutto sembra sapere letteralmente ogni mossa degli avversari in ogni particolare e quindi può sventarla in tempo. Ieri pomeriggio, per esempio, fra le mille cose successe, l'intera Beirut, "perla del Libano e porta dell'Europa sull'Asia", ha tremato come se fosse colpita da un terremoto.

Ma non era un terremoto: era l'aviazione israeliana che scagliava almeno 20 dei suoi missili (bombe penetranti da una tonnellata) contro sei edifici tutti ubicati nel sud della grande città, nell'immenso sobborgo di Dahiya, cuore pulsante del dominio sciita. I sei edifici sono stati completamente distrutti (e si tenga conto che parliamo di grandi immobili). In particolare, è stato colpito un luogo segretissimo che gli integralisti sciiti avevano disperatamente (e inutilmente, con ogni evidenza) cercato di tenere segreto: il quartier generale di Hezbollah che proprio ieri avrebbe dovuto ospitare il leader Nasrallah.

Nasrallah era naturalmente il bersaglio principale del clamoroso attacco, ma nel locale sotterraneo completamente devastato dalle terribili esplosioni vi erano anche numerosi ufficiali e dirigenti. Si sa per certo che sono morti numerosi esponenti di primo piano: il capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah e il deputato Ali Amar, la figlia di Nasrallah, (che aveva un ruolo nella propaganda) e numerosi ufficiali, praticamente tutti quelli che erano a Beirut. Tutti però si chiedono naturalmente se Nasrallah è vivo o morto e su questo punto le risposte per ora non sono univoche.

Le agenzie di stampa controllate da Hezbollah hanno affermato che "Nasrallah è scampato all'attacco", mentre fonti iraniane sostengono una cosa diversa: "il capo della resistenza libanese è in un posto sicuro . Non era nel quartier generale". Già così a ben vedere sono affermazioni molto diverse: Nasrallah era oppure no nel quartier generale?

A rendere ancora più dubbia la versione della salvezza di Nasrallah è la sicurezza con cui gli israeliani affermano che era nel quartier generale: un funzionario del servizio stampa dell'esercito israeliano ha spiegato che "se Nasrallah era lì nel sotterraneo le possibilità che sia sopravvissuto ad un esplosione così potente sono praticamente pari a zero. E noi siamo decisamente convinti che lui fosse lì".

Sembra proprio che sia andata così: pochi minuti una fonte vicino ad Hezbollah ha definito Nasrallah "non raggiungibile". Inoltre, fatto ancora più significativo, gli ayatollah iraniani hanno detto che "Hezbollah è un organizzazione duttile in cui ogni carica ha un sostituto valido". Quando si parla di sostituto vuol dire che qualcuno non c'è più. E i dirigenti di Teheran si sono ben guardati da sottolineare che tutti e cinque i più importanti collaboratori di Nasrallah sono stati eliminati.

Poco fa l'affermazione perentoria di Tel Aviv:" Siamo sicuri che è morto. Anche la figlia che aveva un ruolo importante nell'organizzazione. E anche Ali Karaki, il numero tre dell' organizzazione ". La morte di karaki rende praticamente monca l' organizzazione militare.

Netanyahu aveva detto "difenderemo a tutti i costi Israele". Per Hezbollah il destino bussa alla porta.

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