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L'opinione dell'esperto: Ucraina, a che punto siamo?

Aggiornamento: 6 gen 2023

di Michele Corrado*

Le notizie provenienti dal teatro militare e politico ucraino sembrano essere sempre più indecifrabili; in una realtà, dove gli eventi debbono avere durata limitata, la guerra sembra sfuggirci di mano col passare del tempo. Iniziato come un semplice e naturale completamento del rientro di territori in ambito russo, oltre alla Crimea, l’inaspettata resistenza della nazione ucraina, per mezzo del suo presidente, ha colto sia i russi che l’occidente di sorpresa.

Ora, visto che per stanchezza dell’aggressore e per vivacità dell’aggredito, complice il periodo invernale, si attraversa un periodo di stagnazione (nel senso dei risultati: terreno perso, o riconquistato), delle operazioni terrestri, si intraprendono altri tipologie di azione.

Ma il tempo corre e in questo tipo scenario, è sempre a favore dell’attaccato. Questo concetto sembra farsi largo nei vertici politici e militari russi che, perseguendo gli schemi operativi della Seconda Guerra Mondiale, stanno cercando di fiaccare la nazione ucraina con una campagna missilistica sulle infrastrutture energetiche, non contro le sue truppe.

È la stessa procedura che usarono i tedeschi contro l’Inghilterra con l’utilizzo nel 1944 dei razzi V1 e V2 - le famose bombe volanti - contro infrastrutture simbolo inglesi. Sappiamo come andò a finire per la disparità di forze in campo, nonostante che i tedeschi fossero tecnologicamente molto più avanzati degli inglesi.

Pertanto, i russi, per dimostrare al fronte interno che in ogni caso si mantiene una forte e soprattutto continua pressione sugli ucraini si stanno affidando all’ultima risorsa in grado di produrre danni materiali e soprattutto morali, l’impiego di missili a all’interno delle frontiere ucraine su obiettivi non militari.

Terminata questa disponibilità di vettori (secondo più fonti di intelligence, i russi impiegano molti più missili di quanti riescano a produrne), non resterà che cedere il terreno ucraino occupato il più lentamente possibile, compatibilmente con il livello di perdite di truppe che potranno sostenere.

Gli ucraini, per voce del loro presidente Zelensky, percepiscono i limiti delle possibilità russe e forti di un sostegno dei servizi segreti, di addestramento, di logistica e di tecnologia forniti dai Paese occidentali (al momento inesauribile), intravedono la possibilità di rovesciare la situazione a loro favore. E' di ieri la notizia che la Germania fornirà carri armati tipo Mander e sistemi missilistici Patriot, unendosi alla decisione del presidente francese Macron di inviare a Kiev blindati leggeri (destinati comunque ad essere sostituiti dall'Armée).

Questo atteggiamento desta qualche preoccupazione sul fronte occidentale in quanto gli ucraini chiedono due assetti specifici agli occidentali: sistemi di copertura aerea e missili a lunga gittata. Con i primi renderebbero ininfluenti gli attacchi missilistici russi, in modo da circoscrivere gli effetti delle operazioni militari solo ai territori occupati e sottraendo il restante territorio agli effetti delle operazioni militari in corso; con i secondi riuscirebbero a colpire, anche in profondità il territorio russo, rovesciando di fatto gli attuali scenari e provocando continua incertezza nell’opinione pubblica russa che verrebbe a ritrovarsi nelle condizioni in cui versano oggi gli ucraini. Mutatis mutandis, un esempio indiretto è stato già dato all'opinione pubblica russa con l'attacco missilistico nella notte di Capodanno alla caserma-scuola di Makiivka nel Donbass che ha provocato la morte di 400 soldati russi del 44° e 45° reggimento, secondo la versione ucraina, 89 secondo il Cremlino.

Questo scenario potrebbe però portare ad effetti imprevisti ed incontrollabili. La ragione per cui - da tempo - il presidente Joe Biden e lo stesso entourage del Pentagono si mostrano restii a fornire questo tipo di assetti.

Per il momento, anche se con una lentezza, per noi, controproducente nella ricerca della pace, si sono intrapresi le giuste iniziative per riportare alla “normalità” le aspirazioni espansive russe in un contesto geopolitico che lascia limitati spazi ad avventure territoriali in stile ottocentesco.


*Col. in Ausiliaria Esercito Italiano

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