L'Editoriale della domenica. In attesa di Robin Hood, subiamo il fisco iniquo del Governo
- Rocco Artifoni
- 9 ore fa
- Tempo di lettura: 2 min
di Rocco Artifoni

Mentre il Governo stava predisponendo una manovra finanziaria da 18 miliardi di euro per il 2026, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha rivelato che l’evasione fiscale nel 2022 (anno di insediamento del Governo) è aumentata di 19 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, passando da 82,4 a 101,5 miliardi di euro.
Questi numeri da soli danno una rappresentazione plastica della situazione finanziaria dell’Italia. Da un lato la Legge di bilancio con le risorse più scarse degli ultimi decenni, lo scorso anno si era trattato di 30 miliardi di euro, dunque un'autentica manovrina. Dall’altro, un aumento del 23% dell’evasione fiscale in un solo anno. Evidentemente lo Stato interviene e investe di meno, perché la cassa comune ha incamerato meno fondi del necessario.
In un Paese normale ci dovrebbe essere una reazione forte e determinata. Ci si dovrebbe attendere una manovra che preveda interventi drastici contro l’evasione fiscale e contributiva. Ci si aspetterebbe anche una presa di posizione di tutte le istituzioni, che dovrebbero indignarsi nei confronti di chi - evitando di pagare il dovuto – di fatto mette le mani nelle tasche degli onesti.
Invece, nella Legge di bilancio per il 2026 è prevista la quinta edizione della cosiddetta “pace fiscale”, una maxi sanatoria con versamenti a rate bimestrali fino a nove anni, per chiudere definitivamente i conti in sospeso con il fisco. Non solo: quasi 3 dei 18 miliardi di euro della manovra finanziaria sono utilizzati soprattutto per ridurre le imposte (440 euro per ciascuno) al 7% dei contribuenti più ricchi con redditi tra 50 mila e 200 mila euro. Per chi guadagna da 50 mila e 28 mila euro (il 21% dei contribuenti) c’è una riduzione decrescente (da 440 a 0 euro). Nessuno sconto fiscale è previsto per chi ha entrate inferiori a 28 mila euro (il 72% di chi presenta una dichiarazione dei redditi). Insomma, più guadagni più sconto avrai sulle tasse, come al supermercato, prendi tre paghi due.
Nonostante questo taglio delle imposte per i più abbienti, la pressione fiscale complessiva non scenderà. Nel Documento Programmatico di Bilancio è prevista al 42,7% del PIL nel prossimo triennio. L’ISTAT ha certificato che la pressione fiscale è stata del 41,2% nel 2023 e del 42,5% nel 2024. Per un Governo che aveva promesso di diminuire le tasse è una palese sconfitta. Che come tale, naturalmente, mai verrà ammessa.
In questo scenario, che sembra di fantapolitica e di fantaeconomia, mancherebbe soltanto un premio a chi è riuscito ad aumentare l’evasione fiscale e contributiva. Potremmo provare a immaginare la motivazione: “Un riconoscimento per non aver sprecato le proprie risorse, dilapidandole a favore di un apparato burocratico statale sprecone, potendole così utilizzare personalmente per rilanciare i consumi e come investimento nell’economia reale”.
L'economista Marco Biagi, in una intervista rilasciata poco prima di essere ucciso il 19 marzo del 2002 dalle Nuove Brigate Rosse, aveva detto: “Io sono della scuola di Robin Hood: ogni tanto ai ricchi bisogna prendere le cose con la forza”. Il Governo in carica invece ha scelto di interpretare la frase al contrario: “ogni tanto ai ricchi bisogna regalare qualcosa con generosità”.
Resta soltanto una domanda: quando tornerà, se mai viva ancora, Robin Hood?
Commenti