L'Editoriale della domenica. Il vento di Ventotene soffia ancora.
- Libero Ciuffreda
- 23 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 minuti fa
di Libero Ciuffreda

Quando con il Movimento Federalista Europeo (MFE) si parte per Ventotene, le sensazioni che si vivono sono un mix di emozioni e di meraviglia. Il mare e i colori del tramonto, i profumi della macchia mediterranea e le tracce dei tanti popoli che dalla preistoria ai romani vi hanno abitato, potrebbero bastare per riempire la mente e il cuore della bellezza che riserva la natura a poche miglia dalla terra ferma, ove si arriva stanchi dal viaggio in treno. Appena salpa il traghetto da Formia, le poche miglia di navigazione, ti permettono di concentrarti sul motivo di questo viaggio e alla meraviglia si associano forti e coinvolgenti emozioni, che ben presto si trasformano in riconoscenza, per la capacità che hanno avuto giovani idealisti e antifascisti come Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Sandro Pertini, che, pur essendo al confino a Ventotene o in prigione nel carcere di Santo Stefano, posto sull’isolotto di fronte, durante gli anni tragici della Seconda Guerra Mondiale riuscirono, insieme ad altrettante coraggiose giovani donne, spesso dimenticate, cito per tutte Ursula Hirschmann, non soltanto a resistere contro il nazifascismo, ma ebbero la straordinaria visione di una Europa democratica, libera dai nazionalismi e dal razzismo, ove la cooperazione, la libertà e la pace, diventassero i principi fondanti degli auspicati Stati Uniti d’Europa.
E fu proprio il vento inarrestabile di Ventotene, alimentato dalla straordinaria energia antifascista e federalista, che portò nelle Valli Valdesi nell’agosto del 1943 Altiero Spinelli, ospitato da Mario Alberto Rollier, a tenere il primo comizio europeista. Torre Pellice è un piccolo comune della città metropolitana di Torino, centro principale della Chiesa e del Movimento Valdese, un tempo il limite del ghetto in cui erano confinati gli eretici protestanti italiani. Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, il 31 agosto del 2023, scoprì una targa che riporta, un testo essenziale, ma quanto mai attuale, a più di 80 anni dal Manifesto di Ventotene, che recita: riparato nelle Valli Valdesi grazie a Mario Alberto Rollier, Altiero Spinelli tenne qui il suo primo comizio europeista nell’agosto 1943.
Da qui partì per la Svizzera per diffondere le idee del Manifesto di Ventotene. “Passa dai piccoli luoghi la grande storia e la speranza di pace che nutre l’Unione Europea”. Il nostro Presidente della Repubblica, durante la sua visita, interrotta prematuramente per il tragico incidente che uccise cinque operai che stavano lavorando sulla linea ferroviaria Torino-Milano a Brandizzo, ha incarnato il senso profondo dello Stato, della tutela della libertà, della laicità e l’alto e irrinunciabile valore dell’Unione Europea. Con autorevolezza, ha ricordato che non era per un caso che Rollier e Spinelli si incontrarono a Torre Pellice. Le sofferenze e la tenacia, le discriminazioni e le ingiustizie, vissute sull’isola pontina dagli antifascisti al confino e dai valdesi costretti a vivere nel ghetto, non si trasformarono in odio, in razzismo o in un irrazionale nazionalismo, tanto rivendicato dalla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e dal suo vice Matteo Salvini. Sospinti dallo stesso potente vento, oserei dire dallo stesso spirito di libertà, quegli uomini e quelle donne hanno saputo testimoniare la bellezza della democrazia e dell’unione dei popoli europei, fino a sognare gli Stati Uniti d’Europa. Questa è l’idea di Europa alla quale non vogliamo rinunciare e che, così come accade al vento, non potranno fermare: l’Europa che difende i diritti inalienabili della libertà e della democrazia, guidata, parafrasando Alcide De Gasperi, da statisti che guardano alle prossime generazioni e non da politici che guardano alle prossime elezioni.
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