L’Ariete, carro armato ripescato dal "dimenticatoio"...
- Michele Corrado
- 1 giorno fa
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di Michele Corrado

Nella seconda metà dello scorso luglio è stato consegnato all'Esercito il primo esemplare, dei novanta ordinati, del carro armato ArieteC2, prodotto dal Consorzio Iveco-Oto Melara (CIO) e aggiornato con specifiche che dovrebbero assicurarne il servizio per i prossimi dieci anni. Ma, come è stato rilevato, le migliorie effettuate, dall'incremento della potenza del motore a 1.500 CV al nuovo sistema di tiro digitale, ai visori digitali IR e al nuovo sistema antincendio e anti-esplosione ed altre ancora, non sono comunque adeguate agli standard richiesti NATO.
Del resto, osservando il problema da un altro lato, nel prossimo decennio dovrebbe entrare "in ruolo" il Panther KF51, nuovo carro avanzato, frutto della collaborazione italo-tedesca tra Leonardo e Rheinmetall, la più grande azienda germanica nel settore degli armamenti.
Nel dibattito in corso, però, non si può prescindere dal peccato originale del progetto che risale a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, dalle critiche che hanno accompagnato l’Ariete già dalla sua prima apparizione; fondamentalmente non era giudicato tecnologicamente all’avanguardia e secondo altri esperti denunciava problemi tecnici (scarsa potenza del motore e scarsa precisione del tiro in movimento), che ne limitavano l'impego ottimale su un campo di battaglia. Critiche peraltro rientrate e superate dalla stagione delle missioni peacekeeping che avevano relegato nel dimenticatoio lo sviluppo di forze corazzate ed artiglierie.
Da qualche anno si registra all'opposto un autentico “ritorno di fiamma" di questi sistemi d’arma, complice ovviamente la guerra in Ucraina e le tensioni che si registrano in più parti del mondo. Tuttavia, sono ancora molte le riserve al programma di ammodernamento dei carri Ariete, che nello specifico costano all'erario dieci milioni a mezzo, senza restituire elementi particolarmente competitivi, tanto più che il costo dei carri cinesi esibiti nell’ultima parata della Vittoria a Pechino è valutato attorno a due milioni e mezzo di euro.
Le polemiche sono quindi comprensibili, per quanto si tenda a trascurare il contesto nel quale certi assetti specialistici, come gli MBT (Main Battle Tank - carri pesanti da battaglia), devono essere utilizzati. Questa tipologia di mezzi, insieme agli elicotteri d’attacco, sono le macchine più dispendiose in dotazione agli Eserciti di Campagna. Ed entrambi sono difficilmente realizzabili vista il livello tecnologico richiesto. I Paesi che hanno una tradizione al riguardo sono pochissimi - Germania, Stati Uniti, Francia, Unione Sovietica-Russia, Gran Bretagna - mentre storicamente l’Italia non ha mai potuto competere con i Paesi citati. Vi sono anche altri produttori, come Cina, Israele, Svezia, ma non sono mai andati in combattimento con quel tipo di mezzi.
I carri da combattimento pesanti, in media sulle sessanta tonnellate, organizzati su Grandi Unità corazzate, le Divisioni, rappresentano l’elemento risolutivo delle operazioni offensive nei normali teatri di operazione e l’Ucraina è un contesto perfetto per il loro uso.
Purtroppo, i carri hanno anche problematiche intrinseche, punti deboli ineliminabili, come l’estrema vulnerabilità dei cingoli alle mine anti carro e lo sviluppo delle armi controcarro in grado di perforare le loro corazzature. Questi due prodotti, dal costo irrisorio se confrontati con quello di qualsiasi carro, sono di normale dotazione di quelle forze combattenti che conducono operazioni difensive sul proprio territorio nei confronti delle formazioni corazzate avversarie. Come inoltre è stato dimostrato, ultimamente anche dagli ucraini, questi assetti sofisticati e tecnologicamente avanzati forniscono risultati deludenti se non utilizzati in contesti opportunamente dedicati, nel numero adeguato e da personale altamente addestrato.
Tornando al nostro Ariete, vi è da rilevare che se non si fosse abbandonato negli anni il suo sviluppo e non si fossero stati trascurati dottrina ed addestramento dedicato, forse non saremmo senza Forze corazzate come ora siamo e senza personale dedicato ed addestrato.
Ora, sul piano strettamente della Difesa come previsto dalla Costituzione, la disponibilità degli Ariete aggiornati può consentire di riattivare la formazione di personale specialistico e l’addestramento all’impiego dei comandanti ai vari livelli ad un costo contenuto, considerando che per i futuri nuovi carri Panther si parla di circa trenta milioni per esemplare, senza l’onerosa e complessa logistica di mantenimento nel tempo.
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