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Gaza, l'eccidio continua e non risparmia giovanissimi reporter

  • Vice
  • 22 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

di Vice


Siamo al 613° giorno da quando le forze armate israeliane hanno scatenato l'inferno per reagire al 7 ottobre del 2023. Da quel momento, il governo di Israele guidato dal premier Netanyahu ha trasformato tutto ciò che tocca in un girone dantesco e ha schiacciato qualunque critica alla sua azione militare all'accusa di antisemitismo, che equivale a lambire e guardare con terrore quei cartelli che indicano "chi tocca i fili muore". Una torva minaccia da prendere sul serio. Con Netanyahu, che non risolverà mai il complesso di non essere un eroe come il fratello caduto ad Entebbe, non si scherza.

Da 613 giorni nella Striscia di Gaza è calpestato il diritto alla vita, insieme al diritto internazionale, con sistematica disumanizzazione.


55 mila palestinesi uccisi in 613 giorni

E non potrebbe essere altrimenti, perché soltanto una continuativa disumanizzazione ha messo Tel Aviv nelle condizioni migliori per raggiungere l'imponente cifra di circa 55mila palestinesi uccisi e oltre 126mila feriti in 613 giorni. Un'ecatombe di cui si fatica ad immaginare la dimensione del cimitero, ma su cui aleggia sempre il dubbio sulla credibilità dei dati forniti dal diretto interessato, il ministero della sanità di Gaza, il nemico. E dunque, un massacro negato dalla più grande distorsione narrativa che da 613 giorni sta cercando di narcotizzare l'umanità, e cioè che nella Striscia di Gaza si stia combattendo una guerra vera, un esercito contro l'altro. Una bugia crudele, che giornalisti coraggiosi smentiscono a rischio della propria vita quotidianamente, convinti che la democrazia di Israele non sia di facciata, come l'ha ridotta Netanyahu e il suo estremismo paludato. Ieri sono morti Momen Abo Alouf, giovanissimo reporter palestinese ucciso in un raid dell'Idf nel quartiere Al Tuffah di Gaza insieme a tre paramedici che erano su un'ambulanza. E Ismail Al Astan, un altro giovane reporter palestinese, la cui vita è stata stroncata nella zona di Mawasi a Khan Younis.

Eppure, i bugiardi per il governo di Israele e Netanyahu sono sempre gli altri. Lo si è anche oggi, 10 giugno, mentre si dà credito al resoconto giornaliero di al Jazeera che sull'ultimo bombardamento delle forze israeliane che ha ucciso almeno 60 palestinesi a Gaza, tra cui almeno 14 persone vicino al centro di aiuto della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) sostenuto dagli Stati Uniti nel sud di Rafah.


Il blitz della marina israeliana in acque internazionali

Altra notizia che ha fatto il giro del globo: Israele ha arrestato i 12 membri a bordo della barca a vela Madleen, battente bandiera britannica, componenti della "Freedom Flotilla Coalition" (FFC), un movimento di solidarietà popolare, come si legge sul sito, "composto da campagne e iniziative provenienti da diverse parti del mondo, che lavorano insieme per porre fine al blocco illegale israeliano di Gaza".

La nave è stata rimorchiata fino al porto israeliano di Ashdod. Tra i membri di FFC, anche l'attivista svedese Greta Thunberg e il giornalista di al Jazeera Omar Fayyad. La flottiglia mirava a rompere il blocco illegale di Israele su Gaza ed è stata sequestrata da commando israeliani in acque internazionali a circa 100 miglia nautiche (185 km) dalle coste di Gaza. Replica del portavoce della Il portavoce della Freedom Flotilla: “Da Israele un atto di pirateria, a breve torneremo in mare”.

Secondo il quotidiano on line Israel Yahome, Greta Thunberg "ha guidato la provocatoria flottiglia diretta a Gaza ed è stata arrestata lunedì, 9 giugno, mentre si avvicinava a Israele", ed è stata espulsa dall'aeroporto internazionale Ben-Gurion insieme ad altri tre membri della "Freedom Flotilla Coalition" (FFC) che hanno rinunciato al loro diritto di comparire davanti a un giudice del tribunale di custodia. Gli altri otto sono in stato di arresto. In una dichiarazione, il ministro dell'Interno israeliano Moshe Arbel è stato ancora una volta categorico: "Israele non tollererà sfide alla sua sovranità attraverso azioni provocatorie della flottiglia ai suoi confini. Mi congratulo con l'Autorità per la Popolazione e l'Immigrazione per i suoi sforzi rapidi e professionali per salvaguardare la sicurezza nazionale e mantenere l'ordine pubblico. Ho ordinato che a tutti i 12 partecipanti sia vietato l'ingresso in Israele, secondo le linee guida legali, e che vengano rimpatriati nei loro paesi d'origine".

Trump ironizza su Greta Thunberg

Ma con altrettanta perentorietà al blitz della marina israeliana ha reagito il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha chiesto l'immediato e rapido rientro dei sei connazionali a bordo della Madleen, tra cui l'europarlamentare franco-palestinese Rima Hassan. I sei hanno ricevuto la visita di un diplomatica francese e, informa Le Monde, uno dei sei ha accettato l'espulsione, mentre gli altri compariranno davanti ai giudici. Nell'annunciarlo, il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot, non ha precisato di chi si tratta.

Infine, la chiosa del presidente Usa Donald Trump su Greta Thunberg, definita strana e arrabbiata: "Penso che debba andare a un corso di gestione della rabbia. Questa è la mia raccomandazione principale". Per usare una celebre battuta di Carosello, "lui sì che se ne intende...di rabbia".


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