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Erdogan mostra i muscoli: espulsi ambasciatori europei e Usa. E in Afghanistan continua la fuga dai

Il sultano turco non ama ingerenze in politica interna. Lo ha dimostrato ripetutamente in passato, lo ha confermato ora decidendo l’espulsione di 10 ambasciatori europei e statunitensi colpevoli di aver sottoscritto un appello per la liberazione di Osman Kavala, un detenuto politico in carcere da oltre 4 anni. Il presidente turco, Recep Erdogan, ha infatti annunciato di aver incaricato il ministro degli Esteri di bollare gli ambasciatori nel mirino come “persona non grata”. Il pugno di ferro di Erdogan non accenna dunque ad allentarsi sulla Turchia. Ed una delle ragioni è proprio crisi economica che investe il suo Paese. Una situazione su cui punta l’opposizione per cercare di indebolire l’uomo che nel giro di meno di vent’anni ha cambiato, se non stravolto, il volto e lo spirito del paese, rendendolo uno Stato confessionale, anni luce lontana dei principi del padre della Turchia moderna, Ataturk. Intanto alla frontiera del Pakistan, prosegue la fuga degli afgani dal regime talebano. È un’onda inarrestabile, alimentata anche dai recenti episodi di terrorismo provocati dal gruppo radicale Is-K.

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